Poliziesco

LE JENE DI CHICAGO

Titolo OriginaleThe narrow margin
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1950
Durata70’

TRAMA

Una coppia di poliziotti deve scortare sul treno “La freccia d’oro”, da Chicago a Los Angeles, un’importante testimone, la moglie di un gangster morto ammazzato. I killer sono in agguato.

RECENSIONI

Poliziesco/thriller della benemerita RKO Pictures: un piccolo classico, senz’altro il migliore sfornato nel periodo da Richard Fleischer (ma restò fermo per due anni e uscì solo nel 1952). La sceneggiatura di Earl Fenton gioca sulla figura di un poliziotto probo ed incorruttibile che deve difendere due donne: con un magistrale colpo di scena chiude in bellezza la sua lodevole dedizione al lavoro, quando rischia la vita per un’autentica “iena” (l’unica individuata a seguito del titolo italiano…), pur avendo messo più passione nella salvaguardia di colei da cui è attratto. Fenton è lo sceneggiatore anche dell’altra, generalmente apprezzata opera del regista, Sterminate la Gang!: certi tòpoi si ripetono, dal duro protagonista (come l’investigatore di Squadra Mobile 61), interpretato dallo stesso attore in vicissitudini simili (entrambi i personaggi perdono il collega), al treno come mezzo di paura. Tutta girata in studio, in soli tredici giorni, per il regista l’opera è un ottimo esercizio di stile negli spazi angusti di un treno (da antologia la scena della lotta dentro la cabina), con i pochi “esterni” girati, a specchio, in modo claustrofobico e una precisa scelta iconografica, fra vapori e cupa fotografia notturna. Nella esemplare tensione, in assenza (quasi) di commento sonoro (sostituito dalla martellante/angosciante traccia del vagone sui binari), Fleischer infila anche tocchi umoristici che non guastano (il ragazzino impiccione, il passeggero grasso) e tocchi da maestro (il montaggio parallelo fra lei che si lima le unghie e i bracci della locomotiva, con identico ritmo; l’ingegnosa sequenza finale che sfrutta i riflessi dei finestrini). Certe sbavature, invece, fanno parte del gioco (B-movie): la lentezza inverosimile dei killer in caccia (attendono sempre non si sa cosa), la scena poco credibile della colazione rifiutata.