Drammatico, Recensione

IL BIDONE

TRAMA

Tre truffatori depredano la gente povera imbastendo sofisticati bidoni. Il loro capo chiede aiuto ad un compare più scaltro da cui viene trattato con disprezzo. La moglie di uno dei tre, che fa il pittore, si dispera quando scopre il vero “mestiere” del marito.

RECENSIONI

Nella corrispondenza fra forma e contenuto, è una delle opere più aspre di Federico Fellini, probabilmente quella più influenzata dal “neorealismo” del suo maestro Roberto Rossellini: girata tutta in esterni, fra poveri contadini e abitanti della periferia di Roma, tratta casi umani e tragedie collettive con aderenza oggettiva. Ma non è fra i risultati più convincenti del regista riminese, così lontano da una poetica affabulatoria che, ne I Vitelloni, dava sfogo al sarcasmo amaro con pittoreschi bozzetti dell’umanità e che, in un film come La Strada, poteva esprimersi attraverso l’eccentricità dei due artisti ambulanti. Questi altri artisti, ma della truffa, abitano una materia oltremodo melodrammatica se non patetica (la santa paralitica), moralistica (il semplice con famiglia è più felice del cinico sradicato) e con canovaccio tanto lineare da non permettere guizzi geniali (complice, anche, la produzione che accorciò il film di parecchi minuti, in parte restaurati nel 2001). Dopo lo straordinario successo di La Strada, è come se Fellini tentasse esclusivamente di bissarne il successo, ingaggiando come protagonista un altro attore straniero e puntando sui risvolti tragici, il malessere spirituale, la donna tradita e il tipo candido di turno (Picasso), anticipando la Roma “bene” decadente di La Dolce Vita (gli spettacoli del night club, le feste mondane dei ricchi snob e cafoni) ma in carenza di composite notazioni. Broderick Crawford interpreta un altro Zampanò spietato con sprazzi di tenerezza (per la figlia) e il finale, di apparente redenzione, è ambiguo, perché accentua anche la visione pessimistica di un mondo colmo di vinti senza vincitori, in un circolo vizioso di povere e ignoranti vittime di truffatori da poco che soffrono di solitudine, a loro volta trattati da pezzenti da chi ha più successo.