Drammatico

IL FIGLIO

Titolo OriginaleLe Fils
NazioneFrancia/Belgio
Anno Produzione2002
Durata103'
Fotografia
Scenografia

TRAMA

Olivier insegna a dei ragazzi del riformatorio il mestiere del falegname. È ossessionato dal nuovo arrivato, perché?

RECENSIONI

Il mestiere per deporre le armi, l'obiettivo addosso per la claustrofobia dei sentimenti. Lo sguardo godardiano all'altezza della nuca, mosso, opprimente, restituisce il peso dell'anima di un uomo che, distrutto dal dolore e osservato da così vicino, dice poco di sé. Il dettaglio non allarga l'orizzonte, confonde ma scandaglia il dramma interiore per arrivare a comprendere la natura umana e le sue strategie. Con la poetica dei gesti e della manualità (i mestieri sono sempre in primo piano), il cinema dei fratelli Dardenne documenta l'homo faber, lo pedina zavattinianamente, sottrae per dire di più. Sono i rumori della falegnameria i contrappunti di un "giallo" che indaga l'animo, un "thriller" con "L'assassino ti siede accanto" come non si è mai visto. Il mestiere simboleggia il patrimonio genetico che i padri trasmettono ai figli, al di là dei legami di sangue: è la cerniera fra Olivier e il ragazzo, l'asse (di legno) su cui corre l'apologo morale, rivolto, più che al misterioso protagonista, allo spettatore. Quest'ultimo è ingannato dagli sguardi obliqui (della macchina da presa come dell'ottimo Gourmet) ma necessari alla visione complessa, e non fa che chiedersi quali sono le reali intenzioni del falegname: (omo)sessuali? Di vendetta? Di sostituzione del figlio perso? Di riconciliazione? Di pura comprensione? Dov'è la sua rabbia? E' impassibile, letale o la perfetta rappresentazione di un dolore imploso? Ancora una volta, i gesti svelano progressivamente l'arcano, senza sottolineature: ad esempio, quando Olivier, invece che frugare nella camera del ragazzo, si stende sul suo letto in vena di empatia. Annusando il collo di Gourmet, cerchiamo di penetrarne la mente, ogni suo atto diventa il nostro, ogni incontro con il ragazzo si fa insostenibile e magnetico, carico di tensione, aspettative, silenzi, imbarazzi, istanze etiche. Per scoprire che la fase dell'odio è passata, è tempo di pace, finale "tronco" (aperto?) permettendo.