Animazione

MADAGASCAR 2

Titolo OriginaleMadagascar 2: Escape
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2008
Durata89'
Sceneggiatura

TRAMA

Alex il leone, Marty la zebra, Melman la giraffa e Gloria l’ippopotamo si apprestano ad abbandonare il Madagascar per raggiungere New York. Il volo su un aereo rudimentale costruito dai pinguini, però, dura poco. Un guasto ai motori li obbliga infatti a un atterraggio di fortuna nel cuore del continente africano. I quattro amici hanno così modo di confrontarsi con un mondo che non immaginavano.

RECENSIONI

Impossibile resistere al richiamo del sequel quando un film incassa nel mondo 533 milioni di dollari. E così squadra che vince non si cambia: dopo tre anni la Dreamworks è di nuovo pronta a battere cassa con la sola nuova entrata dello sceneggiatore Etan Cohen. Il suo contributo non passa inosservato, infatti il soggetto riprende l'idea di fondo di Tropic Thunder, sua recente collaborazione, a sua volta debitore di tanto cinema d'animazione e non, a partire da Shrek fino all'attuale Bolt. La parola d'ordine è una sola: decontestualizzare. Come gli attori del film di Ben Stiller si trovano inadeguati a vivere una vera guerra, così i quattro animali protagonisti di Madagascar 2, cresciuti negli agi dello zoo di New York, sono impreparati a fronteggiare le loro radici selvagge nel cuore nell'Africa nera. Un inevitabile spaesamento su cui sono giocate gran parte delle gag che animano la narrazione. È la ricerca della propria identità, invece, il sottotesto del film, ma se i momenti comici funzionano a dovere (l'agguato dei pinguini alle jeep dei sapiens è irresistibile), le pillole di saggezza che vengono impartite sono piuttosto stantie. Non sono tanto i problemi messi in scena ad essere frusti (a parte la necessità del figlio di dimostrare il proprio valore al padre in un quasi calco de Il Re Leone) quanto le soluzioni adottate. Interessante vedere la zebra scoprire per la prima volta la gioia di appartenere a un branco ma anche constatare il suo totale anonimato, inspiegabile come il leone riesca a distinguerla dalle altre. Buffo l'amore sui generis della giraffa nei confronti dell'ippopotamo, incomprensibile come basti una dichiarazione, pur se sofferta, a far scattare la reciprocità. È poi ancora necessario lottare contro le aspettative dei padri (e non delle madri, chissà perché) per realizzare se stessi, le tradizioni si confermano una vera palla al piede e per diventare un leader è sempre imprescindibile dimostrarsi un eroe. Non facile tenere sotto controllo i molteplici snodi previsti per soddisfare le esigenze dei tanti personaggi e infatti il quadro d'insieme scricchiola più volte a causa di coincidenze inverosimili anche per i più piccini (atterri in un punto imprecisato dell'Africa e ritrovi, di colpo, la famiglia perduta; incontri una jeep e i passeggeri, oltre ad essere newyorchesi, includono la spietata vecchietta del primo film) e di più momenti in cui l'azione, per uscire dallo stallo, ha bisogno di trovate che paiono buttate un po' lì (la prova di coraggio imposta dall'immancabile cattivo, il prosciugamento del corso d'acqua, la rapidità con cui i problemi si impongono per poi risolversi senza strascichi). La sensazione è che la produzione abbia puntato tutto sulla simpatia e la verve dei quattro protagonisti e dei tanti comprimari. Scelta comprensibile, perché l'ora e mezza scorre piacevole e innocua, anche se forse meno pistolotti edificanti e un po' più di originalità avrebbero giovato al risultato. Discorso a parte per la resa visiva. Sono passati tre anni e la tecnica si è ulteriormente evoluta rendendo l'animazione, fedele allo stile spigoloso del prototipo, particolarmente fluida, con grande cura del dettaglio sia nell'espressività dei personaggi che negli incredibili fondali.