Recensione, Western

LA RESA DEI CONTI

NazioneItalia
Anno Produzione1966
Genere
Durata110’

TRAMA

Cacciatore di taglie invincibile, Corbett accetta l’offerta di un possidente texano di finanziargli la campagna elettorale da senatore. Si mette sulle tracce di un messicano accusato di aver stuprato e ucciso una dodicenne, ma gli sfugge sempre.

RECENSIONI

Il fenomeno spaghetti western era appena deflagrato: Sergio Sollima, reduce da tre film che cavalcavano la moda degli 007, fu fra i primi a seguire l’onda, affidandosi alle musiche di Ennio Morricone (non memorabili, canzone sui titoli di testa compresa) e anticipando insieme a Quién sabe? la vena politica del genere (in entrambe c’è di mezzo Franco Solinas). La sceneggiatura dello stesso Sollima e Sergio Donati, però, non è abbastanza raffinata da sfumare e potenziare le intenzioni dell’apologo di “sinistra”: un capitalista crudele e manipolativo che se la fa con pedofili e baroni sadici, il peone che stava con Juarez, l’aforisma per cui, nella vita, c’è chi fugge (i poveracci) rincorso da cattivi destrorsi che fanno caccia grossa in India e Africa. È da subito palese che il simpatico personaggio del cubano Tomas Milian (per la prima volta in vesti che ne faranno la fortuna da attore) non è colpevole, anche perché la regia inquadra il volto preoccupato del vero assassino, ma il film finge di tirarla per le lunghe per aumentare la suspense o, almeno, perpetuare l’ignoranza del bounty killer di Lee Van Cleef, con il messicano che non confuta le accuse. Sollima non possiede il talento di Leone in messinscena e montaggio (davvero poco, figurativamente, da ricordare), ma tutto si può dire del film tranne che, per il 1966, non fosse tematicamente innovativo e, a livello creativo, inventivo e bizzarro per situazioni varie e caratteri: la maliarda vedova mangiauomini (rielaborazione della Jeanne Crain di L’Uomo senza Paura di King Vidor), i fraticelli, i mormoni. Il personaggio ribelle e ilare di Milian pare un’anticipazione di quelli di Terence Hill e otterrà un seguito, senza Van Cleef, con Corri Uomo Corri: il suo nome Cuchillo s’ispira al Kikuchiyo di I Sette Samurai. All’estero è circolata una versione da 90’.