Drammatico

INCOMPRESA

NazioneItalia/ Francia
Anno Produzione2014
Durata103'
Fotografia

TRAMA

Aria è una bambina di nove anni che si ritrova suo malgrado a vivere una violenta separazione dei suoi genitori, lo strappo dalle sue “sorellastre” in una famiglia allargata.

RECENSIONI

Film specchio nel quale Asia Argento si compiace di riflettersi, Incompresa (titolo che è già un mettere le mani avanti) è un esorcismo in pellicola pieno di ottime intenzioni: raccontare in forma di favola malata un’esperienza di vita, rispettando colori e atmosfere dell’epoca di riferimento (siamo nel 1984), in cui la regista, per l’appunto, era una bambinetta alle prese con due genitori, artisti egocentrici, troppo occupati con le loro fisime per prendersi cura di un’anima in boccio. Che Asia Argento abbia un bello sguardo non lo si scopre oggi - le due prove precedenti ce lo avevano già detto, i video per Loredana Bertè sono operazione concettuale di livello impensabile per il panorama videomusicale dell'epoca - e questo film lo conferma, peccato che le intuizioni visive non bastino a dare sostanza a un film letteralmente interminabile in cui la questione dell’incomprensione esistenziale, del coming out emotivo, della radiografia del karma, per quanto nelle corde della regista, si risolve in una messa a nudo autoindulgente e i riferimenti realistici o certe derive metadiscorsive (le bimbe che guardano Garko in TV in Senso ‘45 di Brass e Gainsbourg che sibila tra i denti: che cane) si rivelano per quel che sono: giochini buoni per un ghigno e niente più.

La traccia narrativa, le avventure di una bambina che paga lo scotto di avere due genitori flippati, ha uno sviluppo elementare e si muove tra aneddoti minimi e un andirivieni tra una casa e l’altra che risulta, alla resa dei conti, del tutto inconcludente: le figure sono evidentemente fantasmi personalissimi (l’immagine più bella: la madre spiata dal balcone che, in abito da sera, scompare, inghiottita da un taxi) che, per quanto si tenti di  vivacizzarle con una certa idealizzazione parodica, risultano sostanzialmente statiche; le fasi up & down della madre (scandite da amanti diversissimi) si traducono in un esteriore mutamento di foggia degli abiti, certa ironia citazionista (al giovane amante che le chiede perché viene abbandonato, la madre risponde battiatescamente: The season of love comes and goes; in televisione c’è Incompreso di Comencini - che anticipa il finale -) colora un po’ l’ordito, ma non cambia le carte in tavola. Gli attori sono la scelta più azzeccata: se la figlia d'arte Charlotte Gainsbourg (anche lei due genitori ingombranti niente male) assicura, grazie a cotali ascendenti, una mise en abyme al suo personaggio (una copia carbone di Daria Nicolodi), il "bello" Gabriel Garko vuole essere l'esatto opposto del "brutto" Dario Argento. Vince su di loro Giulia Salerno che, prima che incompresa (come recitano i titoli di testa), è Asia Argento. Tragedie vere e altre ingigantite dall’età, sensi di colpa indotti e autoinflitti, dita puntate ma anche no, il tutto in forma di siparietti deliranti che patiscono la dilatazione dei tempi ed estenuano l’esperienza estetica, Incompresa riesce, nonostante la debolissima scrittura, a conservare un suo perché grazie a un impianto visivo di cui il direttore della fotografia Pecorini (Gilliam, Sigismondi, Friedkin, Taymor e in Italia Virzì) è garanzia massima, e a una lucidità trash che alleggerisce la messa in scena e non la carica di significati ulteriori.