TRAMA
1964: i giornalisti attendono che Howard Hughes fughi le illazioni insite in una sua biografia non autorizzata. Cinque anni prima, il suo giovane assistente Frank s’innamora della nuova attrice sotto contratto Marla.
RECENSIONI
In ritiro mediatico da 15 anni come Howard Hughes, Warren Beatty sceneggia, produce, dirige ed interpreta l’ennesimo ritratto cinematografico del tycoon (nell’incipit, ad esempio, i retroscena a L’Imbroglio di Lasse Hallström). Un progetto rincorso, riuscito ma ignorato da pubblico e critica, quindi epitaffio di un’epoca, di un modo di fare cinema da parte di un vecchio leone della classicità macchiata di New Hollywood. Dialoghi veloci e sagaci, parterre di interpretazioni straordinarie con attori che lasciano il segno anche in piccoli ruoli, biografia dove si respirano la Vita, la sua commedia, i suoi drammi, il suo senso esistenziale, l’amore romantico, l’individualismo, i temi politici e religiosi, la morale e le tentazioni per modificarla. Due tracce: da un lato l’uomo anticonvenzionale e misterioso in odore di in-sanità mentale, dall’altro la giovane coppia figlia delle convenzioni che, toccata dagli Angeli dell’Inferno (film di Hughes che scorre al secondo incontro con Marla), non sa che spazi occupare. Entrambe sono definite dal titolo: le regole non si applicano all’eccentrico Hughes e non si applicano a due cuori che non consumano l’amore ma dichiarano la reciproca eccezionalità.
La Coppia
Canzoni d’epoca suggellano l’altromondo in cui la pia Marla mette piede, non sola fra decine di belle ragazze, per cui la RKO ha già allestito 26 appartamenti: la interpreta la sosia di Jennifer Jones, una Lily Collins con un indimenticabile tipo peperino e prolisso, la migliore in scena al servizio delle battute. L’accompagna nelle stanze dell’alieno il tenero angelo custode Frank (Alden Ehrenreich), fidanzato e proveniente anch’egli da una famiglia religiosa che, però, con Marla si confida e bacia. Anche Marla fa un gesto di rottura: resta, contro il parere materno, nell’abbraccio del celato burattinaio Hughes, che si esprime attraverso disposizioni bizzarre (per proteggere le grazie delle fanciulle, ha dato indicazione agli autisti di rallentare ad ogni dosso e di non dare confidenza). Parte il provino (anche allegorico, giocato su voyeurismi e ombre): Marla, umilmente, dichiara di non sentirsi sexy e di non saper recitare; il “regista” Hughes scruta ma non risponde e indaga con Frank orientamento religioso e innocenza della fanciulla.
Le Regole
Per Frank, Hughes è il simbolo del capitalismo opposto al comunismo: può dire ciò che vuole, tutti vorrebbero essere come lui, tutti hanno paura di lui. Le regole sono quelle che il milionario calpesta inopportunamente, ma anche quelle opportunistiche con cui i suoi avversari vorrebbero limitarlo. Sono quelle che portano Frank ad essere onesto con la propria fidanzata una volta che ha baciato un’altra, quelle per cui Marla decide che, avendo Frank già fatto sesso con la fidanzata, non possono stare insieme. L’assenza di regole, lasciandosi trasportare dal Fato e dalla suadente circolarità complessa del film, porta Marla ad ubriacarsi per la prima volta non con Frank ma con Hughes, ad incantarlo con la canzone scritta per Frank, ad esplodere di desiderio fra le braccia della Libertà (da se stessa; dallo sguardo idealizzato di Frank).
Le Eccezioni
Per Marla, Hughes è portatore di una sana follia, quella che lo fa pilotare in modo sconsiderato l’aereo mentre racconta un aneddoto su Al Jolson e Caruso, quella cosciente dei propri limiti (quando il suo braccio destro Noah Dietrich/Martin Sheen propone una visita psichiatrica, rifiuta per non fornire pretesti al nemico: gli azionisti della Trans World Airlines che dirige). Ad un certo punto, però, i comportamenti eccentrici si moltiplicano, Hughes si isola dal mondo e dalle “figure paterne” (avvocati, consiglieri), si ammanta di sfiducia (non crede alla gravidanza), sposa Jean Peters per proteggere gli affari, litiga con Frank, si trasferisce in Nicaragua, gira con due sosia. Governo e Fato (fino ad un terremoto) lo perseguitano e mettono a terra. Ma c’è il barlume di un cambiamento quando Frank da allievo diventa maestro, rinfacciandogli le mancanze e ottenendo una confessione a cuore aperto.
La Regola Eccezionale
L’esemplare sceneggiatura ritorna al futuro del 1964, rivelando che l’oggetto del contendere è proprio la sanità mentale di Hughes: il miracolo del Fato, allora, incastra le verità preesistenti, portando alla maturazione da figlio insofferente a padre. Il miracolo del film fa intuire senza esplicitare, mentre cerca l’empatia nella commozione. Si conclude anche l’altro percorso narrativo “di coppia”, con Frank che assume la vita vera di Hughes, lasciando a quest’ultimo la riproduzione (i nastri di quella canzone). Beatty quadra il cerchio con un senso coinvolgente ed olistico, previa chiave di lettura data da un protagonista che, individuata la causa della nevrosi (la figura paterna), si risveglia per un attimo dal torpore di fronte al proprio Dna. Beatty e Hughes legati per sempre, anche dal fallimento economico di questo film.