
TRAMA
Fester Addams, sparito anni prima nel Triangolo delle Bermuda, riappare improvvisamente. Ma c’è qualcosa che non quadra…
RECENSIONI
La singolare famiglia creata dal disegnatore Charles Addams esordisce al cinema con questo film di Sonnenfeld, che fra spassose scenografie (il décor della serie televisiva anni ’60 si fa ancor più tetro e barocco), consumate abilità recitative (la palma spetta forse a una Christina Ricci semplicemente perfetta nel suo quieto furore), tracce di blando humour nero (Morticia maestra d’asilo è un tocco di genio) e inserti vagamente horror (i Freaks del ricevimento) riesce a far (più o meno) dimenticare la mano tutto sommato anonima che governa l’insieme. Naturalmente gli Addams possono apparire mostruosi solo ai piccoli borghesi acidi e profittatori che li circondano: del resto, l’appartenenza a una famiglia va oltre l’interessata e fasulla voce del sangue, presentandosi come ritrovata complicità (la metamorfosi del finto Gordon) o inedita autocoscienza (la conversione di Margaret). Il sequel, a regista e cast (quasi) immutati, sarà comunque più convincente nella miscela di macabra tenerezza e satira graffiante.
