TRAMA
Parigi. Una scuola superiore, una classe, un professore di francese.
RECENSIONI
“I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo” (L. Wittgenstein)
”Un padre rimprovera il figlio di essere l’amante di sua nonna. Ma, risponde il figlio, tu giaci con mia madre; perché non dovrebbe essere lecito a me giacere con la tua?” (L. Sterne)
”Che senso c’è a unir parole con le altre?” (Diaframma)
In Entre les murs il realismo di Cantet- vergine dal compiacimento, immune alle spartane semplificazioni delle opere a tesi- non si limita a rappresentare una realtà (quella messa in quadro dal titolo), ma vi si ancora, ne fa sue le pulsazioni, tronca le distanze: nella classe i veri volti che la abitano quotidianamente e, dinnanzi ad essi, nel ruolo del professore, l’autore di un romanzo- omonimo del film e da cui il film è tratto- che di questi volti e di quei luoghi intende carpire squarci di verità. Realtà e finzione si sovrappongono, senza soluzione di continuità, ché qui il digitale non traccia confini, provoca l’osmosi: Entre les murs non s’atteggia a documentario, ne ha semplicemente, intimamente, il respiro. Cantet svuota, quasi radicalmente, il suo cinema dalla retorica della narrazione cinematografica, rendendolo cassa di risonanza per la retorica verbale, lasciando all’incessante scontro dialettico- scontro tra alunni e docente o tra pari grado, scontro spesso ingenuo, disarmante, a volte crudele per un malriposto astio verso l’autorità- l’onere di creare tensioni, più raramente di scioglierle. Entre les murs è soprattutto un film sul linguaggio: il confronto con una lingua comune (il francese) trasforma l’aula in un teatro di guerra, in cui linguaggi differenti- luoghi di formazione del pensiero, depositari di caratteri culturali, sociali, generazionali- si scontrano candidamente, ferocemente. Scarti linguistici, sfumature lost in translation, scollamenti netti tra competenze semantiche e contesto pragmatico, credenze, intuizioni, divergenze tra la conoscenza della lingua e quella della realtà: questi i motori, la parola e le sue anime; arma o scudo, strumento di formazione o mezzo di sopraffazione; Mondo, soprattutto. Il linguaggio crea la realtà e Cantet la coglie: Entre les murs è un filtro ad un tempo invisibile e illuminante, che del reale non disperde i moti contraddittori, ma li restituisce nella loro lancinante semplicità. Non c’è remora, non c’è compromesso in questo film adagiato sulla superficie esaustiva del vero. Un’opera imprescindibile, letteralmente intraducibile.
"Con l’aiuto delle parole non si è mai potuto esprimere tutto quello che le parole nascondono” (E. Ionesco)