I CASI DEL PRIMO TRIMESTRE
Come al solito di tutto un po’ in questo primo squarcio di stagione: sorprese, delusioni, flop, successi, eccessi, accessi, insomma, tutto quello che ha fatto parlare tra agosto e ottobre 2019 e che non è già stato trattato nel capitolo precedente. Ricordo che gli incassi sono calcolati, ove possibile, al 31 ottobre 2019, ove non possibile, invece, alla data più vicina.
I film sono ordinati in base alla data di uscita; a parità di data l’ordine è alfabetico.
FAST & FURIOUS – HOBBS & SHAW (data di uscita 8 agosto 2019 – incasso € 6.399.613)
In attesa dei capitoli 9 e 10 girati simultaneamente e in arrivo rispettivamente ad aprile 2020 e aprile 2021, vari spin-off si profilano all’orizzonte: uno incentrato sui personaggi femminili della saga, una serie animata con protagonista Tony Toretto, oltre naturalmente a quello appena arrivato sugli schermi con protagonisti Luke Hobbs e Deckard Shaw, cioè Dwayne Johnson e Jason Statham. Il risultato non raggiunge le vette stratosferiche che ormai ogni episodio del franchise è in grado di conquistare, gli ultimi due capaci di superare di slancio il miliardo di dollari, il penultimo addirittura il miliardo e mezzo. Di fronte a queste cifre Hobbs & Shaw non sfigura ma incassa decisamente meno: 758,9 milioni di dollari globali con punte negli Stati Uniti (172,8 milioni di dollari), ma soprattutto in Cina, dove ha raggiunto i 200 milioni di dollari. In Italia è scelto per dare una sferzata di energia al mercato estivo, soprattutto nella prima quindicina di agosto di solito poco frequentata e con poca offerta. Il film funziona, nel senso che accentra gli incassi del periodo (nel primo week-end è primo con 1,9 milioni di euro e il secondo classificato è BTS – Bring The Soul: The Movie con 231 mila euro), ma ottiene numeri inferiori alle lecite aspettative; rimane in top-10 per cinque settimane e in top-20 per altre due, con incassi molto buoni per il periodo e una progressiva ma lenta discesa, ma era lecito attendersi qualcosa di più, considerando anche il fatto che il film mantiene ciò che promette.
CRAWL – INTRAPPOLATI (data di uscita 15 agosto 2019 – incasso € 839.000)
Il monster movie estivo non poteva mancare. Questa volta si tratta di alligatori durante un uragano. Alla regia un esperto di brividi come Alexandre Aja che concorre all’onestà del prodotto e alla sua efficacia. Uno di quei film che fanno il loro dovere: budget basso (13,5 milioni di dollari) e incassi medi: 39 milioni di dollari in America e altri 51,4 negli altri mercati, senza punte significative ad eccezione dei 10,4 milioni di dollari della Cina, ma con una diffusione capillare in grado di arrivare più o meno ovunque. In Italia si spera possa replicare il miracolo di Shark della stagione precedente, ma gli incassi sono molto diversi. Il fatto è che Crawl non è sufficientemente trasversale e finisce per attirare solo i fan dell’horror. La differenza è quindi tutta nel rating è ha il suo peso: PG-13 per Shark, in grado quindi di includere anche parte del target famiglie, e R(estricted) per Crawl. Nel nostro paese il debutto è al secondo posto nel box-office settimanale, ma con una media in 334 sale di 922 euro. Non riesce a decollare la seconda settimana dove scende al quarto posto e riduce sia sale (295) che media (619 euro). Ulteriore calo alla terza (nono posto, 113 sale e 499 euro di media) e la quarta crolla a perpendicolo al 17° posto.
IL SIGNOR DIAVOLO (data di uscita 22 agosto 2019 – incasso € 1.100.000)
Il ritorno di Pupi Avati all’horror padano e gotico incontra il favore del pubblico. Scelta strategica quella di concorrere con Il re leone, opera a target opposto e quindi complementare. E infatti il debutto nel primo week-end è al terzo posto in 347 sale; scende in quinta posizione la settimana successiva e alla terza passa all’ottavo posto, ma riesce a intercettare il suo pubblico non subendo completamente il ritmo travolgente delle uscite. Merito di una distribuzione generosa, fiduciosa nel film, e di un’opera non perfetta ma efficace. È il primo film italiano della stagione a superare il milione di euro. Il precedente film di Pupi Avati Un ragazzo d’oro, nonostante la presenza di Riccardo Scamarcio e la curiosità suscitata da Sharon Stone, si era fermato a 632 mila euro.
ATTACCO AL POTERE 3 (data di uscita 28 agosto 2019 – incasso € 2.981.273)
Gerard Butler continua a ricoprire uno dei suoi ruoli migliori, quello del macho man in grado di inseguire la verità, salvare il Presidente degli Stati Uniti e ovviamente anche il mondo. E il mondo, almeno al cinema, continua a seguirlo. Stabili tutto sommato gli incassi, in grado di coprire il budget che si è progressivamente assottigliato passando dai 70 milioni di dollari del primo capitolo, ai 60 del secondo e ai 40 del terzo. L’unica vera differenza, ininfluente per un pareggio ma determinante per guadagnare davvero, è rappresentata dal mercato cinese, in cui London Has Fallen ha incassato ben 52,3 milioni di dollari, mentre per ora il terzo capitolo non ha avuto il via libera per essere distribuito. In lieve aumento gli incassi italiani (il secondo capitolo aveva incassato 2,8 milioni di euro), grazie a una provvidenziale uscita tardo estiva che gli consente una permanenza di 4 settimane in top-10. Visto l’andamento remunerativo il produttore Alan Siegel ha già annunciato i piani per una nuova trilogia abbinata a spin-off di serie televisive internazionali che favorirebbero una connessione tra cinema e tv.
GOOD BOYS – QUEI CATTIVI RAGAZZI (data di uscita 12 settembre 2019 – incasso € 39.900)
Successo quasi esclusivamente americano, con 83 milioni di dollari che corrispondono al 74,9% del totale (110,8 milioni di dollari) e già in grado di ripagare il budget di 20 milioni di dollari. In U.S.A., dove è stato classificato R, quindi vietato ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto, ha giocato la sua campagna promozionale sul fatto di essere un film di ragazzini che i ragazzini non possono vedere e la cosa ha funzionato. In Italia la Universal ha invece optato per un’uscita tecnica senza tanta promozione, in un numero limitato di sale (106) e con spettacoli quasi esclusivamente pomeridiani. Risultato prevedibilmente fallimentare: 15° posto del box-office settimanale e media per sala sconsolante (€ 292). L’uscita di scena è immediata. In Europa si distingue in Germania (5,3 milioni di dollari) mentre per il resto, pur arrivando più o meno ovunque, non ottiene risultati degni di nota.
LA VITA INVISIBILE DI EURÍDICE GUSMÃO (data di uscita 12 settembre 2019 – incasso € 439.000)
Chi lo avrebbe detto che un film di una cinematografia lontana e poco frequentata come il Brasile, uscito in poche sale (17 la prima settimana) avrebbe raggiunto un risultato così insperato? Merito del passaparola che lo ha decisamente premiato e di una distribuzione che lo ha sostenuto. A essere decisiva è la seconda settimana in cui le sale passano a 63 e il film raggiunge l’undicesima posizione del box-office, dopodiché continua la sua presenza costante ma in progressiva diminuzione fino alla fine di ottobre. A premiare l’operazione medie per sala sempre significative. L’Italia ha fatto da apripista e per ora il film ha girato soprattutto per festival, ma tra novembre e dicembre raggiungerà mercati importanti. Decisivo per il suo destino capire se rientrerà tra i candidati all’Oscar come Miglior Film Straniero, pardon “International Feature Award” come da nuova (più complicata da ricordare) definizione, ma c’è da credere che darà del filo da torcere a Parasite e I miserabili. Il titolo con cui andrà alla conquista del mondo è Invisible Life.
CHIARA FERRAGNI – UNPOSTED (dal 17 al 19 settembre – incasso € 1.609.394)
Il “documentario” della discordia, quello per cui la critica si dispera e sputa veleno sul Festival di Venezia, rea di averlo ammesso in programma nella sezione “Sconfini”, e il pubblico invece accorre in massa. Attira l’attenzione un esercente di Torino che rifiuta di proiettarlo nelle sue sale, scelta masochistica considerando l’ottimo incasso in sole tre giornate. Tutti ne parlano, molti lo vedono, pochi lo recensiscono. Che dire, quindi, sul “documentario”? Chiara Ferragni commissiona un prodotto che la celebri, una sorta di storia di Instagram un po’ gonfiata, in cui nessuna vera ombra esce allo scoperto e nessun vero mistero relativo al suo successo viene concretamente spiegato. A emergere è la determinazione della ragazza che si è fatta da sola credendo in se stessa e sfruttando al meglio le sue potenzialità. Il fine, tutt’altro che nascosto, è quello di aumentare il già nutrito numero di follower, un’ulteriore tappa, quindi, nel cammino della celebrità. Tutto molto lineare ed elementare, anche piacevole, nulla insomma per cui alzare barricate e che, anzi, vale la pena cercare di capire per non rischiare di restare a parlare davanti allo specchio dicendo sempre le solite quattro cose principalmente a se stessi e dimenticando che il mondo, là fuori, è invece, anche se può non piacere, in continua evoluzione.
AD ASTRA (data di uscita 26 settembre 2019 – incasso € 1.775.728)
Era uno dei film più attesi nel concorso del Festival di Venezia, l’accoppiata di un regista per molti di culto come James Gray e di uno degli attori più popolari del mondo come Brad Pitt. L’incontro, nonostante una nicchia di sostenitori, non ha brillato più di tanto e anche il box-office ne ha risentito ottenendo risultati al di sotto delle aspettative più o meno ovunque: quasi 50 milioni di dollari negli Stati Uniti e altri 77 milioni di dollari nel resto del mondo (mercato più redditizio la Francia con 8,7 milioni di dollari) per un totale di 127 milioni di dollari, ben lungi dal ripagare il budget di circa 100 milioni di dollari. In Italia nel primo week-end debutta in seconda posizione in 420 sale (mentre al primo posto brilla C’era una volta a…Hollywood, quindi è un botteghino all’insegna di Brad), la seconda settimana riduce le sale a 378 e scende al quarto posto e la terza è giù fuori dalla top-10 in undicesima posizione (141 sale e media non eccelsa di € 953). Che cosa non ha funzionato? Forse soprattutto il film.
RAMBO: LAST BLOOD (data di uscita 26 settembre 2019 – incasso € 1.505.277)
Per chi avesse perso il conto, si tratta del quinto capitolo dedicato a John Rambo, quello che probabilmente ne segna il definitivo tramonto. La risposta del pubblico, infatti, non è stata delle migliori e una volta esaurita la fan base, solida ma in progressiva diminuzione nel corso degli anni, il passaparola lo ha definitivamente affossato. Non lo hanno aiutato le critiche massacranti (su Metacritic il voto è di 26 su 100), le accuse di essere trumpiano e razzista nei confronti dei messicani, la stroncatura di David Morrell autore del romanzo “Primo sangue” da cui ha origine la saga cinematografica (“Il film è un disastro, sono imbarazzato ad avere il mio nome associato ad esso”) e nemmeno l’alto tasso di violenza che ha determinato un’uscita R(estricted) negli States e V.M.14 nel nostro paese e in molti altri. Risultato: 87 milioni di dollari globali a fronte di un budget di 50 milioni di dollari. Sono lontani i fasti del 1985 in cui Rambo 2, massimo successo del franchise, incassava worldwide 300 milioni di dollari e nel nostro paese era il film più visto della stagione. L’ultimo capitolo debutta in Italia al terzo posto nel primo week-end (357 sale e media di € 2.039) per poi scendere al sesto la settimana successiva (274 sale e media di € 1.158) e crollare in quattordicesima posizione già alla terza (112 sale e media di € 758).
YESTERDAY (data di uscita 26 settembre 2019 – incasso € 985.000)
Una commedia scoppiettante, divertente e un po’ ruffiana che omaggia il mito dei Beatles. Ricetta perfetta, sulla scia delle celebrazioni di miti del passato tanto in voga ultimamente, e infatti ha avuto un riscontro più che discreto più o meno in tutti i paesi, e sono tanti, in cui è stato distribuito: 73,2 milioni di dollari negli Stati Uniti (già in grado di ripagare il budget di 26 milioni di dollari), 17,9 milioni di dollari in Gran Bretagna, 9,5 milioni di dollari in Australia. Il fanalino di coda è il nostro paese dove non raggiunge nemmeno il milione di euro. Non lo ha aiutato uscire tra un week-end molto affollato, dove a spopolare è Tarantino, e quello successivo in cui a scendere in campo è nientepopodimeno che Joker, due film fenomeno che hanno finito per lasciare agli altri le briciole. Poco lungimirante anche la decisione della Universal, preoccupata dell’andamento sottotono dei titoli estivi, di spostarlo dai primi di luglio, in cui era inizialmente previsto, alla fine di settembre. In estate avrebbe avuto numeri giornalmente più bassi ma un andamento con tutta probabilità più costante vista l’assenza di prodotto medio. Considerando la leggerezza di soggetto e trattamento poteva quindi essere un film perfetto da canicola estiva. In ogni caso, escludendo il caso italiano, un po’ atipico rispetto all’andamento generale, il riscontro è stato positivo e medio dappertutto. Incasso globale tutt’altro che disprezzabile di 151,2 milioni di dollari.
PSICOMAGIA – UN’ARTE PER GUARIRE (data di uscita 8 ottobre 2019 – incasso € 185.000)
È un piccolo grande fenomeno il documentario di Alejandro Jodorowsky sul suo lavoro terapeutico attraverso la psicomagia, perché esce in pochissime sale ma fa sempre il tutto esaurito. Le medie per schermo sono infatti clamorose, spesso tra le migliori della top-20, nonostante i totali siano ovviamente il più delle volte insufficienti a fare rientrare il film tra le prime dieci posizioni. Pensiamo alla giornata del debutto, un martedì, esce in 17 copie e si posiziona all’undicesimo posto del box-office giornaliero con la seconda media per copia della classifica (€ 1.451), inferiore di pochissimo a quella del campione di incassi Joker al primo posto (€ 1.468). E la cosa si ripete anche nei giorni successivi trasformando il documentario in un piccolo grande fenomeno in grado, cosa mai scontata, di trovare il suo pubblico.
GEMINI MAN (data di uscita 10 ottobre 2019 – incasso € 2.160.107)
Un film di cui si parla da lustri e che solo le più sofisticate e recenti tecnologie hanno reso possibile: Will Smith agente governativo prossimo alla pensione braccato da un killer che altri non è che il se stesso più giovane di 25 anni. Un one man show di Smith e della computer grafica, perché il Will Smith ringiovanito è di sintesi, ma in realtà poco entusiasmante sia nella spettacolarità che nella tecnica, non sempre in grado di rendersi invisibile. Pubblico incuriosito ma più assonnato che soddisfatto, passaparola penalizzante. Andamento globale sottotono: 48 milioni di dollari negli Stati Uniti, 33,3 in Cina e per il resto calma piatta, Italia inclusa, in cui il debutto è al secondo posto, il calo alla seconda settimana del 47% e alla terza del 57%. Considerando il budget di 138 milioni di dollari, l’incasso globale di 169,3 milioni di dollari si rivela insufficiente a far quadrare i conti.
DOWNTON ABBEY (data di uscita 24 ottobre 2019 – incasso € 1.628.893)
Progetto sulla carta semplice (prolungare il successo della serie tv al cinema), in realtà complicatissimo, perché con tanti equilibri da considerare e trovare: consentire l’accesso anche a chi non ha seguito la serie in televisione, inserire comunque qualche elemento di novità per dare un po’ di brio anche ai fedelissimi della serie tv, trovare una storia in grado di piacere al maggior numero di spettatori a ogni latitudine, dare risalto a tutti i volti noti della serie senza perdere le fila di un racconto in grado di progredire e appassionare. Il risultato riesce nell’impresa, piace poco alla critica ma è in grado di attirare il pubblico diventando un grande successo. Il debutto negli U.S.A. supera le aspettative e conquista direttamente il primo posto del box-office settimanale con 31 milioni di dollari e il risultato finale si avvicina ai 100 milioni di dollari. Anche a livello internazionale l’operazione funziona, con 33,6 milioni di dollari in Gran Bretagna e 9,2 milioni di dollari in Australia. In Italia deve vedersela con Maleficent: Signora del Male e Joker, ma li fronteggia dignitosamente conquistando al debutto il terzo posto del box-office settimanale in 422 sale. Il totale globale di 182 milioni di dollari ripaga ampiamente il budget di circa 20 milioni di dollari. L’entusiasmo è tanto che si parla già di un possibile sequel.
SCARY STORIES TO TELL IN THE DARK (data di uscita 24 ottobre 2019 – incasso € 433.808)
La simpatica operazione tra l’horror di formazione e il thriller voluta, tra gli altri, da Guillermo del Toro, non trova in Italia la capacità di proporsi al giusto target. Pensare al solo adolescente ne limita le potenzialità, infatti è adatto anche ai ragazzini già dai 12 anni. Si tratta di uno dei rari horror per famiglie che il mercato è in grado di proporre, più blando di Stranger Things ma più pauroso di Piccoli brividi. Difficile intercettare il pubblico più adatto e infatti il film non ci riesce e non decolla mai; non riesce nemmeno ad approfittare dell’atmosfera di Halloween, in teoria perfetta per valorizzarlo al meglio. Il destino italiano è analogo a quello dei mercati extra-americani che incidono sul totale mondiale di 95,6 milioni di dollari nella misura del 27,9%. Si distingue solo in Messico, patria di del Toro, con 7,8 milioni di dollari. Discreto, invece, l’incasso americano con 68,9 milioni di dollari. Di grande aiuto il budget medio di 28 milioni di dollari che consente, in assenza di superlativi, un rientro degli investimenti.
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Per questo primo trimestre è tutto.
Con il secondo trimestre la classifica subirà la consueta rivoluzione. In mezzo c’è infatti il Natale che porterà il nuovo Star Wars, Pinocchio di Garrone, Tolo Tolo di e con Checco Zalone, più tanti altri titoli in cui speriamo si celi l’inaspettato.
Non resta che sedersi comodamente in sala e accendere lo schermo per vedere che succederà.
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