
TRAMA
L’orfanella Sheeta è inseguita dai pirati e da agenti governativi che le vogliono sottrarre la gravipietra, capace di farla librare. La aiuta un ragazzo minatore, Pazu, che sogna di trovare Laputa, il leggendario castello volante.
RECENSIONI
L’Albero della Vita e i Cubi della Scienza
Dopo il successo di Nausicaä della Valle del Vento, Miyazaki ripesca un suo vecchio soggetto ispirato a L’Isola del Tesoro (ma Laputa è il nome dell’isola volante de I Viaggi di Gulliver) e popola i cieli, previe pseudo-litografie sui titoli di testa, con le amate macchine volanti (mongolfiere, navi da guerra corazzate, alianti e flaptor biposto). Il suo universo animato distilla la bellezza da tutto il mondo, influenzato da varie culture (il Galles e lo sciopero dei minatori) e opere (“Il castello dei Pirenei” di Magritte), per restituirla in orizzonti del tutto personali, con un’ambientazione retro-futuribile alla Jules Verne che congela il momento di passaggio dall’armonia dell’uomo con la Natura al tradimento di quest’ultima a favore della Macchina (il XIX secolo e la rivoluzione industriale) e con, come protagonisti, giovani eroi che, in questo caso, mutua direttamente dalla sua serie Tv Conan il Ragazzo del Futuro (Sheeta, come Lana, è anche custode della Magia; Pazu, come Conan, è intraprendente e di gomma). La dedizione, l’amore e la creatività di Miyazaki sono riversate in ogni tavola, in ogni sequenza: il mondo da lui immaginato proietta in altriluoghi dove la Fantasia è al potere, dove il racconto appassiona per personaggi e loro sistema di valori, dove le immagini incantano per purezza e riproduzione utopistica della realtà: rispetto a Nausicaä, sono molto più copiose le scene d’azione (è, praticamente, tutto un inseguimento) ed è preferito il registro della commedia (buffissima l’energica anziana Dola, feroce e/ma di buon cuore), ma i temi affrontati sono sempre pregnanti: Pazu è ossessionato dal castello in nome del padre; Laputa e i suoi robot rappresentano il Potere come mezzo (a fin di bene o per il terrore); le civiltà più evolute scelgono il ritorno alla Natura, unendo l’Albero della Vita ai Cubi della Scienza. Una fiaba meravigliosa e generosa: pittoreschi pirati, agenti governativi con bombetta, cristalli incantati, esplosioni immani, eccitanti dinamiche in battaglia, tenerezza (i figli di Dola), ricchezza di dettagli e sfumature, lirismi (il fantasma del padre nel vortice), colpi d’occhio da togliere il fiato, rivincita dei deboli (esaltante la rinascita del robot che, a sorpresa, difende Sheeta) e tracce di cosmogonia (Laputa divisa in livelli simbolici: l’oro degli avidi, la tecnologia dei distruttori, la natura dei pacifisti). Già uscito per l’homevideo con il titolo Laputa – IL Castello nel Cielo e diverso doppiaggio.
