Fantascienza, Recensione

PIANETA ROSSO

Titolo OriginaleRed Planet
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2000
Durata106'
Scenografia

TRAMA

2050. La terra sta morendo e l’unica speranza di salvezza per il genere umano sembra risiedere nella colonizzazione di Marte. La superficie del pianeta rosso viene così “bombardata” con delle alghe nella speranza che queste proliferino creando condizioni ambientali idonee alla vita umana. Qualcosa però va storto così viene mandata in loco una equipe di specialisti…

RECENSIONI

L'anno dell'odissea nello spazio non poteva essere inaugurato (fantacinematograficamente parlando) peggio di così. Ci vuole davvero un bel coraggio a propinare una fiera delle schifezze come questa…sceneggiatura puerile, dialoghi imbarazzanti, recitazione ignobile, regia (volendole fare un complimento) anonima. Nel solito futuro post-qualcosa il solito manipolo di space cowboys (i più classici degli stereotipi antropomorfi: la bella&brava, il guappetto dal cuore d'oro, lo scienziato, il mistico ecc. ecc.) parte per la solita mission to mars salvamondo e scopre il solito segreto inspiegabile (anche per gli sceneggiatori…) nella fattispecie a base di alghe e scarafaggi from outer space. Muoiono tutti (e c'è chi, al solito, "se lo merita" pure) tranne due (di sesso opposto, eterosessuali e innamorati l'uno dell'altra) che salveranno il mondo. Il regista Hoffman è all'esordio (chi ben comincia…) e forse per paura di sbagliare non ha un guizzo uno e non fa un'inquadratura, un movimento di macchina, QUALCOSA degno di nota. Gli attori non tentano neanche di fingere di credere alle scemenze che gli mettono in bocca: arrancano increduli nel deserto del Nevada martizzato per l'occasione (sprecata) sperando che il tutto finisca il prima possibile; in particolare, impossibile non provare pena per il povero Terence Stamp costretto a teo-filosofeggiamenti ridicoli, così come è impossibile non notare che l'imbolsito Val Kilmer si conferma il peggior attore vivente, dopo i forti sospetti sollevati in seguito alle sue memorabili interpretazioni in Tombstone e Il santo (che, lo ricordiamo, è il più brutto film di sempre). Della sceneggiatura si è già detto, ma vale la pena far notare come si avvalga dei suoi evidenti buchi (mossa geni[t]ale) per creare suspense e effetti sorpresa: ci si dimentica di Carrie-Ann Moss? Eccola irrompere sulla scena tra lo stupore generale; che fine avrà fatto la robottina incattivita? Saranno proprio le sue "pile" a risolvere la situazione! Di solito, in casi disperati come questo si cerca (penoso) rifugio negli effetti speciali ma, ahinoi, anche quelli in Red planet sembrano "svogliati", mediocri e assolutamente indegni di nota. Il peggio del peggio, insomma, questo filmetto di Hoffman…unica nota positiva: potrebbe servire, per vie traverse, a far rivalutare il recente e largamente incompreso gioiellino del grande De Palma, Mission to mars, che gli verrà forse paragonato per vicinanza temporale, affinità di genere e comunanza "di pianeta"…