
TRAMA
Su di un pianeta si vive una vita pacifica con usi e costumi identici ai nostrani anni cinquanta del XX secolo. Sbarca un’astronave aliena: è un terrestre convinto che quello che chiama “pianeta 51” sia disabitato. I militari gli danno la caccia, un ragazzino che lavora al planetario lo nasconde.
RECENSIONI
L’Europa (cast tecnico spagnolo, studi di Madrid sorti nel 2002) prova l’assalto mondiale nel campo dell’animazione digitale di moda, e lo fa dannatamente bene! Un plauso al lavoro di cinque anni da parte di tre registi (Blanco in testa, Javier Abad e Marcos Martínez come collaboratori) fuoriusciti dai Pyro Studios, casa di produzione di videogiochi. Per fondali, qualità del digitale e movimenti non hanno nulla da invidiare alle migliori produzioni statunitensi. Purtroppo, il modello non è la Pixar, con la sua profondità e originalità di racconto, ma la Dreamworks, più commerciale e dedita all’intrattenimento ammiccante: per avere un appeal “internazionale” fondato su stilemi consolidati, si finge di essere americani, fra protagonista, riferimenti culturali (l’area 51, che sul pianeta alieno è denominata area 9, è il fantomatico luogo dove il governo statunitense nasconderebbe le prove sull’esistenza di alieni) e affidando la sceneggiatura (con soggetto dei registi spagnoli) al Joe Stillman di Shrek, mentre per il doppiaggio si sono cercati noti attori anglosassoni. Buona l’animazione, gag spesso spassose (geniale il robottino Wall-E-sonda che ama i sassolini), citazioni filmiche di fantascienza come vezzo (perché finisce che il racconto si preoccupi più di esse che del prendere quota), simpatia assicurata (gli Alien sono cani da passeggio!), vincente idea di base (stile Battaglia per la Terra e Avatar) in cui “gli alieni siamo noi”, ma suo svolgimento convenzionale, alla pari del tratto dei personaggi che non possiede una cifra stilistica propria.
