
TRAMA
Un incidente aereo in campagna provoca l’arrivo dei militari che dispongono un cordone sanitario attorno ad Evan’s City. Un gruppo di uomini e donne tentano di fuggire perché non si tratta solo di precazioni.
RECENSIONI
Il nemico è il nostro simile, od almeno, quello che sembra esserlo: il virus che infetta progressivamente la popolazione causa un progressivo deterioramento del comportamento umano che si fa via via violento ed imprevedibile. Nella normalità di una cittadina della Pennsylvania improvviso è il panico, le autorità, così cercano di far credere, stanno per mettere tutto a posto.
L'orchestrazione di Romero raggiunge una prima maturità nel sottomettere con rigido stile monolitico (raccordi di montaggio - come sempre curato dal regista - e scene d'azione) una materia dai molti piani: i militari che assediano la città, lo scienziato che cerca la cura, i fuggiaschi, i politici con le loro remote voci via radio e, di spalle, in schermi televisivi.
Un'eccessiva lunghezza frena la potenza del film retto però da una stringente e pulita visione d'insieme, impietosa ed al contempo lucidamente politica: i temi ricorrenti nella filmografia romeriana, il gruppo che si stringe e sfilaccia, l'assedio, la mostruosità del quotidiano deviante (Jack's Wife/Season of the Witch) si cristallizzano per la prima volta in forme che nella trasparenza della messa in scena riescono, sovrapponendosi, a strutturare un mondo in disfacimento così palpabile da assumere i connotati del teorema.
