Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (07/2016) – 3

ANIMAZIONE E FILM PER FAMIGLIE

Anche il cinema d’animazione e per famiglie subisce una flessione nel periodo primaverile/estivo, ma nuovi titoli continuano a uscire quasi ogni settimana. L’unico successo è l’orribile Angry Birds che trasforma il ben noto videogioco, sviluppato e pubblicato dall’azienda finlandese Rovio Mobile, in un esornativo lungometraggio, dopo che i simpatici e arrabbiatissimi uccelli avevano già dato origine, oltre che a un merchandising milionario, a una serie televisiva animata. Il marketing riesce comunque nell’impresa di spingere le famiglie nelle sale a metà giugno. Il debutto in Italia è direttamente al primo posto, ma il calo del 65% alla seconda settimana lascia intendere un passaparola non proprio esaltante. Comunque sia il film fa capolino per tutta l’estate in qualche sala di città e non e, visto il tenore del film, il risultato di circa 3 milioni di euro in piena canicola si può considerare molto positivo. Successo in tutto il mondo, ahimè,  con 107 milioni di dollari negli Stati Uniti e 240 milioni di dollari negli altri mercati, con punte significative in Cina (75 milioni di dollari) e Gran Bretagna (15 milioni di dollari). In Finlandia, che co-produce, è, almeno per ora, il maggiore successo dell’anno, con 3 milioni 672 mila dollari.

Buono il riscontro anche per altri titoli, a dimostrazione della solidità del genere. I genitori, del resto, sono disposti a risparmiare su tutto, ma per il presunto benessere dei figli non badano a spese. Ecco quindi un milione e mezzo di euro per Tini – La nuova vita di Violetta, in linea con i precedenti Violetta – L’evento nel 2013 (un milione 798 mila euro, ma in soli due giorni di programmazione) e Violetta – Backstage Pass nel 2014 (un milione 505 mila euro), a dimostrazione della tenuta del personaggio esploso grazie all’omonima telenovela argentina ed entrato direttamente nel cuore di milioni di bambine in tutto il mondo.

Si difendono anche il lungometraggio di animazione Robinson Crusoe, co-produzione tra Belgio e Francia, con un milione 178 mila euro, e Il regno di Wuba, grandissimo successo cinese (381 milioni di dollari) che in Italia riesce a superare il milione di euro nonostante le inevitabili divergenze culturali. Il film, infatti, è profondamente radicato negli usi e costumi del paese di origine, ma il mix di arti marziali e comicità demenziale riesce ad aprirsi un varco anche da noi. L’Italia, grazie al coraggio distributivo di Microcinema, è l’unico paese europeo in cui il film cinese esce nelle sale. Una sfida vinta.

Numeri bassi, invece, per gli altri film di animazione che affrontano il caldo. Poteva ottenere di più l’onesto e derivativo Fuga dal pianeta terra (304 mila euro), coproduzione tra U.S.A. e Canada che negli Stati Uniti incassa 57 milioni di dollari; non raggiungono, poi, i 150 mila euro lo spagnolo Mortadello e Polpetta contro Jimmy lo sguercio, l’americano Ratchet & Clank – Il film, anch’esso derivante da videogiochi, e il messicano Top Cat e i gatti combina guai.

Fugace apparizione, infine, per l’acclamato La canzone del mare, candidato all’Oscar per l’Animazione nel 2015, ma non in grado di intercettare il pubblico italiano. Nonostante le 90 sale in cui debutta grazie alla determinazione di Bolero Film, infatti, la media per sala è sconsolante (€ 187) e il totale a fine luglio supera di poco i 40 mila euro. Avrà sicuramente modo di rifarsi attraverso altri canali di sfruttamento.


CINEMA D’ESSAI

Non c’è molto spazio per il d’essai nel quarto trimestre della stagione. Tolti i film provenienti da Cannes, infatti, e qualche uscita nel mese di maggio, tarda primavera ed estate restano appannaggio di un cinema prevalentemente commerciale. Peccato perché qualche esperimento, alcuni tentativi in più, potevano sicuramente essere fatti, in modo da evitare una sovrapposizione autunnale inevitabilmente dannosa per opere destinante comunque a numeri modesti.

Escludendo Cannes, quindi, gli incassi più alti (circa 370 mila euro) sono per Al di là delle montagneTruman – Un vero amico è per sempre. Il primo proviene sempre da Cannes, ma edizione 2015 dove ebbe critiche miste, esce ai primi di maggio, e riesce ad aprirsi un varco significativo nell’indifferenza del pubblico. Per dire, nel week-end di debutto ha la seconda migliore media per sala della top-20 dopo Captain America: Civil War e, in sole 58 sale (11º posto), fa meglio di La foresta dei sogni in 185. E la settimana successiva va ancora meglio, perché entra in top-10. Un chiaro segnale di apprezzamento da parte del pubblico per l’opera di Jia Zhangke. Il secondo è invece l’asso pigliatutto dei premi Goya 2016 (5 riconoscimenti, tra cui miglior film) che in Spagna incassa, nel 2015, 3,8 milioni di dollari, piazzandosi 41º nel box-office annuale. In Italia esce in 40 copie con Satine Film e debutta a fine aprile al 16º posto, confermando un interesse costante, pur con numeri bassi a causa della diffusione limitata, per tutto il mese di maggio.

Proviene da Cannes 2015 anche Sole alto, di Dalibor Matanić, vincitore della sezione “Un Certain Regard”, che la Tucker Film distribuisce a fine aprile in 37 schermi. L’interesse del pubblico è dimostrato dall’ottima media per sala (€ 2.354) che comporta un aumento delle sale (55) la seconda settimana. Anche in questo caso siamo di fronte a un film che riesce a ritagliarsi uno spazio, di nicchia ma importante, a dimostrazione della capacità, anche delle opere meno strombazzate, di trovare occhi disponibili. Ne è una controprova l’incasso finale, di circa 290 mila euro, ottenuto a forza di piccoli, ma costanti, passi.

Incassa circa 280mila euro il tedesco Lo Stato contro Fritz Bauer, in cui Lars Kraume, attraverso la riproposizione del caso “Eichmann”, riflette soprattutto sul post nazismo nel suo paese, e ottiene un certo riscontro anche In nome di mia figlia (circa 270 mila euro), di Vincent Garenq, che fa quel che può, con le poco più di 40 sale a disposizione, per affrontare a testa alta il mese di giugno.

Arriva a circa 225 mila euro l’unico film d’essai con un certo appeal ad affrontare il mese di luglio. Ma Il piano di Maggie di Rebecca Miller, con Greta Gerwig, Ethan Hawke e Julianne Moore, nonostante lo sforzo distributivo della Adler Entertainment (87 sale), non ha troppa forza per sostenere il peso del d’essai estivo ed esce di scena prima del previsto. Negli Stati Uniti ha incassato 3,3 milioni di dollari in 335 schermi.

Unici altri titoli a superare i 100 mila euro sono Tra la terra e il cielo di Neeraj Ghaywan, La sposa bambina di Khadija Al-Salami, Florida di Philippe Le Guay e Ma ma – Tutto andrà bene di Julio Medem.

Briciole per i tanti altri, opere degne di nota ma distribuite con il contagocce. Tra questi, Nostalgia della luce e La memoria dell’acqua di Patricio Guzmán, Wilde Salomé di Al Pacino, Microbo & Gasolina di Michel Gondry, Segreti di famiglia di Joachim Trier, La casa delle estati lontane di di Shirel Amitay, Marguerite e Julien di Valérie Donzelli, I miei giorni più belli di Arnaud Desplechin e Un mercoledì di maggio di Vahid Jalilvand. Tra giugno e luglio appaiono anche due film dell’acclamato Xavier Dolan: Laurence Anyways del 2012 e Tom à la ferme del 2013.

È invece un ibrido Tutti vogliono qualcosa di Richard Linklater, perché si può considerare come l’opera d’essai di uno dei registi indipendenti americani più prossimi al mainstream e ha avuto una distribuzione anche nei multiplex. Il debutto è in 175 schermi, ma la media per sala di € 783 non brilla e il visibilio quasi unanime della critica, decisamente incapricciata del titolo, non compie il miracolo di sostenerlo al botteghino. Seconda settimana in flessione dal 9º al 12º posto, terza stabile e quarta al 16º. Box-office complessivo di 433 mila euro, il miglior risultato al mondo dopo gli Stati Uniti, dove ha incassato 3,4 milioni di dollari in 454 sale. Operazione in passivo visto il budget di 10 milioni di dollari.


ITALIA

Per l’Italia il quarto trimestre segna, come ogni anno, una battuta d’arresto. Tolto, infatti, il risultato superiore alle aspettative di La pazza gioia, di cui ci occupiamo nella sezione relativa al Festival di Cannes, gli altri titoli che si affacciano nelle sale ottengono risultati poco incoraggianti.

Delude Roberto Andò, ancora in coppia con Toni Servillo nell’ambizioso Le confessioni. Il debutto a  fine aprile è buono (quarto posto e € 3.031 di media in 188 sale), la seconda settimana resiste al sesto posto (ma le sale passano a 244 e la media scende a € 1.448) e perde solo una posizione alla terza settimana. Il problema, però, è che in questo periodo il pubblico sembra essere interessato solo a Captain America: Civil War, unico titolo capace di ottenere numeri elevati, mentre tutte le altre posizioni, anche ai vertici della classifica, devono accontentarsi di incassi miseri. Il film di Andò finisce così la sua corsa a circa un milione e mezzo di euro, un passo indietro rispetto al precedente Viva la libertà che aveva raggiunto 2 milioni 158 mila euro. Non hanno forse influito più di tanto, di sicuro nemmeno aiutato però, le critiche complessivamente tiepide.

Tutti gli altri titoli presentati nel periodo ottengono incassi inferiori al milione di euro. Non decolla l’ennesimo tentativo di cinecocomero per portare in sala il pubblico dei cinepanettoni. L’incasso di Miami Beach si ferma infatti a 781 mila euro. Ammicca alla televisione e al suo pubblico di riferimento anche l’esordio di Pablo e Pedro con Ciao Brother che arriva nelle sale grazie a Microcinema ma che, uscendo a metà giugno, deve fronteggiare anche gli Europei di calcio e, si sa, sport e cinema difficilmente vanno d’accordo, soprattutto se, come in questo caso, condividono la stessa platea. Il duo, diretto da Nicola Barnaba, si deve così accontentare di un incasso di 755 mila euro. In linea anche il risultato di Zeta (706 mila euro), racconto di rap e formazione, che ha modo di trovare un suo pubblico grazie anche alla distribuzione generosa di Koch Media in 263 sale. Una diffusione ampia che consente un debutto in terza posizione a fine aprile, ma che non regge già a partire dalla seconda settimana, dove il film di Cosimo Alemà perde cinque posizioni ma, soprattutto, riduce la media per schermo da € 1.667 a € 621, segnale non proprio incoraggiante che proietta il film al 26º posto nella terza settimana.

Floppissimo, invece, per Massimo Boldi che bissa la stagione con La coppia dei Campioni dopo i 3 milioni 700 mila euro incassati in novembre con Matrimonio al Sud. Il bis, però, non produce i risultati sperati e, nonostante le 332 sale a disposizione, il debutto a fine aprile è al 9º posto, con la peggiore media per sala della top-10 (€ 899). Seconda settimana in caduta libera: 18esima posizione e  media per sala pari a € 329. Terza settimana al 44º posto con solo 12 sale a disposizione, per un totale di 412 mila euro. Forse due Boldi per un’unica stagione sono troppi!

Appaiono fugacemente anche altri titoli, tra cui Fräulein – Una fiaba d’inverno, favola contemporanea di Caterina Carone con Christian De Sica (circa 40 mila euro) e Il ministro, di Giorgio Amato, con Gianmarco Tognazzi.


La prima parte del Barometro, con l’INTRODUZIONE e CANNES dal punto di vista degli incassi la potete trovare qui.

La seconda parte del Barometro dedicata ai FLOP la potete trovare qui.

A seguire, la quarta parte del Barometro, con uno sguardo su HORROR, ESTATE E MISTERO.