
TRAMA
Due anni dopo, i produttori delle bambole “Good Guys” rimettono in sesto “Chucky” per capire cosa non ha funzionato durante il “massacro”. Quest’ultimo torna in vita e cerca un bimbo da “abitare”.
RECENSIONI
La bambola assassina "Chucky" è una nuova icona dell'orrore come Freddy Krueger e deve diventare seriale. Sintomatica, quindi, l'ambientazione in una fabbrica dove il giocattolo viene prodotto in serie. Dopo l'insuccesso del suo esordio registico, Blue Iguana, il co-sceneggiatore del primo capitolo, John Lafia, prende le redini del seguito (scritto, però, dal solo Don Mancini) e fotocopia in modo meccanico le stesse situazioni, perdendo in mistero e in fascino, senza rischiare in originalità. Sfiora in modo superficiale altri temi edificanti legati all'infanzia (vincere la paura dell'Uomo Nero, contare sulle proprie forze), crea uno spazio per il melodramma degli orfani e rivisita il mito di Pinocchio (Chucky vuole diventare un bambino vero), ma non ha talento nel creare tensione, non sa scrivere con le immagini un sottotesto più invitante della scontata trama di superficie. Ex-arredatore (e musicista), si riscatta alla grande creando ambienti kitsch (la casa color rosa-celeste) con una fotografia chiara e squillante, opposta a quella più inquietante e al neon blu di Tom Holland (regista di Bambola Assassina). Raggiunge l'apoteosi nella scena finale, all'interno della catena di montaggio dei pupazzi: un profilmico splendido, dove fa finalmente capolino l'inventiva e si avverte una stilizzazione del tutto personale, fra Pop Art e Cubismo. Nella medesima scena, per di più, al povero Chucky sono riservate delle torture indicibili (chi la fa l'aspetti: aveva infilato a forza due occhi di plastica nei globi oculari di un tecnico), fra innesti multipli di braccia e gambe, acido corrosivo e aria compressa. Non male anche le soggettive della ragazza che, chiusa in camera, affronta il più piccolo serial killer della storia. Peccato che il disimpegno regni sovrano in tutti gli altri siti, con le azioni gratuite che spopolano, tanto per mostrare un morto ammazzato dietro l’altro, lungo la corsa contro il tempo della bambola per non rimanere imprigionata in un corpo artificiale. Il doppiatore in italiano di Chucky cambia, in peggio (in originale è sempre Brad Dourif). Successo al botteghino e seguito messo in cantiere.
