Biografico, Drammatico

LA DUCHESSA

TRAMA

Il racconto del matrimonio infelice di Lady Georgiana Soencer in una eterna e sempre frustrata ricerca di libertà.

RECENSIONI

Saul Dibb, come regista, si limita a fare il suo dovere: costruisce una storia lineare, sostenuta da personaggi sfaccettati, ma non troppo; sceglie un tono agrodolce, oscillante tra il dramma e la commedia inglese in costume, che riesce a mantenere per l'intera durata del film; si avvale di un montaggio invisibile e di una fotografia classica e potente che alterna i paesaggi delle splendide tenute alla Orgoglio e pregiudizio agli interni a lume di candela alla Barry Lyndon; ma, soprattutto, si mette al servizio, con la sua cinepresa, della vera padrona del film: Keira Knightley.
È lecito chiedersi, a proiezione finita, cosa sarebbe stato di questo lavoro se il ruolo della protagonista fosse stato affidato a una qualsiasi altra attrice, e non è solo questione di bravura: Keira è il film; ogni suo sguardo, movimento, battuta, sopperisce alle mancanze di una regia piatta; crea dinamismo, dà vita a immagini di per sé‚ morte. Il personaggio di G, come ama chiamarla il marito - non il solo dei tentativi un po' maldestri di creare parallelismi tra la vita della protagonista e quella della sua lontana discendente, Diana d'Inghilterra - non ha una caratterizzazione autonoma a livello autoriale; si limita, piuttosto, a essere la trasposizione visiva di un insieme di connotati biografici. Eppure ci appare vivo, unico tra tutti, nel film; e se questo può avvenire il merito va senza dubbio alla magnifica interpretazione della protagonista che, lei sì, lo reintepreta, lo fa suo: Keira è la Duchessa, sono i suoi sorrisi a denti stretti, imperfetti e pieni di grazia, a creare sfumature altrimenti assenti, è la sua magnetica fisicità a elevare il racconto di una vita infelice al livello della tragedia: le vicende di Lady Georgiana diventano allora il simbolo della ricerca di libertà, di realizzazione piena dell'Io, eternamente frustrata nel rapporto con l'Altro. Se il processo di elevazione è incompleto, lo si deve al disegno che sta a monte che impone al racconto i canoni del biopic.