TRAMA
April, ciambella senza buco della sua famiglia, invita quest’ultima a pranzo per il Giorno del Ringraziamento. Il forno guasto è solo il primo anello nella catena di inconvenienti.
RECENSIONI
La cinepresa è 'sporca' come il ciarpame in casa di April, cibo e vita in scatola, incapace di rapportarsi con il parentado. Se il confronto avverrà dinanzi a un pingue tacchino, il film ne racconta i preparativi con minuzia e docile ironia. Della sua persona caotica, a tratti adorabile, afferriamo solo frammenti (in originale pieces), per induzione da gesti e occhiate quotidiane o semplicemente per sentito dire (il chiacchiericcio genitoriale). Montando parallelamente le vicende della ragazza e il road movie dei familiari, afflitti da disparate disgrazie, l'esordio dello sceneggiatore Peter Hedges (ABOUT A BOY) è un'opera comica quanto un tumore: scegliendo la deriva dolceamara il film tratteggia alcuni brillanti passaggi esistenziali (la maldestra cucina di April) ma di fatto, esclusa la protagonista, non procede oltre il frusto album di caratteri. C'è tutto in April, ma molto è stereotipo: dal fidanzato e la vicina di casa nera sino agli orientali, passando per il maniaco vanesio - comunque il migliore alla meta - e, specularmente, le figure famigliari anch'esse incatenate alla macchietta. Se il film, con la sua sghangherata simpatia, riesce a traballare in piedi sono qualche passaggio esplicito (l'amore secondo Bobby) e un finale volgarmente consolatorio, che annega il limone nello nello zucchero, a muovere il colpo mortale. Quando il cinema indipendente americano si avvicina al mainstream: Hedges in virtù di un'idea esilissima dice cose già dette, lo stile sciatto e sgranato non basta a renderle interessanti. Meglio la sola Katie Holmes, stavolta il tatuaggio sconfigge il talleur con autoironia.