TRAMA
La vita di Adelaide scorre nella routine, tra un matrimonio un po’ stanco e il lavoro di professoressa di italiano. Un giorno, però, una collega viene strangolata e nelle indagini conosce Gaetano, il commissario a cui è stato affidato il caso. Da quel momento la sua vita cambia radicalmente.
RECENSIONI
La bolognese "ITC Movie" ripropone la sua ricetta di comicità calata nel quotidiano puntando ancora una volta sulla popolarità di Luciana Littizzetto, ormai vendicatrice ufficiale di tutte le "bruttine stagionate" in cerca di una voce in cui riconoscersi. Rispetto al moscio "Ravanello Pallido" si sente che dietro alla macchina da presa c'è un regista che conosce i meccanismi del cinema, attento al ritmo e al rispetto dei tempi comici, ma il risultato non va oltre una moderata simpatia. La vicenda parte con una certa grinta: c'è un omicidio, una coppia ingrigita dalla routine e una Torino invernale piacevolmente riconoscibile. La sceneggiatura (di Anna Pavignano e della stessa Littizzetto) si sviluppa però su due binari che finiscono per procedere in parallelo, perché i dialoghi sono non sempre appropriati ma spesso frizzanti, mentre l'evolversi degli eventi si sfilaccia progressivamente raggiungendo vette imbarazzanti (la gag dentro al negozio di antiquariato e tutta la parte ambientata a Nizza). La storia gialla è meno di un pretesto, ma un "genere", anche se affrontato in modo marginale, ha le sue regole e la soluzione offerta appare davvero appiccicata, così come non convince la caratterizzazione dei personaggi. Se la lingua tagliente della Littizzetto domina la scena con brio, l'inconsistenza narrativa degli uomini che le ronzano intorno sfiora il ridicolo, con un marito (il bravo Dino Abbrescia) che, chissà perché, ritrova la passione per la moglie a pochi minuti dal finale e un amante (Neri Marcorè) che rasenta l'assurdo nelle scelte autolesionistiche e apparentemente indolori imposte dalla sceneggiatura. La ricerca delle mezze tinte soccombe quindi all'esigenza di non impensierire e cercando l'ironia incappa nella superficialità. Squilibri del copione a parte, l'ora e mezza passa rapida e, accantonando qualsivoglia pretesa, c'è pure da divertirsi, a riprova della capacità di Davide Ferrario, reduce dal successo inaspettato di "Dopo mezzanotte", di governare storie, anche non sue, con professionalità.