
TRAMA
All’inizio dell’Era Glaciale, un bradipo inetto e un mammut solitario si ritrovano uniti nella missione di riaccompagnare in seno al suo branco un cucciolo d’uomo smarrito. Li aiuterà un’ambigua tigre zannuta.
RECENSIONI
Brillante e veloce, giustamente surreale e lievemente patetico, il film ha tutti gli ingredienti che caratterizzano il cinema d’animazione contemporaneo: conferma le scelte Disney – con la quale si mette direttamente in concorrenza, anche per la sorprendente somiglianza con la trama di Monsters Inc.– nell’eliminazione delle canzoni, sostituendole con una colonna sonora di commento che non turba lo svolgimento della narrazione e avvicina il prodotto ai gusti del pubblico più adulto. Inoltre c’è il personaggio-gag (il ratto scoiattolo Scat, l’unico animale non parlante e il depositario degli sketch più comici), il maldestro-chiacchierone (il bradipo Sid, apparentemente privo di funzione all’interno della compagnia, della quale è in realtà il cuore pulsante), il silenzioso-malinconico (il mammut Manfred, che è custode degli equilibri fra i personaggi) e il tenebroso-riabilitato (la tigre Diego, l’elemento apparentemente estraneo, che si rivelerà poi provvidenziale). Completano il quadro la missione per la quale ci si ritrova uniti e si superano le diversità, il viaggio e la condivisione di esperienze, la disfatta dei cattivi irredenti. Nella versione italiana le voci dei protagonisti sono state affidate a tre attori brillanti del piccolo e grande schermo, che si rivelano sicuramente all’altezza del compito per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi; tuttavia la recitazione è un po’ debole e a volte stentata anche per il solitamente ottimo Gullotta. Il che dimostra che attore e doppiatore restano due figure professionali vicine, ma non sempre intercambiabili.

Esordio di un talentuoso animatore digitale che vinse l'Oscar nel 1998 con il cortometraggio Bunny. La trama ricorda un film di John Ford virato in farsa (In Nome di Dio – Il Texano), mischiata ai temi di Monsters & co., ma è la comicità stile cartoni Warner Bros (Bugs Bunny & co.), unita all'eccellente animazione delle espressioni dei personaggi, ad averne già decretato lo status di cult. Alla follia tipica dei cartoni citati (vedi la surreale gara di bob nello scivolo infinito), s'accompagna una traccia "umana" commovente (il parallelo finale mammoth-uomo) e un on-the-road dove crescono l'amicizia e l'affetto. Lo scoiattolo isterico, ad ogni sua apparizione, strappa un applauso, sorta di sfigato Willy il Coyote alle prese con una ghianda. Dopo il suo prologo, parte la migrazione dei dinosauri stile Allegro non Troppo di Bruno Bozzetto. Un altro personaggio irresistibile è il bradipo chiacchierone e pasticcione (con il mammoth ricorda l'accoppiata ciuco/orco di Shrek). La sceneggiatura inventa molte gag sulla teoria dell'evoluzione e non mancano le citazioni cinefile, come quella indimenticabile di Quella sporca Ultima Meta con gli stupidissimi (che spasso!) uccelli dodo. Simpatia e tenerezza scaturiscono da situazioni simili a Tre Scapoli e un bebè, con gli animali alle prese con la culla.
