TRAMA
Londra, 1902. Come Beatrix Potter divenne una delle scrittrici ed illustratrici più famose d’Inghilterra e prese in mano la sua vita.
RECENSIONI
Miss Potter è la biografia di una donna che fece della propria passione per le fiabe un mestiere ed uno strumento per realizzare se stessa e la vita che desiderava. Di conseguenza, la trasposizione su grande schermo di questa esistenza, per cogliere lo spirito del personaggio, non può non dare ampio spazio al fantastico. Fin dall'inizio gli scenari da favola della bellissima campagna inglese fanno da cornice alle vicende della protagonista, suggerendo chiaramente la nascita dell'ispirazione per i suoi disegni e racconti. I numerosi flashback mostrano come la fantasia presentasse alla Potter bambina mondi paralleli che al suo si sarebbero affiancati per sempre. Gli animali inventati da Miss Potter vengono infatti subito indicati come 'i suoi amici', e tali rimarranno in ogni fase della sua esistenza. In numerose riuscite sequenze coniglietti, oche e ranocchie prendono vita dai disegni e si animano con delicato umorismo.
I creatori di storie, per istinto naturale, danno vita e forma ad universi di loro gradimento; allo stesso modo Beatrix Potter sembra fare anche con l'universo reale in cui si trova a vivere concretamente. La sceneggiatura mostra infatti come, anziché adattarsi alle norme sociali vigenti che la vorrebbero presto moglie di un uomo di ceto e condizione economica adeguata e, ovviamente, donna di casa senza velleità di sorta, Beatrix abbraccia solo le scelte in cui crede. Cerca con determinazione una affermazione personale per mezzo del proprio lavoro e sceglie per ben due volte un marito 'inadatto' secondo le convenzioni ma a lei affine ed amato.
Questa la sostanza di una trama in effetti estremamente semplice e lineare (perfino troppo), in cui alla realizzazione della protagonista si frappone un'unica vera tragedia, giacché le difficoltà ed i contrasti con i genitori non sono mai davvero violenti ed insormontabili.
Nella seconda parte del film la scrittrice decide anche di impegnarsi nella difesa dell'amata campagna inglese dalle speculazioni dei latifondisti, tutelando quell'ambiente idilliaco che forniva costante ispirazione alla sua fantasia.
Probabilmente ai tempi di Miss Potter bastava il suo approccio dolcemente determinato a fare di lei una piccola rivoluzionaria, o quanto meno, come appare, una donna che ha dato l'impronta che desiderava alla propria esistenza.
Una sognatrice creativa e fortunata, che fatica un po', specie in presenza della parte meno romantica del pubblico, a reggere un'intera pellicola. Il ritmo non è certo serrato, gli snodi non sorprendenti (la scena alla stazione lascia intuire quel che accadrà indugiando troppo a lungo sui saluti, sull'enfasi e sulla figura dell'innamorato); nonostante questo il film può dirsi riuscito nella scelta dei toni giusti per riprodurre la delicatezza ed il tenero brio dell'immaginario della scrittrice, nella coerenza del linguaggio, nell'equilibrio tra fantasia e realtà.
Renée Zelleweger, americana abituata a fare l'inglese, dà vita all'autrice di Peter Coniglio con il consueto mestiere, ma deve fare attenzione a non fare abuso di smorfiette, per evitare che la dolcezza diventi leziosità. Ewan McGregor, sempre versatile, è l'editore teneramente goffo che la fa innamorare, bravo anche se leggermente sacrificato.