(dal 1º maggio al 31 luglio 2017)
Il cinema non gode ottima salute, lo dimostrano i dati dell’ultimo trimestre della stagione. Paradossalmente a essere andati male non sono tanto le giornate più calde, quanto proprio la tarda primavera e le prime giornate estive, ma entriamo nel dettaglio e vediamo, mese per mese, cosa è successo. Il confronto è sempre con l’analogo periodo dell’anno precedente. Si comincia con un MAGGIO disastroso, con percentuali a picco: -23,55% gli incassi e -18,31% i biglietti strappati. La differenza tra i due valori percentuali è dovuta principalmente al Cinema2Day, quindi più biglietti venduti ma a prezzo stracciato, che si conclude proprio a maggio (ma i suoi strascichi continueranno anche nei mesi a venire). Guardando ai singoli titoli è un po’ il mese delle delusioni. Incassano meno del previsto, infatti, Scappa (che se non fosse il titolo di un film potrebbe essere lo slogan di questo trimestre riferito allo spettatore), King Arthur: Il potere della spada, Alien: Covenant, Fortunata, e a reggere la baracca sono soprattutto Guardiani della Galassia Volume 2, Famiglia all’improvviso e la buona tenuta di Baby Boss. Pirati dei Caraibi: La Vendetta di Salazar arriva solo il 25 e il buon debutto (più di quattro milioni di euro) può poco per risollevare le sorti del mese.
Il mese di GIUGNO segna un -15,99% negli incassi, mentre i biglietti passano al -19,72%. Anche in questo mese molti, troppi, i film che hanno deluso le aspettative: La mummia, Wonder Woman, Baywatch. L’unico che continua la sua strada proficua è Pirati dei Caraibi: La Vendetta di Salazar, ma dietro al blockbuster la desolazione è totale. Dopo due mesi molto negativi, che hanno scatenato le cassandre del web verso ipotesi catastrofiche, LUGLIO offre bagliori di speranza: +13,81% gli incassi e +3,77% i biglietti venduti. Il confronto rispetto al 2016 è favorevole soprattutto perché gli anni dispari sono privi di eventi sportivi rilevanti durante l’estate, quindi funziona l’equazione [meno sport = più cinema]. Re incontrastato del mese, anche perché; davvero senza rivali, è Spider-Man: Homecoming.
Dati, quindi, nel complesso poco incoraggianti. Una svolta per rivitalizzare il mercato e attirare gli spettatori è sicuramente necessaria. Ne parleremo più avanti anche nell’intervista con un esercente che ci aiuterà a capire come è stata vissuta la stagione direttamente sul campo, cioè in sala. La soluzione non è comunque, e l’esperienza troppo prolungata del Cinema2Day ce lo insegna, svendere il prodotto.
Entriamo ora nel dettaglio e analizziamo le variazioni della top-10 stagionale in quella che è la classifica definitiva della stagione 2016 / 2017 (ricordo che il cinema funziona come la scuola e non coincide con l’anno solare). Come al solito, ecco le preziosissime fonti: Cinetel, Boxofficemojo, Giornale dello Spettacolo, BoxOfficeBenful, Anec e Cineguru.
Da tenere a mente, infine, che gli incassi sono calcolati alla data del 31 luglio 2017. Un’ultimissima puntualizzazione. Nelle elaborazioni a seguire si sono inclusi anche alcuni film usciti nel mese di aprile, quindi appartenenti al trimestre precedente, che hanno però espresso le loro potenzialità nel trimestre oggetto di analisi.
BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO 2016 AL 31 LUGLIO 2017
Posizione – Film – Incasso – Presenze
1 LA BELLA E LA BESTIA – € 20.491.304 – 3.214.705
2 ALLA RICERCA DI DORY – € 15.172.116 – 2.406.517
3 ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI – € 14.922.599 – 2.245.383
4 CINQUANTA SFUMATURE DI NERO – € 14.872.680 – 2.161.245
5 FAST & FURIOUS 8 – € 13.687.181 – 2.070.316
6 OCEANIA – € 14.333.326 – 2.259.029
7 PETS – VITA DA ANIMALI – € 13.318.066 – 2.276.853
8 INFERNO – € 12.430.353 – 1.870.600
9 PIRATI DEI CARAIBI – LA VENDETTA DI SALAZAR – € 12.404.872 – 1.810.553
10 SUICIDE SQUAD – € 12.106.545 – 1.795.949
Come spesso accade, si arriva al quarto trimestre della stagione con la classifica già in dirittura d’arrivo, ma anche negli ultimi tre mesi è arrivato un titolo in grado di cambiare l’assetto della top-10. A risentirne è L’ora legale, l’unico film italiano della stagione, che esce dalla classifica, lasciandola dominio incontrastato del cinema made in U.S.A.
Jack Sparrow alias Johnny Depp alias Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar, il quinto film della saga più frastornante della storia del cinema, in Italia si comporta meglio che altrove, dimostrando la tenuta di una saga che in molti ritenevano esangue da tempo. Un calo fisiologico c’è stato (Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare aveva sfiorato i 17 milioni di euro) ma tutto sommato il pubblico è accorso in massa, tra l’altro in un periodo di fuggi fuggi generale dalle sale. Flessione in tutto il mondo, ma 786 milioni di dollari sono comunque una cifra stratosferica, in grado di ripagare ampiamente i costi mostruosi (230 milioni di dollari). Il maggior calo si è avuto negli Stati Uniti, unico film della saga a non avere superato i 200 milioni di dollari (171,58 i milioni di dollari finora incamerati). Grande aiuto, come prevedibile, dalla Cina, che contribuisce al successo con 172,2 milioni di dollari. Insomma, Johnny Depp può continuare a dormire sonni tranquilli, a vivere su atolli spersi nell’oceano e a pagare alimenti milionari. Difficilmente una sesta puntata si paleserà ma, come sempre accade a Hollywood, tutto può succedere.
Dando invece un’occhiata alla classifica nel suo complesso, colpisce come per la prima volta nella storia del box-office nazionale nessun titolo italiano rientri nelle prime dieci posizioni. Non è mai accaduto da quando le rilevazioni degli incassi e delle presenze di spettatori sono in atto e consultabili. Andando indietro nel tempo, la situazione più simile è quella della stagione 1993/1994, in cui, però, erano presenti due importanti co-produzioni: Il figlio della pantera rosa di Blake Edwards (6° posto) e Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci (8° posto). Nella stagione attuale, invece, la bandiera italiana non batte proprio e conseguentemente la quota di mercato del cinema nazionale è in caduta libera: dal 30% al 18,6%. Nella zona calda, quella dall’11° al 20° posto, i film italiani sono invece due: l’exploit L’ora legale di Ficarra e Picone, che è quindi il film italiano più visto della stagione (11° posto e 10,3 milioni di euro) e Mister Felicità di Alessandro Siani, che invece ha deluso le aspettative (13° posto e 10,1 milioni di euro) dopo il grande successo di Il principe abusivo (7° nella stagione 2012/2013 con 14,3 milioni di euro) e Si accettano miracoli (5° nella stagione 2014/2015 con 15,4 milioni di euro). Addirittura al 22° posto il natalizio Poveri ma ricchi di Fausto Brizzi (6,8 milioni di euro), il che non ha ostacolato la realizzazione del sequel Poveri ma ricchissimi in arrivo nelle festività natalizie del 2017.
Tra gli altri, ben tre cartoni (Alla ricerca di Dory, Oceania e Pets), a dimostrazione dell’importanza del target famiglie, accorse in massa anche per il numero 1 La bella e la bestia, il numero 3 Animali fantastici e dove trovarli e il numero 9 Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar. Supereroi sì ma senza esagerare (è decimo Suicide Squad) e, come al solito, tanti sequel: Alla ricerca di Dory, Cinquanta sfumature di nero, Fast & Furious 8, Inferno e Pirati dei caraibi: La vendetta di Salazar.
Unico film vietato ai minori presente in top-10 è Cinquanta sfumature di nero, e ci sono buone possibilità che il “rosso” non solo sia protagonista della prossima stagione, ma addirittura migliori la posizione del brand. Si sa, i capitoli conclusivi attirano di più!
A mancare è anche l’asso pigliatutto. La bella e la bestia è il più visto, ma con un incasso di poco superiore ai 20 milioni di euro. Nella stagione precedente, fenomeno Zalone a parte, ben due film (Star Wars: Il risveglio della forza e Inside Out) superavano ampiamente i 25 milioni di euro.
Tra le curiosità fuori classifica:
È solo 12° lo spin-off Rogue One: A Star Wars Story (10,2 milioni di euro) che invece a livello globale ha superato il miliardo di dollari.
È 14º Collateral Beauty (9,4 milioni di euro), come abbiamo più volte sottolineato flop ovunque tranne che nel nostro paese.
È solo 15° Sing (8,9 milioni di euro) che stranamente in Italia non decolla mai del tutto nonostante trailer e uscita (4 gennaio) perfetti. Che la delusione nei confronti di Pets, sempre della Illumination e più fumo che arrosto, abbia inciso? Difficile pensarlo, il pubblico, forse, ha semplicemente preferito Oceania per le festività natalizie. Però è strano, la soglia dei 10 milioni di euro sembrava decisamente alla portata del progetto.
La La Land (8,2 milioni di euro) è il più visto tra i premiati nelle categorie principali degli Oscar e si posiziona 17°.
Il film francese più visto è Famiglia all’improvviso (24° posto e 6,6 milioni di euro).
Il cinepanettone Natale a Londra è in caduta libera al 38° posto (4,3 milioni di euro).
Solo al 50esimo il disastro Fuga da Reuma Park (circa 3 milioni di euro) di Aldo, Giovanni e Giacomo e Morgan Bertacca.
È solo 85° Silence di Martin Scorsese (1,7 milioni di euro).
Il vincitore della Palma d’Oro Io, Daniel Blake é 94° con 1,6 milioni di euro.
Il vincitore dell’Oscar per il Miglior Film, Moonlight, é 98° (1,5 milioni di euro).
Conclude la top-100 il nostrano Mine con 1,4 milioni di euro.
Il Leone d’Oro Veneziano, The Woman Who Left di Lav Diaz, non ha avuto distribuzione.
ESTATE
Sull’estate cinematografica si è detto di tutto e di più. Partendo dall’oggettività dei numeri, che non mentono mai ma devono anche essere interpretati, non c’è da esultare, ma vediamo di capire se c’è da disperarsi o magari da rimboccarsi le maniche e cominciare a impostare strategie più lungimiranti. Ricordo che la nostra analisi si ferma a fine luglio, quindi a estate ancora in corso, ma il confronto con agosto rischierebbe di peggiorare ulteriormente le cose perché se Annabelle 2 è stato un successo, non può certo competere con il tutto esaurito di Suicide Squad dell’anno scorso.
È vero, sono usciti dei blockbuster, ma al di là di quelli il vuoto. Tutti film – Wonder Woman, La mummia, Transformers – L’ultimo cavaliere, The War – Il pianeta delle scimmie, Spider-Man: Homecoming – rivolti per lo più allo stesso target di pubblico: l’adolescente o giù di lì. Chi non ha voglia di supereroi, azione, botti ed esplosioni, ed evidentemente sono più di ciò che si pensa, viene tagliato fuori e non ha molta chance di trovare qualcosa di realmente interessante da vedere. Non lo sono certo Black Butterfly e Una doppia verità, thriller piuttosto fiacchi, Il tuo ultimo sguardo, patata bollente di cui si è solo parlato male, o la smielata di Quando un padre.
Qualche tentativo, soprattutto in giugno, è stato fatto, ma senza proporre nulla di particolarmente appetibile e in modo particolarmente appetibile. Non dico non interessante, riuscito, o addirittura bello, ma proprio appetibile, in grado cioè di far dire all’ipotetico spettatore “Ehi! Dopo avere mangiato alla sagra del pesce di mare andiamo a vedere il tal film?”
Pochi, infatti, e senza alcuna promozione, i film d’essai proposti (I figli della notte, Una vita, Un appuntamento per la sposa, Sieranevada, Io danzerò). Solo Quello che so di lei, Lady Macbeth e Civiltà perduta arrivano con una certa eco e infatti ottengono risultati non eccezionali ma in alcuni casi migliori degli altri. Soprattutto il film di James Gray.
Per le famiglie, invece, è proprio il nulla. Nocedicocco – Il piccolo drago e il russo Savva attirano (poco) solo la primissima infanzia, ma dopo di loro è il nulla, tanto che si è ritenuto opportuno riproporre il molto più trasversale Baby Boss per riempire il vuoto distributivo. Scelta lungimirante, che ha permesso al film Dreamworks, uscito in aprile, di arrotondare il già cospicuo bottino accumulato raggiungendo e superando i 7 milioni di euro.
Grande assente anche il cinema italiano, scelta forse comprensibile considerando la risposta del pubblico e la poca competitività del prodotto, ma in tal senso qualcosa deve essere pensato.
Checché se ne dica, al di là di tradizione italiana, conformazione geografica respingente e chi più ne ha più ne metta, a mancare nell’estate 2017 è proprio il prodotto, il film in grado di incuriosire, il caso, piccolo o grande, dell’estate. E anche quando qualche potenzialità c’è, non viene sfruttata poi a dovere. Succede, ad esempio, con un classico dell’horror come Wish Upon dove un carillon maledetto permette di esaudire 7 desideri non senza conseguenze nefaste. Poteva funzionare, invece incassa briciole perché arriva poco e male, in alcune città solo in multiplex periferici e solo a tardissima ora.
A distinguersi, tra gli altri, una manciata di titoli: Nerve, 2:22 – Il destino è già scritto e Prima di domani, che approfondiremo nelle varie sezioni dell’analisi trimestrale degli incassi.
Insomma, per decidere di andare al cinema in questa estate erano necessari una determinazione di ferro, una conoscenza approfondita delle uscite in modo da schivare i bidoni, oppure un cilicio.
Ma, ora, ecco la proposta rivoluzionaria, quella che potrebbe salvare la prossima estate in cui, oltre a tutte le possibili cause di allontanamento del pubblico, ci saranno anche i temibili Mondiali di Calcio. Distributori ed esercenti, la butto lì; così, un po’ per provocare ma anche per suggerire qualcosa, che ne dite di piazzare in luglio il prossimo film con Checco Zalone? Può sembrare un autogol, invece potrebbe rivelarsi la scelta che ci voleva. Si tratta di uno dei pochi personaggi contemporanei in grado di sfidare qualunque situazione climatica: è ancora in fase ascendente, non pare conoscere cedimenti, piace a tutti indistintamente (ha anche i suoi detrattori ma sono numericamente ininfluenti). Potrebbe essere l’occasione per portare davvero il pubblico in sala in estate senza svendere il prodotto ma facendogli vivere sulla propria pelle che non è poi così malaccio: si sta comodi, al fresco (mentre fuori si schiatta) e per un film che piace.
Meditate esercenti e distributori che state leggendo e non sottovalutate questa ipotesi!
A seguire:
COSA IL PUBBLICO HA INTRAVISTO
COSA IL PUBBLICO NON HA VISTO + SE IL TITOLO NON AIUTA + LA LOCANDINA CHE VERRÀ
GLI SPIETATI IN TRINCEA: LA VOCE DI UN ESERCENTE
Buona lettura.