
TRAMA
Rocky Balboa, campione del mondo, ora allena l’ex-avversario Apollo Creed per un match contro il sovietico Ivan Drago: lo vede morire sotto i suoi occhi sul ring e medita vendetta.
RECENSIONI
È con questo capitolo che la saga tocca il fondo: Sylvester Stallone, come Rocky, vive ormai nell’agio e sposa i valori più spiccioli degli anni ottanta, fra propaganda patriottica e stilemi cinematografici da spot superficiale. Ricolmo di spezzoni delle puntate precedenti, non fa che trasferire, contro l’odioso nemico rosso, Rambo sul ring. Ma è anche un’opera che, nel bene e nel male, ha fatto epoca: il più grande incasso della serie, battute che sono entrate nell’immaginario collettivo (da noi il “Ti spiezzo in due” divenne un tormentone), soundtrack di grande successo, lancio divistico per Dolph Lundgren (ben scelto). Il racconto, banalissimo, è un mero pretesto per lavorare alla “pancia” lo spettatore (quello degli anni ottanta), con l’esaltazione macha, il dettaglio sulle rifiniture scultoree durante gli allenamenti, un antagonista che è impossibile non odiare, suggestioni stilistiche patinate. E gli USA sconfiggono l’Unione Sovietica (sosia di Gorbacev fra il pubblico), conquistando anche l’applauso dei suoi abitanti.
