TRAMA
Il figlio di Frank D’Amico, con il nome di Motherfucker, arruola mercenari per portare il Male in città e vendicarsi di Kick-Ass. Hit-Girl, nel frattempo, ripone la maschera e si dà alla vita liceale, mentre Kick-Ass si unisce ad una lega di supereroi “fatti in casa” come lui.
RECENSIONI
Matthew Vaughn (solo produttore) consegna la sua creatura a Jeff Wadlow (anche sceneggiatore, a partire dallo spin-off su Hit-Girl e dal fumetto omonimo, di cui modifica il finale cupo): si perde in realismo (la prima parte di Kick-Ass) e in malessere (soprattutto, nel dipingere il personaggio di Chloë Grace Moretz), abbracciando maggiormente una commedia assai spassosa, ricca di personaggi azzeccati, su tutti il Motherfucker capriccioso di Christopher Mintz-Plasse (quando uccide accidentalmente l’odiosa madre!) o l’impressionante bad-hit-girl di Olga Kurkulina, sorta di Ivan Drago degli anni duemila (è Mother Russia), protagonista di una scena da antologia, quella in cui fa carneficina della polizia con armi improvvisate. Dal canto suo Hit-Girl, che per quasi tutta la durata del film cerca di essere “normale” (invero smettendo i panni da eroina in modo non ben argomentato), si rifà con una scena di combattimento acrobatico su di un furgone in movimento: con uno stilema ereditato da Vaughn, Wadlow spoglia il cinema d’azione del glamour alla James Bond, bandisce scorciatoie effettistiche o manipolazioni del montaggio e gira questa scena “dal vero”, coerente con l’idea di atti super-eroici senza super-poteri. Kick-Ass, invece, è l’emblema dell’era di Facebook e YouTube, cerca simili sul primo e, da celebre “pistolero”, affronta i manigoldi in cerca di fama con le visualizzazioni sul secondo. Nel testo di Wadlow sono presenti anche due temi portanti non scontati: il dilemma se questi uomini mascherati improvvisati abbiano portato il Bene o creato solo più problemi e quello sulla fantasia che ruba la realtà all’infanzia (Hit-Girl). Lo scontro fra I Guerrieri della Notte nel finale dà l’ultimo salutare calcio in culo.
