
TRAMA
New York, 1945: Vito Corleone è ormai il più potente capo-mafia. Il figlio Sonny è una testa troppo calda e appoggia il nascente traffico di droga caldeggiato dalla famiglia Tattaglia. Il Don è contrario.
RECENSIONI
Epica, edipica, emozionante, insieme violenta ed elegante tragedia familiare sulla mafia (mai nominata). Una saga ideata dallo scrittore Mario Puzo (romanzo/sceneggiatura: Oscar) in cui Coppola (Oscar al miglior film) riunisce un cast di attori carismatici da dirigere con una messinscena classica che dia loro più spazio: memorabili, soprattutto, Marlon Brando con protesi per mascella (Oscar a un interprete sempre co-autore dei suoi personaggi) e James Caan. L’opera mischia immaginario retorico e folklore italoamericano (il personaggio di Johnny Fontaine nasce pensando a Frank Sinatra), tragedia shakespeariana e mélo da scene madri, con una visione romantica (ma solo perché in assenza di giudizio) della criminalità di origine sicula (l’associazione italoamericana non gradì). L’andamento quasi viscontiano è interrotto da improvvise sequenze crude (celebre quella della testa di cavallo, vera come l’urlo nel vederla di un ignaro John Marley) e la musica di Nino Rota contribuisce alla mitopoiesi: un successo enorme che fece di Coppola, all’epoca, il più potente autore della New Hollywood.
