Commedia, Sentimentale

IL TRUFFACUORI

TRAMA

Alex Lippi, “separa-coppie” professionista, viene ingaggiato da un uomo facoltoso per sabotare il fidanzamento della figlia. Una missione apparentemente impossibile, che l’indebitatissimo Alex è costretto ad accettare.

RECENSIONI

 Anche i campioni d'incassi francesi sono a volte misteriosi (Giù al Nord, per citarne uno), per questo le aspettative suscitate da Il truffacuori, titolo e trailer da commediola sentimentale Usa a basso Q.I., potevano essere ambivalenti. In realtà la visione rivela che una volta tanto la traduzione del titolo originale è semplicemente corretta e che il trailer, pur non ingannevole, non esaurisce il totale degli spunti divertenti del film. Siamo nella tipologia "seduzione su commissione", "amore con inganno" che diventerà senza fallo amore vero, con conseguente rinuncia ai propositi iniziali ed alla ricompensa. Il protagonista è un imbroglione, ma con un nobile codice morale in base al quale non spezza mai cuori, non approfitta delle debolezze femminili, si limita a liberare donne scontente di partner sbagliati donando loro fiducia in se stesse: gli unici incarichi che Alex accetta riguardano donne dalla vita sentimentale infelice che rifiutano di ammetterlo con se stesse. Questo personaggio, benché non nuovissimo, funziona bene nella commedia giocando, senza troppi psicologismi, sul doppio binario del consumato truffatore e del vulnerabile imbranato. Il brio della pellicola sta soprattutto negli espedienti escogitati dalla squadra sfasciacoppie, composta dal seduttore, da sua sorella e dal marito di lei. Tre complici ben organizzati che studiano a fondo i loro obiettivi, ne scovano i punti deboli e li sfruttano imbastendo scene ben congegnate utili allo scopo finale. Il grazioso prologo inquadra perfettamente personaggi ed obiettivi, portando con leggerezza lo spettatore, consapevole di cosa lo attende (e, diciamolo, di come tutto andrà a finire), davanti alla missione che il film vuole raccontare. La sfida più ardua per il truffacuori si sostanzia in una ricca promessa sposa che veste come Grace Kelly e dà pochissima confidenza. La stessa che, per sua fortuna, si rivela poco a poco - proprio come la bionda "ghiaccio bollente" - un vulcano spento da risvegliare, il che fa di lei una donna infelice che non ammette di esserlo, cioé il target di Alex. La natura della protagonista femminile viene svelata in modo forse semplicistico, ma efficace, attraverso alcuni suoi inaspettati guilty pleasures: la passione poco chic e poco snob per "Wake me up before you go go" degli Wham e soprattutto per il film Dirty dancing, mito pop anni Ottanta per molte ragazze. La pellicola, ampiamente citata ed omaggiata, è qui simbolo dell'attrazione irresisitibile, che tenta soprattutto le apparenti acque chete, nei confronti di esperienze e persone trasgressive rispetto al loro ambiente e stile di vita. Trasgressione invero blanda, ma dalla notevole carica erotica, utile a comprendere la figura di giovane donna incarnata da Vanessa Paradis.
La celebrazione, tutto sommato simpatica, culmina nella rievocazione della scena di ballo cult del film, dopo che il truffacuori ha faticosamente imparato i passi che furono di Patrick Swayze. Tra Parigi e Montecarlo la coppia di grissini Romain Duris e Vanessa Paradis dà vita ad una esportabilissima commedia sentimentale alla francese. Nonostante una messa in scena fresca e in più punti divertente, il già visto è però dietro l'angolo, non solo nell'intreccio, ma anche in alcuni personaggi macchietta stereotipati: l'amica ninfomane e sguaiata, il fidanzato ufficiale tanto perfetto quanto tedioso (è tanto difficile rinnovare questa figura, vista anche l'obiettiva penuria di perfezione tra fidanzati e fidanzate?), il padre invadente che non riesce a comunicare con la figlia. E non sempre la trama regge. Perché un padre dovrebbe accanirsi tanto per separare la figlia da un bravissimo e ricchissimo ragazzo che la adora? Per di più favorendo al suo posto uno scapestrato che divide coppie per soldi? Solo perché teme che la ragazza con lui si annoi? Un po' poco. Ancora pià astrusa la rivelazione relativa al vero creditore di Alex. Per non parlare della banalizzazione della spiegazione psicologica fornita nel finale: la giovane si vieta abbandoni e pazzie per espiare un anno folle che la portò lontana da una madre destinata inaspettatamente a morire. Colpo di grazia l'ennesimo abbandono sull'altare (seguito da corsa a perdifiato, stazione, ecc.): molti devono trovarlo romantico (!), forse però andrebbe usato con maggior moderazione. Un insieme di facilonerie, insomma, indebolisce e banalizza un film altrimenti tanto leggero quanto gradevole.

L’esordio del regista televisivo e pubblicitario Pascal Chaumeil ha avuto molto successo in Francia e solca, smaccatamente, il modello della commedia rosa hollywoodiana (con spunto classico: il protagonista che si presenta alla bella sotto mentite spoglie, finisce per innamorarsene e…), con tanto di colonna sonora anglofila. Molte le assonanze con lo stile di Elaine May (regista, fra l’altro, di Il Rompicuori) per una struttura prevedibile fin dalla prima battuta, con andamento estetico alla moda, montaggio veloce alla pari delle scene che si susseguono per mantenere il ritmo, situazioni buffe, comprimari sciocchi (il Marc di François Damiens che parla italiano in originale ed abruzzese nella versione doppiata), citazioni ammiccanti (Dirty Dancing), una buona idea inziale (stile Hitch) e tanto, tutto già-visto. Funziona più sul versante rosa che su quello della commedia, privo com’è di gag irresistibili: a Chaumeil riesce senz’altro una messinscena da manuale, tanto variegata da non far soffermare sulla banalità di ogni situazione, con personaggi sufficientemente simpatici, manierati ma ben riproposti (super l’assatanata di Héléna Noguerra) e con sprazzi romantici che colpiscono nel segno grazie al carattere di Vanessa Paradis, così altezzosa e glaciale e pronta a sciogliersi (Caccia al Ladro di Hitchcock docet). Finale alla Il Laureato (o Accadde una Notte), e il gioco è fatto. Artificioso come il suo protagonista ma efficace (come testimonia la protagonista).