TRAMA
Ethan Hunt (Tom Cruise), super agente della “Mission Impossibile Force”, è costretto ad interrompere le sue vacanze per andare alla ricerca di un misterioso oggetto chiamato “Chimera”. In realtà questo è una misteriosa arma biologica, ed Hunt dovrà vedersela con il terrorista Sean Ambrose (Dougray Scott), disposto a tutto pur di riuscire a venderla.
RECENSIONI
Nell'esordio cinematografico dell'agente Ethan Hunt, Brian De Palma aveva messo a disposizione la sua professionalita' in un film ricco di effetti ma privo di emozioni, tutto incentrato sul personaggio e i primi piani di Tom Cruise. In questo secondo episodio, non cambia il punto di riferimento, Tom Cruise appunto, sempre piu' divo e acrobata, ma John Woo riesce, grazie a una regia virtuosistica, a rendere divertente e godibile una storia ancora una volta senza grandi spunti di originalita'. La sceneggiatura sembra preoccuparsi di seguire la linearita' degli eventi per permettere allo spettatore di capire cosa sta succedendo, ma senza alcun approfondimento psicologico nei personaggi, che paiono piu' come i protagonisti di un videogioco che persone in carne ed ossa. Tom Cruise e' troppo invulnerabile per emozionare e Thandie Newton, pur avendo un ruolo di rilievo nel plot, attraversa il film senza che la problematicita' del suo personaggio tocchi le corde emotive dello spettatore.
Restano nella memoria alcuni momenti, come l'incontro iniziale tra l'agente e la ladra al ritmo del flamenco, il gioco delle maschere, o alcune sequenze d'azione in cui la legge di gravita' pare un dettaglio inutile, ed anche la fotografia, in grado di filtrare interni e volti in un calore prettamente cinematografico. Quello che manca, pero', nel bombardamento visivo di paesaggi splendidi, gadget iper-tecnologici e griffe in evidenza, e' la partecipazione allo spettacolo di cui si resta "vittime" divertite ma non complici.
Rispetto al precedente di Brian De Palma, questo capitolo possiede un'anima: John Woo dona il sorriso (e maggior fascino) al personaggio di Tom Cruise, lo fa innamorare di una dolce Thandie Newton, alterna l'adrenalina dell'action e della suspense con sprazzi romantici al rallentatore (la trama, secondo Robert Towne, ricalca il Notorious di Alfred Hitchcock e Woo s’era già innamorato dei ‘colpi grossi’ in Once a Thief, film che, oltretutto, conteneva anche le acrobazie in moto). L'apertura è magnifica, con Ethan Hunt che sfida la parete d'una roccia (Cruise senza controfigure), l’inseguimento mozzafiato fra porsche, la commedia rosa e la danza di carattere (siamo a Siviglia): Woo incanta e meraviglia con il montaggio figurativo che duetta con quello sonoro. In seguito, la pellicola si fa meno sorprendente, il soggetto rivela la propria modestia, la sceneggiatura non eccelle: d'obbligo (per mantenere almeno un "link" con la serie televisiva) la solita "violazione" di un luogo di massima sicurezza (geometrie che non fanno rimpiangere la famosa sequenza di De Palma), il cattivone di turno, la corsa contro il tempo. Woo semina dei marchi di fabbrica: le doppie pistole, la colomba bianca, la specularità fra gli antagonisti (entrambi hanno un punto debole: la ragazza), le maschere e gli scambi d'identità alla Face/Off (il colpo di scena nel bunker è, però, telefonato). Ma solo nel finale rivela d'essere lui il vero virus della situazione, "contamina" il cinema hollywoodiano con sequenze spettacolari ed insieme totalmente assurde, tipiche dello stile di Hong Kong: il fumettistico ed epico duello fra moto, l'incontro da Mortal Kombat sulla sabbia, e la morale che alla violenza (Hunt non vuole uccidere) è preferibile l'amore. Sì, ma che fine ha fatto l'epidemia che doveva scoppiare nel centro di Sydney? Sarà, come altre scene, l’effetto di tagli imposti dalla produzione al regista, che aveva consegnato un minutaggio maggiore.