Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (07/2018) – 2

I CASI DEL QUARTO TRIMESTRE

Le consuete istruzioni per l’uso: la sezione analizza i film che nel periodo da maggio a luglio 2018 si sono in qualche modo distinti. Criterio selettivo gli incassi, ma non solo. I film sono ordinati in base alla data di uscita; a parità di data l’ordine è alfabetico.

 

ARRIVANO I PROF (data di uscita 1 maggio 2018 – incasso € 2.020.414)

Ma chi l’ha detto che se un film italiano esce dopo Pasqua non se lo fila nessuno? Il lungometraggio di Ivan Silvestrin ha la furbizia di arrivare in un periodo di poca concorrenza per le commedie nazionali (Tu mi nascondi qualcosa è già in caduta libera e Io sono tempesta è ormai agli sgoccioli), di avere un cast eterogeneo in grado di incuriosire e di essere ambientato nel mondo scolastico che in questo periodo dell’anno è pane quotidiano per l’approssimarsi degli esami. Il film, nonostante stroncature pressoché unanimi, riesce a ritagliarsi uno spazio più che dignitoso: debutto in terza posizione in 378 schermi con una buona media per sala (€ 1.962); seconda settimana al 4° posto, ma le sale salgono a 430 e la media dimezza; terza settimana in sesta posizione (sale 210, media € 688); quarta settimana in decima posizione (sale 108, media € 588). Con il mese di giugno continua il progressivo oblio con conseguente abbandono della top-10. Un andamento commerciale abbastanza tipico non baciato dal passaparola (ne è una chiara evidenza il dimezzamento della media con l’aumento delle sale) ma significativo perché dimostra che una commedia italiana può funzionare anche a maggio.

L’ISOLA DEI CANI (data di uscita 1 maggio 2018 – incasso € 700.940)

Wes Anderson è autore molto amato. L’apice commerciale è stato raggiunto da Grand Budapest Hotel, capace di incassare nel mondo 174,8 milioni di dollari a fronte di un budget dichiarato di 25 milioni di dollari. Consacrazione esaltata anche dai quattro Oscar ricevuti. Non ha molto senso confrontare L’isola dei cani con Grand Budapest Hotel perché è un film in stop motion.  Siamo però distanti anche da Fantastic Mr. Fox che trasponeva il romanzo di Roald Dahl Furbo, il signor Volpe, perché non è indirizzato a bambini e famiglie (anche se fissare un target per un film di Wes Anderson è riduttivo). Si tratta perciò di un progetto di difficile collocazione, cosa difficilissima da trovare in un mercato sempre più strutturato in modo da compiacere fette di pubblico ben definite a priori. L’accoglienza è stata tutto sommato positiva, con un totale mondiale di 64 milioni di dollari di cui 32 milioni di dollari dagli U.S.A. e il resto ripartito abbastanza equamente nei tanti paesi in cui è stato distribuito, con punte in Gran Bretagna (7,9 milioni di dollari) e Cina (6,8 milioni di dollari). In Giappone, dove la vicenda è ambientata, non ha invece particolarmente brillato incassando solo 1,5 milioni di dollari e piazzandosi 68° tra i più visti del 2018. In Italia esce due mesi e mezzo dopo la presentazione alla Berlinale (è stato il film di apertura) e debutta al sesto posto in 280 sale (media non eccelsa di € 1.080); la seconda settimana perde il 63% degli incassi e la media crolla a € 493, segno che il passaparola, nonostante giudizi critici più che lusinghieri, non lo ha premiato. La 20° Century Fox non lo sostiene e alla terza settimana resta in 75 sale ed è in caduta libera al 14° posto.

COLOSSAL (data di uscita 5 maggio 2018 su NETFLIX)

Narra la leggenda che Anne Hathaway fosse alla ricerca di qualcosa di diverso e che Jonathan Demme le abbia mostrato A Field in England di Ben Wheatley, horror storico e psicologico ambientato durante la guerra civile inglese. Pare che la Hathaway, affascinata dal film, abbia deciso di cercare qualcosa di simile trovandolo nella sceneggiatura di Colossal di Nacho Vigalondo, in cui ha anche colto echi di Essere John Malkovich, uno dei suoi film preferiti. Ed è con l’avvallo della star che il progetto Colossal è potuto partire. Prima mondiale al Festival di Toronto nel 2016 (in precedenza anche una causa, per cui si è trovato un accordo economico, intentata dalla giapponese Toho per la somiglianza del mostro del film con Godzilla), presentazione al Sundance, recensioni mediamente positive, ma destino commerciale non molto fortunato. In America ha avuto un’uscita limitata in 327 sale dove ha incassato 3 milioni di dollari, il resto del mondo ha aggiunto solo 1,5 milioni di dollari per un totale di 4,5 milioni di dollari a fronte di un budget di 15 milioni di dollari. In Italia non vede la luce delle sale ma solo quella del piccolo schermo, dove è distribuito grazie a Netflix.

SHOW DOGS – ENTRIAMO IN SCENA (data di uscita 10 maggio 2018 – incasso € 1.421.981)

Ci sono film che tutti negheranno di avere visto e che nessuno ricorderà. Sono i film da iper-mercato, fondamentalmente innocui, privi di qualunque problematicità, opere che i genitori vanno a vedere pensando di compiacere i figli piccoli immergendoli in vasche di popcorn mentre loro non staccano un secondo gli occhi dal cellulare. Tra i protagonisti preferiti di questo sottogenere per famiglie distratte ci sono gli animali parlanti. La validità commerciale del progetto è indubbia, un pubblico infatti, e nemmeno troppo piccolo, ce l’hanno. Ne è una dimostrazione il più che lusinghiero incasso italiano, un sogno per tante opere nazionali e non. Ma l’operazione funziona in tutto il mondo, nonostante numeri non eccezionali: 17,7 milioni di dollari in America (con ben 3.212 schermi a disposizione) e altri 20 milioni di dollari negli altri mercati. Il segreto del suo successo? Quello di essere adatto a ogni latitudine e di avere un budget più che modesto (5,5 milioni di dollari).

DEADPOOL 2 (data di uscita 15 maggio 2018 – incasso € 7.082.581)

Il primo film, ma soprattutto l’incasso mondiale di 783 milioni di dollari, ha reso inevitabile un secondo capitolo che ha riproposto la stessa formula a base di sganassoni, logorrea e cattivo gusto. Ah, forse anche risate, per chi apprezza la grana grossa, anzi, grossissima. Peggiora, ma di poco, il risultato americano (317 milioni di dollari contro 363), ma aumentano in proporzione i numeri dei mercati extra-americani per un totale pressoché in linea con il capostipite (734 milioni di dollari). Italia allineata al trend mondiale con un incasso di poco inferiore ai 7,3 milioni di euro del primo capitolo. Il pubblico ha quindi gradito il primo film ed è accorsa in massa anche per il secondo. Insomma, difficilmente ce ne libereremo a breve, ma i tempi per un terzo capitolo potrebbero essere lunghi perché è già allo studio un film sulla X-Force che potrebbe uscire prima. Comunque sia se siete fan restate connessi perché, un po’ come il prezzemolo (e tutto ciò che continua a incassare), da qualche parte prima o poi Deadpool ce lo ritroveremo.

DOGMAN (data di uscita 17 maggio 2018 – incasso € 2.501.655)

Matteo Garrone è uno dei pochi autori italiani in grado di mettere d’accordo critica e pubblico. Il Festival di Cannes lo ama, da Gomorra in poi tutti i suoi film sono stati ammessi al Concorso e anche per Dogman, vincitore del premio a Marcello Fonte come migliore attore, l’uscita in concomitanza con la manifestazione francese ne ha riverberato astutamente l’eco mediatica. I risultati sono ovviamente distanti dai 10 milioni di euro di Gomorra, che beneficiava dello straordinario successo del best seller di Roberto Saviano, ma si colloca tra i 2 milioni di euro di Reality (uscito però in settembre) e i 2,9 milioni di euro de Il racconto dei racconti. Di questi tempi, in cui il cinema d’essai perde sempre più spettatori, a causa soprattutto di un mancato ricambio generazionale, è una bella notizia. Ma Garrone è ormai autore trasversale che viene proposto con successo non solo nei circuiti d’essai ma anche nei multiplex. In Francia ha debuttato l’11 luglio in undicesima posizione e in due settimane ha incassato 625 mila dollari. Tra settembre e dicembre raggiungerà anche Olanda, Polonia, Russia, Germania, Gran Bretagna e Portogallo e avrà sicuramente modo di incrementare il suo totale.

SOLO (data di uscita 23 maggio 2018 – incasso € 4.452.306)

Ci sono film che nascono sotto una buona stella e altri che sono destinati al fallimento. Se, poi, si tratta dello spin-off di un franchise universalmente noto e milionario, la caduta fa ancora più rumore. Probabilmente il cambio di regia per le solite divergenze creative (dai poco docili Phil Lord e Christopher Miller al più rassicurante Ron Howard che ha rigirato il 70% delle scene) non ha giovato al risultato complessivo che ha un’unica grande pecca: è un piacevole film d’avventura come tanti, ma non ha nulla del mito che intende celebrare. Critica più o meno favorevole, gran fanfara per la prima al Festival di Cannes, fan divisi, hype ai minimi termini e pubblico indifferente al clangore mediatico. Risultato: flop, a causa soprattutto dei costi mostruosi lievitati a 275 milioni di dollari. Per andare in pareggio il film avrebbe dovuto incassare almeno 550 milioni di dollari nel mondo, mentre si è fermato a 388 milioni di dollari (di cui 212,7 negli Stati Uniti). In Italia segue il trend calante e dopo due week-end al primo posto, ma con numeri non eccezionali, cede lo scettro a Jurassic World: il regno distrutto. Causa la poca concorrenza resiste comunque per sei settimane in top-10. Anche negli altri paesi non brilla granché, nemmeno in Cina dove incassa “solo” 16,4 milioni di dollari. Una bella batosta per una serie che sembrava infinita e ricca di possibili appendici. Il flop ha reso necessaria una razionalizzazione dei progetti già avviati tra cui i film su Obi-Wan Kenobi e Boba Fett, ma la ABC, emittente della Disney, ha dichiarato queste notizie “imprecise” dicendo che in realtà il futuro della saga è ancora lungo. Non resta che aspettare e vedere che succede. Intanto l’hype si assottiglia ulteriormente.

LAZZARO FELICE (data di uscita 31 maggio 2018 – incasso € 453.921)

A quattro anni di distanza da Le meraviglie, il cammino della nuova opera di Alice Rohrwacher pare analogo: presentazione in concorso al Festival di Cannes, accoglienza strepitosa sia da parte della stampa nazionale che di quella internazionale, un premio a fine competizione (alla Sceneggiatura, mentre Le meraviglie aveva ricevuto il più prestigioso Grand Prix Speciale della Giuria) e uscita a ridosso della manifestazione francese. Unica differenza il riscontro del pubblico italiano: Le meraviglie, infatti, incassa circa un milione di euro, circa il doppio di quanto incamerato da Lazzaro Felice. Al di là del gradimento, difficile da valutare, le uniche differenze oggettive sono il cambio di distribuzione, da BIM a 01 Distribution, e la data di uscita rispetto alla presentazione a Cannes. Se, infatti, Le meraviglie è uscito a festival ancora in corso, Lazzaro felice debutta nelle sale italiane a due settimane dalla fine della manifestazione finendo per sfruttare meno il luccichio della vetrina francese. Può quindi essere che il film sia piaciuto di meno e si sia effettivamente creato un certo divario tra il giudizio critico e il riscontro del pubblico, ma non è da escludere che due settimane di distanza abbiano ridotto l’impatto dell’opera. Intanto il film continua a essere presentato ad altri festival, il 13 settembre uscirà in Germania e il 4 ottobre in Portogallo. Insomma, il suo cammino commerciale è appena iniziato.

OBBLIGO O VERITÀ (data di uscita 21 giugno 2018 – incasso € 2.120.025)

L’estate, si sa, in Italia è soprattutto tempo di horror. È infatti uno dei pochi generi che riesce a ritagliarsi uno spazio nell’indifferenza generale degli spettatori, più propensi a uscire di casa per restare all’aria aperta che a chiudersi nel buio di una sala cinematografica, anche se comoda e climatizzata. A giovarne è questo horror adolescenziale che riesce a intercettare l’interesse del suo target di riferimento, complice l’efficace marketing di Universal che arriva là dove gli adolescenti sono: in rete. Nel nostro paese interrompe il primato di Jurassic World: il regno distrutto e dopo due settimane al secondo posto del box-office settimanale scende in terza posizione per poi crollare all’11° posto alla quarta settimana, a dimostrazione di una grande curiosità iniziale poi scemata abbastanza bruscamente. Un risultato in linea con il genere horror che segue il mantra “corri, urla e dimentica”. Comunque sia il bottino, dati i tempi magrissimi, è notevole. Incassi molto remunerativi anche nel resto del mondo: 40,7 milioni di dollari negli Stati Uniti e altri 52,2 milioni di dollari nei restanti mercati, per un totale che moltiplica per 26,5 (sì, ho scritto corretto) il low-budget di 3,5 milioni di dollari. Curioso come l’affine Wish Upon, uscito a luglio 2017, abbia incassato in Italia un decimo di Obbligo o Verità e anche nel resto del mondo sia andato decisamente peggio. La differenza è dovuta sicuramente al marchio Blumhouse e a una promozione più mirata ed efficace.

IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO (data di uscita 28 giugno 2018 – incasso € 589.654)

A un anno dalla controversa presentazione al Festival di Cannes arriva in Italia l’ultimo film del regista greco Yorgos Lanthimos, nelle grazie degli U.S.A. (che tradotto significa coccolato da star curiose disposte a paga ridotta pur di lavorare con lui) a partire dalla candidatura di Kynodontas agli Oscar come Migliore Film Straniero nel 2011. Dopo The Lobster, che ha incassato 15,7 milioni di dollari (di cui 9 in America, dove è arrivato in 560 sale) a fronte di un budget di 4,5 milioni di dollari, il nuovo incubo di Lanthimos segna una battuta d’arresto: è piaciuto meno alla critica ed è stato meno visto dal pubblico: 5,4 milioni di dollari in tutto il mondo di cui 2,2 negli U.S.A. In Italia la Lucky Red lo colloca in uno dei periodi sulla carta meno propizi, scelta che si rivela tutt’altro che sbagliata. Forte di una concorrenza praticamente nulla, e con un’aura di mistero che abbinata al cast di richiamo suscita curiosità, il film riesce a ritagliarsi uno spazio, quindi una tenitura, abbastanza considerevole che probabilmente in periodi più affollati non avrebbe avuto. Sta di fatto che dopo la Gran Bretagna, in cui ha incassato 1,1 milioni di dollari, è l’Italia il mercato extra-americano in cui il film è andato meglio. Resta in programmazione per tutto il mese di luglio e a forza di piccoli passi ottiene un risultato più che lusinghiero. L’imminente La favorita con Emma Stone e Rachel Weisz, in concorso al Festival di Venezia e nelle sale italiane dal 14 gennaio, sancirà definitivamente il legame dell’autore greco con il pubblico? La curiosità di scoprirlo è grande.

LA PRIMA NOTTE DEL GIUDIZIO (data di uscita 5 luglio 2018 – incasso € 1.473.355)

Dopo tre film in successione temporale arriva l’inevitabile prequel che porta a capire come tutto è potuto cominciare. Idea non malvagia per dare vigore a una saga inaspettatamente di successo grazie all’idea geniale della “purga”, le dodici ore di crimini impuniti in cui tutto, ma proprio tutto, può succedere. Nel 2013 La notte del giudizio, con un budget di 3 milioni di dollari, riesce a raggiungere un incasso globale di 89,3 milioni di dollari, creando curiosità in tutto il mondo ma soprattutto in America dove i 64,4 milioni di dollari rappresentano il 72,2% degli incassi. Nel 2014 Anarchia – La notte del giudizio rientra tra i film più attesi dell’estate, anche in Italia, dopo che il primo film è stato molto richiesto nell’home video; budget triplicato ma in crescita anche l’incasso mondiale (111,9 milioni di dollari): 71,9 milioni di dollari in U.S.A. e 40 milioni di dollari negli altri mercati che coprono il 35,7% del totale. Il secondo capitolo resta a tutt’oggi anche il maggiore incasso della saga in Italia (probabilmente anche il più riuscito), l’unico in grado di superare i 2 milioni di euro. Si salta un anno e nell’estate del 2016 arriva La notte del giudizio – Election Year che instrada definitivamente la saga sul fronte politico; il budget sale a 10 milioni di dollari ma gli incassi globali sono ancora in crescita e raggiungono i 118,5 milioni di dollari con una ripartizione tra mercati U.S.A. ed extra-americani pressoché analoga al secondo capitolo. Con il prequel, il primo film della saga a essere scritto ma non diretto da James DeMonaco, cala l’interesse in patria (66,2 milioni di dollari pari al 59,2% del totale), ma la saga si impone sempre di più come fenomeno mondiale (45,6 milioni di dollari l’incasso dei mercati extra-americani a sfruttamento ancora in corso, per un’incidenza sul totale pari al 40,8%); budget in crescita (13 milioni di dollari) ma sempre contenuto. In Italia coglie in pieno la settimana di CinemaDays, e viene penalizzato dal biglietto in sconto, ma la lunga tenitura gli consente di ottenere un risultato in linea con il capitolo precedente. L’ulteriore evoluzione del franchise è la serie tv in 10 episodi, sempre prodotta da Blumhouse, che verrà trasmessa a partire dal 4 settembre 2018 sulle reti Syfy e USA Network.

SKYSCRAPER (data di uscita 19 luglio 2018 – incasso € 1.201.663)

Per fortuna che c’è la Universal, altrimenti luglio sarebbe stato un tonfo ancora maggiore. In assenza di titoli di grande richiamo l’arrivo di Dwayne Johnson risolleva un poco il botteghino italiano. Poi, il film è modesto, il target è meno trasversale di altri, il divertimento di grana grossissima, quindi i miracoli sono altrove, ma si tratta comunque di una boccata d’ossigeno per i numeri. Per ora, a sfruttamento appena iniziato, il budget di 125 milioni di dollari è già coperto e non tanto grazie agli U.S.A., dove gli incassi sono limitati a 61,6 milioni di dollari, quanto al favore della Cina che premia il film con, per ora, 85,8 milioni di dollari. Del resto si tratta di un progetto costruito a tavolino per compiacere il pubblico cinese, a partire dall’ambientazione e dal cast misto. Si tratta infatti di una produzione Legendary Entertainment che è una media company americana dal 2016 filiale del conglomerato cinese Wanda Group. In Italia domina il week-end di debutto senza strafare (media di € 1.551 in 400 sale) ma già alla seconda settimana cede lo scettro a Ocean’s 8. Certo, se The Rock, con il seguito incredibile che ha, si affidasse anche a progetti un minimo più sfaccettati dove non si limita a salvare la famiglia facendo prodezze sceme, magari amplierebbe il suo bacino di utenza. Per ora, però, va così. E, come sappiamo, fin che la barca va…

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IL CASO DEI CASI

LORO 1 (data di uscita 24 aprile 2018 – incasso € 4.115.712)

LORO 2 (data di uscita 10 maggio 2018 – incasso € 2.570.619)

Ogni film di Paolo Sorrentino è un evento capace di attirare il popolo italico nelle sale. La cosa curiosa è che non si tratta di commedie, meglio, non di commedie in senso stretto, ma di opere molto personali con momenti stranianti e beffardi in grado di indurre al riso anche se spesso amaro. Ogni film del regista napoletano crea dibattiti, confronti, risse tra detrattori e sostenitori, non lascia indifferente nessuno e solletica miracolosamente il pubblico che non si accontenta solo di sentirne parlare ma è anche curioso di vederlo per poter dire la sua. Il tanto chiacchierato film su Silvio Berlusconi esce suddiviso in due parti. Strategia commerciale per duplicare gli incassi minimizzando i costi o esigenze creative non circoscrivibili in sole due ore? Non è dato saperlo, ma forse non è andata proprio come sperato, anche se i raffronti iniziali lasciavano presagire il meglio. Nel primo week-end di programmazione, infatti, Loro 2 incassa più di Loro 1 (1,089 contro 1,037 milioni di euro), a dimostrazione che un gruppo di fedelissimi attendeva l’arrivo della seconda parte e aveva ben compreso la natura doppia del progetto e le relative scansioni temporali. Tolti i fedelissimi, però, Loro 2 si sgonfia rapidamente perdendo il 53% degli incassi nella seconda settimana e un ulteriore 64% alla terza settimana, finendo la sua corsa con un incasso inferiore di circa il 40% rispetto a Loro 1. Non ha senso imputare il calo alla fuga di spettatori di maggio, Youth è uscito il 20 maggio ma ha incassato circa 6 milioni di euro. Una cifra non troppo distante dai circa 6,5 milioni di euro del pacchetto Loro, che però ha beneficiato del doppio lancio e seguendo questa logica il totale si sarebbe dovuto avvicinare, nella più ottimistica delle ipotesi, ai 12 milioni di euro. Invece così non è stato. Ricapitolando, meno spettatori del solito rispetto allo standard di Sorrentino (l’apice è La grande bellezza che ha incassato circa 7 milioni di euro) sono andati a vedere Loro 1 e, di questi (perché si presume che chi ha visto il secondo capitolo abbia visto anche il primo), solo circa il 60% è rientrato in sala per Loro 2. Come mai? Le variabili possono essere tante. Prima di tutto il tema Berlusconi forse ha un po’ stancato, dando l’idea che ormai non si possa aggiungere molto al circo della realtà. Non ha aiutato di certo l’esclusione da Cannes, ottima vetrina mediatica in grado di far parlare i giornali di tutto il mondo, e nemmeno la concorrenza di Dogman, uscito il 17 maggio e rivolto allo stesso target di pubblico. Poi, forse, anche lo stile del regista napoletano, geniale, istrionico, riconoscibile, ma anche ripetitivo nel suo interpretare/sbeffeggiare icone dei nostri tempi, può avere allontanato una parte del pubblico meno incline a un nuovo giro di giostra. Potrebbe infine avere inciso anche il non particolare gradimento del primo capitolo, oppure la sensazione di avere già capito dove il regista andava a parare senza bisogno di ulteriori approfondimenti. Non è da escludere nemmeno la pigrizia atavica del pubblico, il bisogno di essere continuamente stupiti e anche la non sempre facile reperibilità del film agli orari preferiti, nonostante il tentativo di programmarli anche insieme in modo da offrire l’opportunità di recuperare il numero 1 per poi andare a vedere il numero 2. Operazione, quindi, di successo ma con un riscontro un po’ inferiore alle lecite aspettative. Il film avrà però una nuova vita. Al Festival di Toronto sarà infatti presentata una versione unica dell’opera della durata di 145 minuti in modo da poter competere per gli Oscar 2019 ed è prevista anche una nuova uscita nelle sale italiane a partire dal 13 settembre. Sarà forse l’occasione per pareggiare i conti e diventare il maggiore successo commerciale di Paolo Sorrentino.

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Poco altro da segnalare in un trimestre decisamente sottotono. The Strangers: Prey at Night incassa un terzo (621 mila euro) rispetto al predecessore del 2008 (The Strangers) e questo sia in Italia che nel mondo; La truffa dei Logan (775 mila euro) non decolla da nessuna parte e non rientra dei costi (29 milioni di dollari di budget e solo 48,5 milioni di dollari worldwide), del resto è piuttosto moscio; pareggia invece i conti il poco apprezzato war movie 12 Soldiers con Chris Hemsworth (5 milioni di dollari di budget e 70 milioni di dollari raccolti in tutto il mondo, da noi 650 mila euro); mentre è ancora tutto da decidere per Papillon di Michael Noer, remake del classico con Steve McQueen e Dustin Hoffman, visto che l’Italia è il primo paese al mondo in cui è uscito dopo la presentazione a Toronto e a qualche altro festival; da noi è passato nell’indifferenza (737 mila euro), e anche in Germania non ha lasciato il segno (368 mila dollari); determinante sarà il riscontro in U.S.A., dove arriverà a partire dal 24 agosto.

A distinguersi in Italia è Luis e gli alieni, coproduzione tra Germania, Lussemburgo e Danimarca, che affronta la canicola estiva in assenza di concorrenza nell’animazione e arriva a fine luglio con un ragguardevole incasso di 458 mila euro; se la cava egregiamente anche Stronger che raggiunge pure lui i 458 mila euro; oddio, per essere un film con Jake Gyllenhaal tratto da una storia vera che ha scosso il mondo i numeri non brillano di certo, ma occorre considerare che quello italiano è il più alto risultato del mondo dopo i 4,2 milioni di dollari incassati negli Stati Uniti; si pensava fosse la volta buona per il bravo Jake di agguantare l’Oscar,  invece il film non se l’è filato nessuno e il budget di 30 milioni di dollari è ben lungi dall’essere coperto.

Briciole, infine, con incassi inferiori ai 50 mila euro, per due titoli che hanno fatto parlare, ma forse troppo in anticipo rispetto alla data di uscita: in nove mesi si dimenticano i premi ricevuti a Venezia da L’affido e quelli solo promessi, sempre a Venezia, ad Abdellatif Kechiche per il suo Mektoub, My Love – Canto Uno.

Per questa stagione è tutto.

Come sempre sono disponibile per confronti, opinioni, chiacchiere, consigli, proposte, ipotesi e suggerimenti. L’indirizzo è:

LUCA BARONCINI

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