
TRAMA
Bioingegnere, Alice Woodard rende sterile il fiore che chiama “Little Joe” come suo figlio, per aumentarne il profumo con proprietà terapeutiche. Il fiore secerne un polline che, secondo una collega, altera il cervello degli esseri viventi asserviti.
RECENSIONI
Jessica Hausner aveva ampliato gli orizzonti del cinema dell’orrore con Hotel, in levare e ambiguo, fondato su segni e sensazioni senza aperte manifestazioni, perturbante nel ruolo dato allo spazio, la natura, i silenzi, le ombre. Tutto l’inverso di questo nuovo approccio in lingua inglese, dove l’elemento fantahorror è conclamato anche oltre le intenzioni: gli Ultracorpi di Terrore dallo Spazio Profondo, le inquietudini del Villaggio dei Dannati e le neurotossine di E Venne il giorno sono rese sterili per gratificazione di un cinema autoral-allegorico alla Lanthimos che, però, resta chiuso nella serra senza ossigeno dei Figli dei Fiori. Sempre notevole lo sguardo dell’autrice per gli ambienti (i carrelli laterali in serra, il verde che accomuna mensa e camici degli umani assoggettati) e resta impresso, anche per invadenza, il commento sonoro con flauto e tamburi taiko di Teiji Ito, ma il motivo e il modo che attraversano tutto il cinema dell’autrice, l’ineluttabilità della separazione fra gli individui espansa nella dissimulazione delle apatie laconiche, sono prosciugati e calpestati nel frontale che aderisce a certi meccanismi topici dell’orrore (il cane gettato nell’inquadratura come i gatti neri nella peggiore serie B; il personaggio minore che avverte invano del pericolo incombente; i fiori senzienti e moventi fino all’imprudente vocina ultraterrena stile L’Esperimento del Dr. K). Tedia il perenne braccio di ferro fra infetti e asintomatici, per altro poco credibile (improbabile che Alice sia l’unica incontaminata, avendo aderito alla causa della Piccola Bottega degli Orrori), e ha un profumo anodino l’allarme sull’omologazione che priva l’essere umano delle imperfezioni salvifiche, mettendo il bene sociale al di sopra di quello individuale (Little Joe sostituisce Joe): solitaria stoccata non risaputa, la scena finale dalla terapeuta in cui, secondo ‘scienza’, il paziente è guarito quando mostra ragionevolezza senza psicosi ma, in realtà, dichiara la propria morte cerebrale.
