TRAMA
Una professoressa di filosofia conosce Natacha, una ragazza che la coinvolge nella sua vita privata e nella sua gelosia per il nuovo amore del padre.
RECENSIONI
Prima tappa di Rohmer nelle quattro stagioni, in cui cambieranno i titoli e la disposizione degli ingredienti ma non la sostanza del suo cinema fra minimalismo, poetica dei sentimenti, assoluta semplicità di mezzi ed ambienti, predilezione per squarci di quotidiano in assenza di elementi eclatanti, sia nelle dinamiche drammaturgiche sia nei messaggi. È indiscutibile la sua maestria nel restituire non-attori che recitano se stessi, nel cogliere sguardi ed espressioni, nel restituire dialoghi di vita/vera, dove la banalità colloquiale, com’è giusto che sia, non è sempre brillante ed evocativa. Chi si pone di fronte alle sue opere è come se esperisse in prima persona una situazione comune, riuscendo, sotto la sua guida, a coglierne tutte le sfumature: la “scintilla” è quel dettaglio, quel moto d’anima denudato che dona nuova luce al tutto, arricchendo la visione con una consapevolezza nuova, oltre al puro piacere di cullarsi con la sua umanità che s’incontra e scontra, magari nel nome di un Kant sotto mentite spoglie. Come nel vissuto archetipico di ogni essere umano, non mancano le dinamiche ovvie (il complesso di Edipo, ad esempio), le reiterazioni stanche, le tracce e coordinate prevedibili che svuotano di senso e rendono l’analisi dei sentimenti meno raffinata. Rincorrendo l’apparente leggiadria, più volte Rohmer riesce a trasformarla in varietà espressiva, raggiungendo la purezza di una poesia declamata con la potenza delle emozioni. La Primavera è richiamata dalla luminosità dei paesaggi e soggetti naturali, e da una Natacha che ricorda quella di Botticelli.
