TRAMA
Un riparatore di televisori sogna di fare il detective. Aiuta un vero investigatore a ritrovare il figlio scomparso di un magnate del piccolo schermo, salvo scoprire che sta cercando…se stesso.
RECENSIONI
Parodia dei gialli-thriller che non vive certo delle sole, solite boccacce di Jerry Lewis (che torna pure nei panni di un tecnico TV come in Il Balio Asciutto), al lavoro sulle trovate della sceneggiatura: a dirla tutta, pantomime a parte, gli sproloqui dell’attore (colpevole anche il nostrano doppiatore stridulo, Carlo Romano) possono anche stancare, per quanto sia innegabile la simpatia del suo consueto personaggio imbranato, ingenuo ma fortunato. Lo script di John Fenton Murray, gratta gratta, ha poco di eccezionale (anche la bella infermiera che, dal giorno alla notte, s’innamora, è poco credibile) ma è ben congegnato nella sua scorrevolezza. È Frank Tashlin a fare la differenza: ha firmato, in gran parte, le cose migliori di Lewis, perché lo ha stagliato nei cartoni animati da cui proviene, comprendendo appieno la portata della sua mimica surreale. È meraviglioso il modo in cui, nel suo cinema, è riuscito a trasportare lo spirito folle e fantasioso dei cartoon Warner Bros (vedi, su tutte, la scena finale con il protagonista inseguito dai robot). Essenziali anche gli effetti speciali fotografici di John P. Fulton e gli interpreti di contorno, veri professionisti dell’umorismo, con caratteri simpaticissimi (il maggiordomo di Jack Weston, la zia di Mae Questel, non a caso celebre doppiatrice di Betty Boop e Olivia).
