TRAMA
Il professor Edward viaggia con la famiglia nel Mar dei Sargassi per completare uno studio di archeologia subacquea. Insieme a loro c’è anche il fratello Martin con la moglie Sybil. L’allegra combriccola non ha fatto i conti con il famigerato Triangolo delle Bermude. Tutto comincia ad andare storto con il ritrovamento di una bambola in acqua che viene incautamente portata a bordo.
RECENSIONI
Cosa ci fanno Gloria Guida, John Huston e Marina Vlady su una chiatta nel Mar dei Sargassi? Sembra una barzelletta, ma è successo davvero, perlomeno al cinema. Del resto erano gli anni ’70 ed era abbastanza comune cercare di coinvolgere qualche star internazionale per dare lustro a opere nostrane in cerca di visibilità. È il caso di questo film di René Cardona Jr. che cavalca con furbizia la moda del famigerato Triangolo delle Bermude, salito alla ribalta grazie al successo del libro di Charles Berlitz del 1974 “Bermuda, il triangolo maledetto”, in cui l’autore riveste di paranormale e fantascienza la sparizione di navi e aeromobili nella zona di mare tra l’arcipelago delle Bermude, l’isola di Porto Rico e la penisola della Florida. Sparizioni poi nel tempo ridimensionate e attribuite a condizioni meteorologiche nefaste o a guasti meccanici, in linea con altre tratte ad alta densità di traffico, ma entrate nell’immaginario grazie a un accanimento mediatico in cerca di derive sensazionalistiche. Tra libri di ufologi, documentari e presunti reportage, il cinema non si fa sfuggire il fenomeno. Uno dei primi a uscire nelle sale è proprio il film del messicano René Cardona Jr., paladino dell’exploitation (Il massacro della Guyana, I guerrieri del terrore), della rimasticatura all’amatriciana di grandi successi internazionali (Tintorera, Terminator dall’inferno, Uccelli 2 – La paura) e del genere catastrofico/avventuroso (Cyclone, Il tesoro dell’Amazzonia). La co-produzione italo/messicana produce un pasticciaccio piuttosto insulso dove il solito campionario di varia e improbabile umanità si trova a fronteggiare l’ignoto. Qui più che mai, visto che il film si limita a girare intorno all’argomento senza prendere posizioni precise e lasciando aperto il finale alle più diverse e balzane supposizioni.
Il problema, però, è soprattutto nell’insensatezza del girato, alquanto statico nell’ammassare dialoghi soporiferi riducendo l’azione a eterne riprese subacquee e a zoomate dalla evidente funzione evocativa (della serie, più che mostrare ciò che succede proviamo, invano, a darne l’idea). La sceneggiatura, a cui collabora lo stesso Cardona, non è di grande aiuto perché attribuisce a una bambola trovata in mare, e raccolta da una bambina presto demoniaca, il compito di fungere da tramite tra il mondo dei vivi e non si sa bene cosa. Il countdown delle vittime procede lineare e a rilento, al ritmo del sintetizzatore di Stelvio Cipriani, senza alcuna tensione e mordente. Particolarmente svogliato e lasciato a se stesso il cast: Gloria Guida prova a fare il grande salto recitando sempre vestita, per metà film è addirittura in un letto d’agonia, e fa quel che può, tra l’altro doppiandosi da sola, ma il tono da allegra campagnola con cui recita le battute mal si adatta con i presunti brividi da impartire allo spettatore; Marina Vlady alterna assenza a urla; Claudine Auger bamboleggia e John Huston si gode la vacanza. Unici punti fermi il capitano Hugo Stiglitz e il mozzo Andrés García, attori feticcio di Cardona presenti in molti altri suoi film. Lo sfacelo complessivo, grazie all’attualità della tematica in quel periodo, si è comunque tradotto in un successo. Uscito a febbraio del 1978 è infatti 24° nella classifica dei migliori incassi della stagione 1977/1978. Sull’onda dell’entusiasmo nel giugno dello stesso anno arriva anche Bermude: la fossa maledetta di Tonino Ricci, che condivide con il film di Cardona il tema, la presenza di Andrés Garcia e un cast eterogeneo (tra gli altri, Arthur Kennedy e Janet Agren), ma il riscontro del pubblico è decisamente peggiore (84° posto).