TRAMA
Un avvocato viene in possesso, senza accorgersene, della registrazione di un omicidio politico. La “National Security Agency” prima lo discredita pubblicamente, poi gli dà la caccia.
RECENSIONI
Satelliti spia, telecamere miniaturizzate, cimici ultrapotenti, database onniscienti e manomissioni telematiche: la società informatizzata e le nuove tecnologie audiovisive permettono un controllo a tappeto di qualsiasi mossa d'ogni singolo individuo. La privacy, se non è tutelata, è morta. Il produttore Jerry Bruckheimer ed il regista Tony Scott (insieme dai tempi di Top Gun), con l'aiuto del validissimo David Marconi alla sceneggiatura, insinuano la fobia del "Grande Fratello" in un thriller mozzafiato (ma con Will Smith non può mancare l'ironia) la cui tensione, fra gli inseguimenti (da manuale) e l'incubo (possibile, reale) del solo-contro-tutti, non dà tregua dall'inizio alla fine. Modello dichiarato sono i thriller politici con complotto degli anni settanta: dopo aver citato Taxi Driver e Re per una Notte in The Fan con Robert De Niro, Scott rende omaggio a La Conversazione (riletto con il batticuore de I Tre Giorni del Condor) e ripesca il suo protagonista, Gene Hackman, restituendogli lo stesso tesserino identificativo e "copiando" la scena delle intercettazioni nel parco. Ripassando la sua filmografia, è la prima volta che una pellicola del fratello minore di Ridley Scott funziona sia a livello spettacolare sia di denuncia civile: ci si era provato anche in Allarme Rosso e The Fan, tradendo presto i buoni presupposti in favore del mero intrattenimento. Questa volta azione e messaggio corrono paralleli, per poi abbracciarsi feralmente nella splendida scena finale (Scott ha appreso la lezione da Tarantino, da Una Vita al Massimo), in cui le nuove "armi" nate nel 20° secolo (quello della riproducibilità tecnica) si ritorcono contro di chi ne fa un uso improprio, mentre Mafia e Servizi Segreti corrotti si sbranano…fra simili.