Drammatico, Recensione

L’INGLESE

Titolo OriginaleThe Limey
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1999
Durata90'
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Scenografia

TRAMA

Un ladro professionista inglese, uscito di prigione, si reca a Los Angeles per vendicare la morte della figlia, uccisa da un magnate della musica pop.

RECENSIONI

 

In una produzione indipendente, quello che Soderbergh solo a sprazzi osò fare nel precedente hollywoodiano Out of Sight con George Clooney (che ha un cameo, in un servizio alla tv), viene moltiplicato al parossismo, e assurge a vera ragion d'essere di un film che, come altrove nel suo curriculum, conta più per la forma subliminale/significativa che per l'intrigo di per sé (è una banale trama di resa dei conti): il racconto è spezzato in flashback asincroni, che procedono per associazione d'idee piuttosto che per cronologia o causa ed effetto. Schegge sfasate nel montaggio, nel rincorrersi dei ricordi (il grande Terence Stamp rivede se stesso nel Poor Cow di Ken Loach, in cui interpretava sempre un ladro con figlia: idea geniale) e l'immaginazione, frantumando il "continuum" dei fotogrammi ma non quello narrativo, che resta lineare. Può capitare, così, che lo stesso dialogo si appoggi su tre sequenze differenti con lo stesso attore o che l'inizio presagisca il termine e, nella chiusura circolare (splendida), il carnefice si specchi nella vittima, mutando il tema della vendetta in quello dell'assenza di un padre. Il tutto si trasforma anche in un omaggio agli anni sessanta della Controcultura, dai modi di ripresa che citano il cinema-verità, alle imbrattature ironiche godardiane, dall'uso del commento sonoro (si parte con gli Who) ai frammenti di Alain Resnais in un intelligibile gioco di sfasamenti. Senza dimenticare la presenza di attori-icona del periodo: Terence Stamp, massiccio come Lee Marvin in Senza un Attimo di Tregua, il Joe D'Alessandro di Andy Warhol, Barry Newman (Punto Zero) e Peter Fonda, il cui personaggio che specula sulla musica pop diventa il simbolo del Mercato che ha fagocitato gli ideali della "rivoluzione mancata". Vendicando la morte della figlia, Stamp (ri)vendica una vita (traslati, gli anni sessanta) rubatagli, l'occasione mancata di avere una famiglia, oppure cerca il riscatto: non dimentichiamo che nel Teorema di Pasolini interpretava l'essere che distruggeva la famiglia borghese. Ora, sempre vestito di nero, deve annichilire il nuovo nemico,  il potere costruito sull'inganno e la corruzione, asserragliato nel castello di Kafka (Delitti e Segreti).