TRAMA
Alla morte di Jack tre amici e il figlio del defunto partono in macchina per andare a disperderne le ceneri in mare.
RECENSIONI
L'amicizia e solidarietà virile trovano, con L'ULTIMO BICCHIERE, tratto da un romanzo di Graham Swift, l'occasione per un'ulteriore, niente affatto superflua, celebrazione cinematografica. Con buon piglio, sfiorando con tocco sensibile anche i mezzi toni, Schepisi dirige un narrato che non abdica a una delicata vena umoristica, tipicamente inglese, ma senza renderla mai facilmente dominante: non stempera l'amarezza del vissuto dei suoi personaggi e fa sì che i colori della commedia s'impastino bene al generale dato malinconico. La cronologia scomposta - che costituisce un rischio non da poco per un film come questo, complicando non poco l'immediata lettura del dato tramico - e gli andirivieni temporali garantiscono sfaccettature alle figure e una funzionale, graduale scoperta della dinamica degli eventi, elemento che risulta solido punto di forza della pellicola. Supportato da un cast eccellente in cui spiccano soprattutto Hoskins e la Mirren, L'ULTIMO BICCHIERE è un film che può vantare un suo rigore, non cadendo nel tranello retorico che un tema come quello affrontato tende facilmente: certi sogni si infrangono, piccole e grandi gioie si possono raggiungere ma tanto dolore resta inevitabilmente: nessuno è completamente colpevole o completamente innocente. La morte e i ricordi di una vita ci dicono che le debolezze sono di tutti e che dietro un sorriso e una bevuta si può affogare con tranquillità una rassegnata desolazione come una pacata consolazione se nel rito comune dell'alzare il gomito vive un sentimento autentico, quello che neanche il tormento o il rimorso più feroce possono scalfire.