Azione, Recensione

RAMBO

Titolo OriginaleFirst Blood
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1982
Genere
Durata88’

TRAMA

John Rambo, reduce del Vietnam senza fissa dimora, cerca lavoro in una cittadina il cui sceriffo comincia a vessarlo gratuitamente, arrivando ad arrestarlo. Risveglia il guerriero che c’è in lui.

RECENSIONI

Adrenalina pura: insieme a Rocky, il parto più riuscito di Sylvester Stallone (anche sceneggiatore, adattando il romanzo liberal “Primo sangue” di David Morrell, con finale diverso voluto dal protagonista), che ha sempre avuto un gran talento nel donare credibilità ai suoi personaggi buoni, tranquilli ma letali. Pare che abbia trovato ispirazione anche nella figura della propria guardia del corpo, tal Tony Maffatone. Impossibile non esaltarsi nella rivalsa del Giusto contro i soprusi (da non sottovalutare l’apporto interpretativo di Brian Dennehy): ancor più nel momento in cui il Giusto si rivela invincibile. Come in tutte le migliori figure di eroi, però, un grande dono chiama un grande dolore: John Rambo, pur superomistico, è al contempo vittima di se stesso e di una ferita psicologica, regalatagli dalla Guerra del Vietnam, di cui non potrà mai disfarsi. Grandissimo cinema di Ted Kotcheff, noto ai più per il genere commedia, in realtà avvezzo al realismo più disturbante (recuperare il suo Wake in Fright), con notevole senso per le ambientazioni (vedi anche il suo La Mia Pistola per Billy) e capace di un’eccellente direzione della progressione drammaturgica. A cercare delle fonti ispiratrici, ci sarebbero Nessuna Pietà per Ulzana di Robert Aldrich e Caccia Selvaggia di Peter Hunt.