
TRAMA
Sembra una serata come tante altre: un viaggio in macchina, una strada di montagna, una ragazza da sola. Basta però una curva perché tutto cambi e la notte assuma i contorni di un incubo.
RECENSIONI
Creatore della saga horror "Phantasm", in Italia senza particolare seguito, Don Coscarelli adatta un racconto di Joe. R. Lansdale. Tutto avviene in una notte. Sembra una sera come tante altre. Una ragazza sta percorrendo in macchina una strada di montagna quando, dopo una curva, trova un auto ad ostacolarle il cammino. Lo scontro è inevitabile, ma superato lo shock dell’incidente, la protagonista dovrà affrontare un pericolo ben più temibile: un mostruoso serial killer dal pallore lunare. Il mediometraggio di Coscarelli punta alle radici della paura, con l’imprevisto che sfocia nell’orrore più nero. La calma è solo apparenza e può di colpo tramutarsi in minaccia. In pochi minuti una situazione si può capovolgere. Supportato da una buona sceneggiatura, Coscarelli imprime alle difese della protagonista un andamento elementare ma persuasivo, alternandole, ad effetto, con il flashback della sua storia d’amore. Il contrasto tra la frenesia della fuga (pericolo) e la pacatezza, di facciata, dei ricordi affettivi (sicurezza) crea uno stridore funzionale al progedire del racconto. La struttura, con gli incastri dei flashback a interrompere lo sfogo delle sequenze di azione, è ben calibrata e i dettagli si susseguono efficacemente con esito imprevisto. Il finale esagera forse un po’ con i colpi di scena, prolungando all’eccesso l’arrivo della effettiva conclusione, ma Coscarelli non concede tregua allo spettatore, non cede al buonismo e pur ammiccando a un immaginario più che consolidato ("Non aprite quella porta" su tutti) riesce a fare con professionalità il suo mestiere di dispensatore di brividi.
