TRAMA
Co-Boy e Indien vorrebbero augurare un buon compleanno a Cheval e decidono di regalargli un barbecue. Peccato che sbaglino l’ordinazione e si facciano consegnare un miliardo di mattoni.
RECENSIONI
Già presentato nella sezione "Proiezione di Mezzanotte" al 62º Festival di Cannes e tratto da una serie animata di culto in Belgio, il vincitore del 12º Future Film Festival si distingue per bizzarria ed estro. Cos'hanno in comune tre figure archetipiche dei giochi d'infanzia come Cavallo, Cow-boy e Indiano? Niente, se non il fatto di provenire dal baule dei ricordi e di essere messi in scena proprio come se fossero vecchi soldatini (in posizione eretta poggiano su una base, che invece scompare se i piedi non toccano terra). In questo senso l'animazione in stop-motion non cerca la fluidità ma rende stile il personalissimo modo di muovere i personaggi, fedeli alla loro origine di plastica e in preda a una perenne schizofrenia che li fa agitare come se fossero spostati da nervosissime mani invisibili. L'animazione imperfetta riflette l'intento di disattendere le aspettative, prerogativa evidente delle caratterizzazioni. A dominare la scena è infatti il nonsense. Un umorismo sottile, a tratti irresistibile, gioca con le convenzioni, ribalta ruoli, dribbla luoghi comuni e passa al fine setaccio dell'ironia ogni sequenza. L'effetto è dapprima spiazzante e vagamente sinistro, arriva a sorprendere, sfiora l'entusiasmo, ma non regge alla lunga distanza. Alla luce dell'esile soggetto, infatti, la vicenda potrebbe esaurirsi in pochi minuti come continuare all'infinito ed è più che altro di spossatezza la sensazione che il lungometraggio lascia allo scoccare del settantacinquesimo, conclusivo, minuto.
