Thriller

PAPARAZZI

Titolo OriginalePaparazzi
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2004
Genere
Durata84'
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Scenografia

TRAMA

Bo Laramie, attore di successo, è stanco dei fotografi che lo assediano. Decide di vendicarsi.

RECENSIONI

Da un soggetto affascinante, attuale come la Morte, una produzione piuttosto canonica si affaccia timidamente sul nostro mercato estivo. Peccato che, dopo aver seminato brucianti premesse – difficile è l’identificazione con il personaggio positivo nel film: non ce ne sono –, la pellicola, che soffre l’inganno di un titolo vanziniano, preferisce solcare le quiete acque dell’action movie (complice l’ovvia regia) anziché battere il ferro finché è caldo: la scena migliore, un drammatico incidente alla Lady Diana (con gustoso senso del macabro) che innesca la follia del giovane attore, è l’unica vera pugnalata nel ventre della materia (i fotografi osservano attoniti per un secondo, poi ricominciano a scattare: niente male) ma il giochino si perde nella routine dell’indagine, il detective che sembra arguto ma è tonto, il figlio che sembra in fin di vita ma si riprende, la vendetta che sembra macchinosa ma riesce al millimetro, il film che sembra tenere ma smarrisce l’ombrello sotto la pioggia di buchi ed inverosimiglianze. Tanto per svelare la sorpresa, come possa essere la versione finale di Laramie unanimamente avvallata è nebbioso mistero per cui non basta la vecchia sospensione d’incredulità.
Non fa né caldo né freddo: la condanna al tiepido grava su PAPARAZZI, che si rivela una foto d’archivio magari onesta ma ingenua, di sicuro sbiadita e presto impolverata. Crudele paradosso per l’esordiente Paul Abascal, ex parrucchiere (!) dei divi di Hollywood: fare un film spettinato, con le dita sull’obiettivo, destinato a sparire immantinente dalla memoria. Di cosa stiamo parlando?