
TRAMA
Paul, giovanotto nero, si fa ospitare da famiglie dell’alta borghesia newyorkese mentendo ed affabulando.
RECENSIONI
Sei persone, al massimo, ci separano gli uni dagli altri, sei passaggi di conoscenza. Amici di amici di amici etc. Paul (Will Smith) vive il personaggio, con la menzogna ha costruito l'immagine di se' utile ad essere accettato: con le parole, solo con queste, si incunea nella placida esistenza di una classe sociale, quella dell'alta borghesia di New York. Farsi accettare, adottare, nemmeno simbolicamente, è il suo obiettivo perseguito con abilità di camaleonte della conversazione, si fa educare ed intrattenere risvegliando sentimenti sopiti o, semplicemente, distraendo dalla monotonia di una chiacchiera perpetua ed ancor più vacua. Debole progetto quello di Paul, nel momento in cui il cristallino pomeriggio si intorbida, la sua fragilita' si mostra disarmante, si approfondisce lo sguardo, mutano i toni. Il suo sguardo attento ed i modi per bene solleticano la stasi dei vernissage, dei pranzi ma nulla più: diventa egli stesso argomento di intrattenimento, una nuova esperienza con cui sbigottire gli "amici", fornendo il destro a nuove moraleggianti massime sul sesso, la famiglia, la gioventù, la razza. Un gioco che si ribella e si rompe pretendendo l'accesso del mondo e del tempo: Paul riuscirà a smuovere qualcosa, di indefinito e, probabilmente, ancora falso, rimanendo a sua volta indifeso ed inerme una volta privato dell'ospitalità. Dove sono le fratture e dove la finzione di queste. Lo scoprire che mettere in scena e la programmazione sono armi d'offesa è lo scotto da pagare per crescere e migliorare la propria tecnica. John Guane adatta per Schepisi una propria piece, l'origine teatrale è palese nell'uso degli ambienti e nei dialoghi (spesso però notevoli), la regia si direbbe insulsa non fosse per una direzione d'attori (Ian McKellen, Donald Sutherland e Stockard Channing su tutti) accurata e precisa, tentennante solo in un finale che si trascina inutilmente. Dal concetto dei "sei gradi di separazione" Craig Fass, Mike Ginelli e Brian Turtle hanno tratto il libro "Sei gradi di Kevin Bacon": quanti sono i passaggi che legano un qualunque attore all'eponimo?http://www.cs.virginia.edu/oracle/ fornisce un database per provare. ad esempio:
Aurelio Fierro has a Bacon number of 3.
Aurelio Fierro was in Quando gli angeli piangono (1958) with Sylva Koscina
Sylva Koscina was in Secret War of Harry Frigg, The (1968) with George Ives
George Ives was in Stir of Echoes (1999) with Kevin Bacon & Maggie Smith has a Bacon number of 2.
Maggie Smith was in Room with a View, A (1986) with Helena Bonham Carter
Helena Bonham Carter was in Novocaine (2001) with Kevin Bacon
http://www.louisville.com/loumag/mar/bacon.htm fornisce una spiegazione del meccanismo del gioco.

Alla stregua delle vittime della vicenda (realmente accaduta), anche lo spettatore vive un'esperienza complessa, affascinante, imperscrutabile e, allo stesso tempo, "assoluta". La ragione riflette a lungo, il cuore custodisce gelosamente l'arcobaleno di sensazioni: l'eccellente commedia teatrale di John Guare (anche sceneggiatore: i suoi dialoghi sono degni del miglior Woody Allen) non si limita ad intessere una sottile satira dell'annoiata borghesia ma scava nel profondo mistero delle relazioni umane, illuminandone l'ambiguità con riferimenti simbolici precisi. Rappresenta "Il giovane Holden" di Salinger (la falsità come mezzo per il consenso e come maschera dell'odio) in un Indovina chi Viene a Cena? più sofisticato e crudele, cavalcando il talento di Will Smith, perfetto in un ruolo che, in parte, aveva già ricoperto nella sit-com Willy, il Principe di Bel Air. Un Kandinsky su due lati (l'Ordine e il Caos) è il riferimento principale per la doppiezza dell'essere in cui la menzogna è il lasciapassare della verità; una teoria sociologica secondo la quale non vi sarebbero che soli sei gradi di parentela di separazione fra ogni essere umano dimostra che il legame vero non è quello di sangue (vedi l’ironia con cui sono descritti i pessimi rapporti genitori/figli, dove i primi sono oltremodo ingenui e i secondi dei viziati con contestazioni scontate). L'enigmatica e seducente figura di Smith (perché lo fa ?) è portatrice di un know-how in laida svendita al miglior offerente che spezza un ordine fasullo e getta nel caos, dimostrando che anche un perfetto sconosciuto senza pedigree, con un rodaggio di soli tre mesi (un bel pugno in faccia allo snobismo), è in grado di passare per un intellettuale raffinato, un gentiluomo carismatico e un evento nella piattezza della bella società. Un Close Up teatrale con una sua lucida, geometrica, geniale follia che produce vuoti e scontri di materia/antimateria da passare al setaccio in analisi infinite. Schepisi si riscatta da molte prove mediocri (belli i suoi carrelli nei corridoi dell’appartamento del mercante d’arte).
