Recensione, Supereroi

IRON MAN 2

TRAMA

Il nucleo di palladio avvelena il sangue di un sempre più incontrollabile Tony Stark, mentre il governo pretende che condivida l’armatura di Iron Man. Un russo, però, possiede la stessa tecnologia e dimostra al mondo la fragilità di Stark.

RECENSIONI

Il cambio alla sceneggiatura (qui opera dell’attore Justin Theroux, con Robert Downey jr. in Tropic Thunder) non giova al secondo capitolo dell’uomo di ferro, troppo sbilanciato sul versante commedia, complice anche la regia di Jon Favreau che, in Iron Man, tratteneva le proprie propensioni di spirito per un registro più cupo e realistico. La prima parte fa ben sperare: effetti speciali a parte (sempre ottimi), il disegno del protagonista egocentrico e vanesio e il mix di dramma, verosimiglianza, commedia sofisticata (co-protagonista Gwyneth Paltrow, cui accentuano il ruolo da “mamma” di uno Stark sempre più irresponsabile) e spettacolarità funziona egregiamente. Poi compare Mickey Rourke durante il grand prix di Monaco con un villain di tutto rispetto ma, inspiegabilmente, non gli si dà spazio (solo nello scontro finale, liquidato in fretta) e il racconto perde qualsivoglia componente epica: non ci sono grandi minacce, solo una scaramuccia fra tre “imprenditori” poco interessante (se non nell’ottica, irrisolta, di una satira alla Lord of War), con Sam Rockwell (nella parte di Hammer) troppo a briglia sciolta, con una macchietta che straborda tanto quanto la messinscena sempre più virata alla parodia.