Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (04/2013)

Questo primo trimestre del 2013 ci ha insegnato parecchie cose, di cui ci occuperemo nel dettaglio dei singoli film ma che può essere interessante riassumere a livello macro.

Si comincia partendo dal declino della commedia in Italia. Nonostante gli incassi record de Il principe abusivo e il buon andamento di Benvenuto Presidente!, sono tanti i tentativi non andati a buon fine di far ridere o di conciliare il sorriso con la riflessione. Forse è proprio giunto il momento di dire basta al noto e di percorrere strade alternative che possano dare nuova linfa alla nostra cinematografia, peraltro molto attiva e vitale, solo seduta. Un segnale è sicuramente il risultato conseguito da un film come La migliore offerta, non completamente riuscito, ma capace di intercettare un pubblico in cerca di altro rispetto alle solite commediole.

Si continua con i vari tentativi di creare saghe miliardarie sull’onda del successo planetario di Twilight. Non è così facile, applicando la stessa formula, ottenere gli stessi risultati. E il pubblico, che non andrebbe mai sottovalutato, ha dimostrato di cercare altro e non la stessa minestra riscaldata.

In declino poi, ma lo avevamo già notato e sottolineato, il cinema d’autore. Pochi i film davvero d’essai e con risultati infinitesimali. Il fatto è che i multiplex non li proiettano, e probabilmente fanno bene perché il loro pubblico vuole altro, ma un timido tentativo si potrebbe fare. Confinati nelle poche monosale cittadine, senza un ricambio generazionale significativo, il cinema non prettamente commerciale sembra destinato a scomparire o a essere relegato ai festival. Ma se i film visti e premiati ai festival non vengono distribuiti, allora che senso hanno i festival?

Infine una considerazione che pare banale, e lo è, ma che potrebbe chiarire una volta per tutte la disaffezione degli spettatori nei confronti della sala cinematografica, quindi giustificare in qualche modo l’attuale trend negativo degli incassi rispetto alle stagioni precedenti. Per spingere la gente al cinema, almeno in Italia, ci vogliono freddo, gelo e rigore. Pensiamo al lunedì di Pasquetta, giornata generalmente dedicata alla gita fuori porta. Quest’anno, causa crisi economica e tempo da brughiera in autunno, i più sono rimasti a casa. Risultato: incassi boom, con incassi, rispetto alla stessa giornata del 2012, maggiori del 21%. Di sicuro il posizionamento strategico di alcuni titoli ha funzionato (un buon film per famiglie come I Croods, un prodotto italiano come Benvenuto Presidente!, specchio della situazione politica attuale, una commedia che funziona egregiamente come Il lato positivo), ma con il sole i numeri sarebbero stati diversi e avrebbero portato ai soliti piagnistei.

Detto questo, procediamo con ordine. GENNAIO è una mezza catastrofe: diminuzione nel numero dei biglietti venduti del 23% e negli incassi del 24% rispetto a gennaio 2012. Per intenderci, è  il risultato peggiore degli ultimi cinque anni e rispetto all’anno migliore del quinquennio, il 2011, dominato dal “caso” con Checco Zalone Che bella giornata, il calo è addirittura del 47%. In ribasso anche la quota di mercato dei film italiani che passa dal 48% al 34%, ma nel 2012, in gennaio, sono usciti due grandi successi come Benvenuti al Nord e Immaturi – il viaggio, mentre il 2013, escludendo il buon andamento di Tornatore e l’incasso medio(cre) di Mai stati uniti, non ha prodotto risultati degni di nota.

Con FEBBRAIO il box-office dà segnali di ripresa: +4,55% rispetto al mese di febbraio 2012 nei biglietti venduti e -1,82% negli incassi. La differenza è dovuta al maggior numero di film in 3D usciti nel febbraio 2012 rispetto a febbraio 2013. A risollevare un po’ il box-office ha inciso l’ottimo andamento de Il principe abusivo, il cui incasso è pari al 22% del totale del mese e contribuisce a una quota di mercato dei film nazionali pari al 32%,  in crescita rispetto a febbraio 2012, dove era al 30%. A beneficiare di tale successo, però, è soprattutto il Sud Italia: la Campania ha incrementato dell’80% i biglietti venduti, per contro il Trentino Alto Adige ha avuto una calo del 19,41%, in controtendenza rispetto alla media nazionale del mese che segna, come specificato, un +4,47%. Come dire, all’estremo nord non piace l’estremo sud!

A MARZO, finalmente, un deciso segno più: +16,31% rispetto a marzo 2012 nei biglietti venduti e +18,71% negli incassi. Anche in questo caso la differenza è imputabile ai film in 3D, nel 2013 con un maggior impatto rispetto all’anno scorso. Superiore, rispetto al 2012, anche il numero dei biglietti venduti per i film italiani (+9%), mentre la loro quota di mercato passa dal 40,14% al 37,68%. In forte aumento, invece, la quota di mercato dei film americani, dal 35,40% al 51,48%, mentre la Francia, che l’anno scorso poteva contare su Quasi amici, passa dal 20,94% al 5,85%. Grazie a The Impossible e La Madre, cresce poi la quota di mercato per i film spagnoli, dallo 0,44% al 3,04%.

Il dato estremamente positivo di marzo, però, non è sufficiente per far quadrare i conti a livello trimestrale. Rispetto al primo trimestre 2012, infatti, le presenze sono in calo del 4,71% e gli incassi si contraggono del 6,4%.

Passiamo ora ai singoli film, soffermandoci su quelli che hanno maggiormente caratterizzato, nel bene e nel male, l’andamento trimestrale. Si comincia con i titoli stranieri e si prosegue con quelli italiani, ordinati per data di uscita. Poi è tempo di flop, misteri e il caso del trimestre. Un capitolo a parte è dedicato agli Oscar. Gli incassi sono calcolati al 31 marzo 2013.

Per completezza di visione, si allega la classifica dei film più visti nel I trimestre del 2013:

BOX OFFICE DAL 01/01/2013 AL 31/03/2013
POSIZIONE TITOLO INCASSO
1 IL PRINCIPE ABUSIVO € 14.271.834
2 DJANGO UNCHAINED € 11.988.912
3 LA MIGLIORE OFFERTA € 8.920.706
4 IL GRANDE E POTENTE OZ € 7.651.872
5 LINCOLN € 6.477.343
6 I CROODS € 6.424.272
7 MAI STATI UNITI € 5.534.973
8 BENVENUTO PRESIDENTE! € 5.048.778
9 QUELLO CHE SO SULL’AMORE € 4.515.521
10 IL LATO POSITIVO € 4.202.883

JACK REACHER – LA PROVA DECISIVA

DATA DI USCITA 3 GENNAIO 2013 – INCASSO € 3.213.601

Un film con Tom Cruise è pur sempre un film con Tom Cruise. Quindi, anche se si tratta di un’opera che nulla aggiunge al genere (siamo dalle parti del thriller), derivante dal nono romanzo della serie creata da Lee Child che nessuno conosce, diretta da un regista che ai più dice poco (il Christopher McQuarrie del sorprendente I soliti sospetti), merita una visione. E non solo per l’immancabile monumento alla virilità del mai pago Tom, ma anche per un soggetto decisamente interessante, una regia tutt’altro che anonima (la sequenza clou intorno a cui gira tutto il film è da manuale) e un Werner Herzog che lascia il segno. Peccato finisca tutto, come al solito, a sganassoni. La presenza di Tom garantisce comunque una platea globale: 80 milioni di dollari negli U.S.A., 136 nel resto del mondo, a fronte di un budget di 60 milioni di dollari (59 dei quali andati sicuramente a Tom). In Italia ravviva il nuovo anno debuttando al 3º posto con un solido incasso di un milione 396 mila euro. Alla settimana successiva scende al quinto posto perdendo il 40%, e alla terza è già decimo. Il più è fatto. Ma il film è da rivalutare.

QUELLO CHE SO SULL’AMORE

DATA DI USCITA 10 GENNAIO 2013 – INCASSO € 4.515.521

Muccino sì, Muccino no. È tutto un dibattere in Italia, dove il regista nazionale attualmente più attivo negli U.S.A. non si risparmia e riempie magazine e schermi televisivi di interviste in cui spiega le cause dell’insuccesso americano. I numeri parlano chiaro, ma pare fosse già evidente dalle proiezioni test, in ogni caso 13 milioni 102 mila dollari raggranellati in totale in 2.840 sale sono davvero pochini, anche a fronte di un low-budget (35 milioni di dollari) senza troppe pretese. Tante le possibili cause, dalla promozione sbagliata, alla data di uscita in dicembre, quando il target di riferimento (donne over 40) era sicuramente impegnato nello shopping natalizio, ma forse la vera ragione è che il film non ha un reale motivo per essere visto: come commedia non funziona, come dramma è annacquato, come glamour esibisce ex-divi alla ricerca di ultimi bagliori di ribalta, come protagonista mostra un Gerard Butler ai cui crucci, e alla cui pettinatura, non si crede un solo istante e che, ormai è assodato, funziona meglio nei ruoli action piuttosto che in quelli brillanti. Il pubblico italiano, però, da sempre fedele a Muccino, anche in questo caso lo sostiene, foraggiato dal gran dibattere sul flop U.S.A. che sicuramente accentua la curiosità. Debutto al primo posto con quasi 2 milioni di euro in 425 schermi e calo del 41% alla seconda settimana (un milione 165 mila euro), in cui le sale salgono a 435. Siamo lontani dai fasti dei baci ultimi e rinnovati, ma è comunque un segnale di fiducia degli spettatori per un film non così orrendo, come in tanti ci tengono a sottolineare, però decisamente superfluo. Nel resto del mondo non va granché meglio. Un aiutino arriva dalla Russia (4 milioni 689 mila dollari) e qualcosa da Spagna (un milione 753 mila dollari) e Gran Bretagna (un milione 162 mila dollari). Il resto sono briciole.

CLOUD ATLAS

DATA DI USCITA 10 GENNAIO 2013 – INCASSO € 3.710.140

L’arma vincente dell’ultima, discutibile e discussa, fatica di Lana e Andy Wachowski e Tom Tykwer è il mistero. Le informazioni sulla lavorazione sono state oculatamente centellinate e dispensate gradualmente in modo da accentuare la curiosità, fino al primo trailer diffuso on-line il 29 ottobre 2012 della durata di ben cinque minuti. La strategia ha funzionato, almeno all’inizio, permettendo di superare anche l’empasse della durata fiume di 2 ore e 44 minuti. Primo week-end negli U.S.A. al 2° posto con 9 milioni 613 mila dollari e discreta tenuta, con una diminuzione del 44% alla seconda settimana. Anche in Italia la partenza è buona, con un 3° posto (dietro a Muccino e Tornatore) e un incasso di un milione 602 mila euro in 439 schermi (media discreta di € 3.648,05). Nelle settimane successive, però, il film non mantiene il trend e cala sensibilmente, a dimostrazione che una volta smaltita la schiera dei fan (dei Wachowski, del romanzo di origine “L’atlante delle nuvole” di David Mitchell, del nutrito cast, dell’atmosfera new-age), non troppi curiosi si sono buttati allo sbaraglio nella mischia. L’Italia, comunque, fa stranamente meglio di Francia (3 milioni 134 mila dollari), Spagna (un milione 76 mila dollari) e anche Gran Bretagna (2 milioni 402 mila dollari). Incassi record, invece, in Germania (12 milioni 663 mila dollari), grazie sicuramente alla co-firma di Tykwer, e Russia (addirittura 17 milioni 22 mila dollari). Nonostante l’interesse dimostrato, l’incasso worldwide di 129 milioni di dollari è lungi dal coprire il budget sostanzioso di oltre 100 milioni di dollari. Anche in questo caso, come in altri segnalati, sarà il tempo a decidere se di cult o scult si tratti.

THE IMPOSSIBLE

DATA DI USCITA 31 GENNAIO 2013 – INCASSO € 3.671.943

Il film di Juan Antonio Bayona sui tragici eventi realmente accaduti nel 2004, quando un mostruoso tsunami si abbatté sulle coste della Thailandia, ha fatto parlare di sé soprattutto in Spagna, dove ha infranto vari record al box-office. Fin dalla sua apparizione nelle sale, nell’ultimo trimestre del 2012, ha infatti incassato 10 milioni e 377 mila euro solo nel primo week-end di programmazione, superando a fine corsa i 55 milioni di dollari e ottenendo la palma di film più visto in Spagna nel 2012. È proprio un amore quello degli spagnoli per il connazionale Bayona, che già con il film di debutto The Orphanage aveva conquistato, nel 2007, l’ambita posizione di film più visto in Spagna, con un incasso di 37 milioni 726 mila dollari. Nel resto del mondo l’andamento è differente, nel senso che il film ottiene un buon successo ma non così eclatante, ad eccezione di Messico (11 milioni 200 mila dollari) e Gran Bretagna (20 milioni 705 mila dollari). Manca poi la spinta propulsiva del mercato americano, dove il film non esce wide (“solo” 886 cinema) per un totale di 18 milioni 745 mila dollari. In Italia viene distribuito in un week-end denso di nuove uscite (Looper, Les Miserables, The Last Stand – L’ultima sfida) e batte la concorrenza piazzandosi al terzo posto del box-office, con una buona media per sala di € 4.595 e un incasso di un milione 273 mila euro. Alla settimana successiva risale addirittura in classifica sfiorando il podio, con un calo appena del 34%. Resta nella top-ten per quattro settimane. Curiosità: in Thailandia, luogo in cui è ambientata la vicenda, nel 2012 non è stato un grande successo. Nella classifica annuale dei film più visti figura, infatti, solo al 44º posto tra i film più visti.

NOI SIAMO INFINITO

DATA DI USCITA 14 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 1.150.918

La trasposizione cinematografica del romanzo epistolare “Ragazzo da parete”, scritto dallo stesso Stephen Chbosky regista del film, è arrivata nelle sale italiane con l’aura di cult generazionale. Se il successo è stato di nicchia negli stessi States, dove il romanzo è alla sua ventesima edizione e ha venduto oltre un milione di copie, con un incasso di 17 milioni 743 mila dollari, in Italia, la nicchia si è ulteriormente ristretta: debutto in 177 cinema con 431 mila euro e una media per sala solida ma non esaltante (€ 2.434). Il giovedì di uscita il film incassa 60 mila euro. Settimana successiva tutta in discesa: nono posto, 160 schermi, 319 mila euro di incasso e media per sala di € 1.995. Che cosa non ha funzionato? Intanto il passaparola, ma anche le critiche italiane sono state per lo più tiepide. Considerando però quanto poco incidano le recensioni sugli incassi, probabilmente non è stato così proficuo puntare buona parte della promozione sulla presenza di Emma Watson, alla ricerca di un ruolo che le permettesse di scrollarsi di dosso la Hermione di Harry Potter. Pur avendone tutti i presupposti, sarà come sempre il tempo a decretare se di cult si tratti.

WARM BODIES

DATA DI USCITA 7 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 1.698.587

Appartiene al genere “cercasi erede di Edward e Bella”, infatti i produttori sono gli stessi di Twilight. Questa volta la contaminazione è garantita dal rapporto tra uno zombie (è suo il punto di vista sulla vicenda) e una graziosa ragazza, ovviamente non una qualunque, ma proprio la figlia del generale a capo della lotta contro gli zombi. L’originalità è quella di trasformare un sottogenere mai passato di moda (lo zombi movie) in una sorta di commedia romantica. Di buono c’è che pare si tratti di un caso isolato, nel senso che non è prevista una saga a puntate. L’uscita strategica a ridosso di San Valentino produce i suoi risultati: 65 milioni di dollari negli U.S.A., 42 milioni di dollari nel resto del mondo, a fronte di un budget di “appena” 35 milioni di dollari. Debutto al primo posto in Italia, ma con numeri bassini: 899 mila euro nonostante le 362 sale a disposizione. Seconda settimana in rapida discesa al 6° posto e terza già fuori classifica, per far posto a Beautiful Creatures che, però, si  è rivelato mega flop. Record di incassi in Corea del Sud con 7 milioni 296 mila dollari.

IL GRANDE E POTENTE OZ

DATA DI USCITA 7 MARZO 2013 – INCASSO € 7.651.872

È la moda del periodo: il ritorno delle favole. Alcune rivisitate in chiave moderna, altre stravolte, altre ancora rimpolpate con dosi di action. Sam Raimi sceglie con intelligenza e astuzia (regola numero uno: mai confrontarsi con un mito) la strada del prequel e, a 74 anni dal celeberrimo Il Mago di Oz di Victor Fleming, ne costruisce gli antefatti. Il risultato è il classico film per grandi e bambini (per i piccini è ancora presto): una gioia per gli occhi, una spruzzata di kitsch, una sceneggiatura un po’ scombiccherata ma che sta in piedi, un cast convincente e un 3D che, per una volta, valorizza davvero l’aspetto visivo. L’impatto è stato molto forte sul mercato U.S.A., per cui la favola di Dorothy è, da sempre, un vero must per intere generazioni (più che in altri paesi): quasi 200 milioni di dollari a sfruttamento ancora in corso. Ma anche nel resto del mondo il film è stato un grande successo (altri 214 milioni di dollari), Italia compresa, dove ha un ottimo debutto (1º posto, con 2 milioni 894 mila euro in 588 sale) e, complice una Pasqua piovosa, regge più del previsto, tanto che dopo quattro settimane è ancora nella top-ten e occupa 212 schermi.

SPRING BREAKERS – UNA VACANZA DA SBALLO

DATA DI USCITA 7 MARZO 2013 – INCASSO € 914.947

Significativo l’andamento americano per il film di Harmony Korine, presentato in prima mondiale al Festival di Venezia 2012. Distribuito inizialmente solo in tre cinema ha ottenuto una media per sala molto alta ($ 87.667) che ha creato buoni presupposti per un’uscita più ampia. Il problema di fondo è che non sono pochi i titoli che nei mercati più intellettuali, come New York e Los Angeles, conquistano medie altissime, ma poi non replicano gli stessi risultati in un’uscita wide È successo anche in settembre con The Master che è passato da una media di $ 147.262 in cinque cinema a $ 5.572 in 788 sale. Con Spring Breakers l’occasione è ghiotta anche per testare l’efficacia promozionale del passaparola, di internet e dei social network, visto che non ci sono stati spazi pubblicitari a pagamento in televisione. E i numeri hanno premiato l’innovativa, e sicuramente più economica, formula promozionale, con 4 milioni 859 mila dollari in 1104 sale. La media si è effettivamente ridotta a 4 mila 401 dollari, ma la settimana successiva le sale aumentano ugualmente (1.379). Considerando l’esiguo budget (5 milioni di dollari), i 10 milioni di dollari raggiunti sono già un buon risultato. In Italia, invece, non ha avuto modo di distinguersi dalle tante commedie stupidotte con cui si può confondere ed è stato lanciato nella mischia senza una promozione mirata e adeguata. La mancanza di strategia si è fatta sentire, infatti gli incassi sono stati tiepidi (56 mila euro al giovedì di debutto in settima posizione) e la tenitura particolarmente breve (alla terza settimana è praticamente scomparso dalla circolazione). Puntando esclusivamente sul pubblico adolescenziale, si è escluso un pubblico più adulto e sofisticato che non ha avuto modo di accorgersi dell’arrivo del film nelle sale. Si rifarà, probabilmente, in DVD.

LA MADRE

DATA DI USCITA 21 MARZO 2013 – INCASSO € 1.810.785

Ottima strategia quella della Universal per l’Italia di proporre, per Pasqua, un’alternativa a commedie, cartoon e buoni sentimenti attraverso un horror. Non avendo rivali il film riesce a ritagliarsi uno spazio significativo. Debutto al 5° posto con 866 mila euro in 241 sale e una solida media per sala di € 3.592. Alla settimana successiva il film si mantiene stabile al 5° posto perdendo solo il 27%. Ottima tenuta. Al successo, oltre al genere, hanno sicuramente contribuito il nome di Guillermo del Toro (da molti indicato impropriamente come regista del film, in realtà solo produttore) e la presenza dell’attrice del momento Jessica Chastain. Considerato il budget di soli 15 milioni di dollari, davvero remunerativa l’operazione dal punto di vista commerciale: 71 milioni 628 mila dollari negli U.S.A., più altri 55 milioni 400 mila dollari nel resto del mondo. Il film è una coproduzione tra Spagna e Canada ed è proprio in Spagna che il film ha ottenuto i maggiori consensi con ben 10 milioni 406 mila dollari. E pensare che tutto trae origine da un corto di neanche tre minuti diretto dallo stesso Andres Muschietti nel 2008 (Mamà), un terrificante e davvero efficace piano-sequenza con due bimbe e la loro madre, che pare abbia folgorato del Toro a tal punto da indurlo a produrgli un lungo basato proprio su quel corto.

GLI AMANTI PASSEGGERI

DATA DI USCITA 21 MARZO 2013 – INCASSO € 1.530.610

Un film di Almodovar merita sempre una visione nonostante sia da un po’ che il regista spagnolo non regala opere memorabili. Il ritorno alla commedia tout court ottiene riscontri critici per lo più negativi ma, dati anche i presupposti di leggerezza d’autore, gode di buoni incassi nel primo week-end di programmazione.  In Spagna è addirittura il film di Almodovar con il miglior debutto di sempre: un milione 860 mila euro contro il precedente record di Volver di un milione 750 mila euro. In Italia va un po’ peggio, ma il debutto è a un discreto 4° posto con poco più di 900 mila euro in 303 sale. Media, però, non eccelsa di € 2.971. Notevole il calo alla seconda settimana, quella di Pasqua affollata di nuove uscite, con un -53% che dimostra l’inesorabile passaparola negativo.

I CROODS

DATA DI USCITA 21 MARZO 2013 – INCASSO € 6.424.272

La 20th Century Fox, subentrata alla Paramount nella distribuzione dei film Dreamworks Animation, non bada a spese per lanciare l’ultimo gioiellino animato. Si comincia con un trailer perfetto, in grado di trasmettere con cura l’atmosfera del film dando già un’idea ben precisa dei tanti personaggi, e si continua con una campagna affissioni di grande efficacia che ha ravvivato, con colori accesi, tangenziali, strade provinciali e comunali di tutta la penisola, inondate da litri di pioggia. Buono il risultato in Italia nel primo week-end, grazie all’assenza di partite e alla complicità del cattivo tempo (3 milioni 2 mila euro) e ottima la tenuta nella settimana di Pasqua. L’iniziale competizione con Benvenuto Presidente! si risolve presto a favore della ghenga preistorica, grazie principalmente alle famiglie che scelgono il film Dreamworks come must per le festività pasquali.


ITALIA

Tra i film italiani usciti nelle sale nel I trimestre 2013 si spazia poco nei generi, alternando la commedia spensierata alla commedia drammatica. A quando una boccata di ossigeno che non sia finalizzata alla ricerca della risata?

Per un principe abusivo che sfonda, poi, sono davvero tanti i film che hanno deluso le aspettative commerciali. Ma entriamo, come sempre, nel dettaglio:

LA MIGLIORE OFFERTA

DATA DI USCITA 1 GENNAIO 2013 – INCASSO € 8.920.706

Ha spiazzato tutti. Uscito il 1° gennaio con una strategia bizzarra, poi rivelatasi vincente, è partito subito col turbo: al 6 gennaio ha già incassato due milioni 757 mila euro. Succede spesso che l’outsider delle feste, il film che evita la competizione accesa, si ritagli uno spazio considerevole, ma il film di Tornatore ha superato qualunque aspettativa. Alla seconda settimana il calo è appena del 10% e al 14 gennaio il film ha già superato i 5 milioni di euro. Alla terza settimana cala di un 32% per raggiungere al 20 gennaio i 6 milioni 611 mila euro. Bene anche gli infrasettimanali per un film che ha dimostrato un andamento costante: nessun picco, ma un interesse che non si placa. Il contrario di ciò che accade per Mai stati uniti, suo diretto rivale, che parte meglio ma si ammoscia subito, non appena il passaparola si attiva. Fino all’arrivo di Tarantino è La Migliore Offerta il film più visto del 2013 che per ben 5 settimane resta nella top-ten settimanale e continua a macinare incassi anche nelle settimane successive, in cui resiste con successo in un centinaio di sale. Al film di Tornatore succede quello che tutti i distributori sperano: l’incontro magico tra un film e il pubblico. Da cosa tanto clamore? Intanto la data di uscita. Si suppone che il pubblico nelle feste voglia solo rincoglionirsi con cine-panettoni e affini, invece c’è una larga fetta di spettatori che non vedono l’ora di uscire dalla plastica delle festività con qualche alternativa. La Migliore Offerta ha quindi intercettato il bisogno di chiudere con il Natale degli spettatori meno omologati. Se a questo si aggiunge una confezione lussuosa, atipica per un prodotto italiano, un protagonista dal forte carisma come Geoffrey Rush e una storia in cui si abbracciano mistero, amore e inganno, il gioco è fatto. In realtà non tutto funziona nel film, soprattutto nella costruzione narrativa, molto meno raffinata di ciò che sembra, ma l’atmosfera noir del plot funziona e la conclusione è di quelle che soddisfano, dando l’idea che tutto torni anche se poi non tutto torna. In ogni caso a tre mesi dall’uscita è ancora possibile vedere il film su grande schermo, almeno nelle città capozona, caso più unico che raro.

MAI STATI UNITI

DATA DI USCITA 3 GENNAIO 2013 – INCASSO € 5.534.973

Doveva essere l’exploit del post-festività, ma dopo una partenza discreta il ruolo di outsider è stato subito conquistato da La Migliore Offerta di Giuseppe Tornatore. Il soggetto rischia poco (cinque fratelli che non si conoscono si trovano a condividere un viaggio negli States, per spargere le ceneri del padre e mettere le mani su una cospicua eredità), il cast affianca nomi noti del panorama nazionale contemporaneo (Vincenzo Salemme, Maurizio Mattioli, Ambra Angiolini, Ricky Memphis), il titolo funziona a dovere, ma dopo il primo week-end in vetta alla classifica settimanale, con più di due milioni di euro in 384 schermi, e un’ottima media per sala (€ 5.370), il film si sgonfia rapidamente. I detrattori parlano di personaggi incapaci di creare empatia e ancorati a stereotipi vecchi e non più rappresentativi dell’italiano medio, a cui il film invece ammicca. Di sostenitori non ce ne sono. Il pubblico di questo tipo di pellicole di solito paga il biglietto come una sorta di obolo a perdere, cercando lo svago, spesso trovandolo, ma non chiedendo altro che di passare un paio d’ore fuori dai suoi problemi. Che dire, un uso più che lecito del cinema che vanta, però, esempi più autorevoli. In ogni caso, Mai stati uniti resiste per quattro settimane nella top-ten settimanale, svolgendo appieno la sua funzione, ma, come è fisiologico che sia dato il tenore del progetto, dopo un mese fa perdere le sue tracce.

LA SCOPERTA DELL’ALBA

DATA DI USCITA 10 GENNAIO 2013 – INCASSO € 96.871

La trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Walter Veltroni riceve un netto rifiuto dal pubblico: debutto al 17º posto con 47 mila 500 euro in 34 sale, per poi scendere al 26º già dalla settimana successiva. Complice l’assenza di qualunque promozione, il film arriva nelle sale come oggetto di difficile identificazione. Il poster in cui troneggia Margherita Buy dà l’idea dell’ennesimo ritratto di donna sola e problematica, i due bambini al centro sull’attenti, davanti a un punto luminoso, ispirano più sette e litigi in famiglia che un originale viaggio nel tempo. Ma la colpa dell’insuccesso non è probabilmente tutta da attribuire al brutto poster. Le poche recensioni, infatti, bocciano anche il film.

PAZZE DI ME

DATA DI USCITA 24 GENNAIO 2013 – INCASSO € 1.895.638

Primo grande flop di Fausto Brizzi, dopo il deludente Com’è bello far l’amore (incasso complessivo di 6 milioni 878 mila euro), già sotto gli standard milionari del regista romano. Nel primo week-end, a fronte di un’invasione della penisola in ben 450 sale, l’incasso non raggiunge il milione di euro (915 mila euro). La settimana successiva va decisamente peggio, a riprova di un passaparola non propriamente esaltante: calo drastico delle sale (321), della posizione in classifica (7° posto) e degli incassi (527 mila euro). Alla terza settimana la caduta è verticale: il film resta in 95 sale e scende di un ulteriore 76% rispetto al già misero week-end precedente, incassando solo 129 mila euro. Quali le cause di tale debacle? Sicuramente il trailer non ha aiutato, dando l’idea della stessa commedia di sempre, dai caratteri esagitati e fuori dalla realtà, di cui non si sentiva alcuna necessità; tra l’altro, se non si ride nel trailer, figurarsi nel film. Troppo vicina, poi, l’uscita rispetto a I 2 soliti idioti, sempre con Francesco Mandelli, parziale delusione natalizia, che anziché fungere da traino è stato un deterrente. E poi c’è il film che, a quel che si legge, è micidiale.

STUDIO ILLEGALE

DATA DI USCITA 7 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 901.584

Per ora è il maggior insuccesso commerciale di Fabio Volo, l’unico film da lui interpretato a non avere nemmeno raggiunto il milione di euro, peggio anche di Figli delle stelle e Uno su due che sono considerati flop nonostante numeri maggiori. Debutto al 6º posto in 340 sale con circa 600 mila euro e una media bassina di appena € 1.761, poi rapida scomparsa dalla programmazione. Che cosa non ha funzionato? L’impressione è che non ci abbia creduto neanche la Warner Bros che lo ha distribuito. La promozione è stata praticamente inesistente e la sensazione (poi confermata dalle recensioni) che si trattasse dell’ennesima variante alla sindrome da Peter Pan di Volo ha probabilmente scoraggiato i più (per la serie “abbiamo capito, ora basta però!”) attirando solo i fedelissimi. Che sono risultati meno del previsto!!

IL PRINCIPE ABUSIVO

DATA DI USCITA 14 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 14.271.834

L’Italia aveva bisogno di un grande successo ed è arrivato. Partenza subito con il botto, con ben 708 mila euro il 14 febbraio, e ottimo incasso nel week-end, nonostante la concorrenza del festival di Sanremo, con ben 4 milioni 207 mila euro (media per sala record di € 7.844). Al week-end successivo altri 3 milioni 363 mila euro. Prima posizione per tre settimane consecutive e cinque settimane di presenza nella top-ten. Un successo immediato e fortissimo, che però è interessante interpretare. Partendo da quel debutto folgorante, pare che 500 mila di quei 708 mila euro provengano dal meridione, con punte record a Napoli (75 mila euro, con addirittura un cinema che è arrivato alla cifra record di 19 mila euro) e Casoria (21 mila euro). Risalendo verso il Nord i dati calano: 78 mila euro in Lombardia, 34 mila in Piemonte, 23 mila in Emilia Romagna, 22 mila in Toscana, 21 mila in Veneto, 8 mila in Liguria. Un successo iniziale, quindi, prevalentemente regionale che poi, come per altri attori molto connotati territorialmente (pensiamo agli inizi di Leonardo Pieraccioni, Francesco Nuti, Massimo Troisi o Carlo Verdone) si è espanso a macchia d’olio in tutto lo stivale. Come mai tanto clamore intorno a una commedia non propriamente originale, basata sull’ennesimo scontro tra ricchi e poveri, sofisticati e cafoni? Che dire, evidentemente l’amalgama è in grado di accontentare un certo tipo di pubblico (tra cui le famiglie che non vogliono vedere solo cartoni) alla ricerca di un cinema scacciapensieri e senza troppe pretese. Ma per valutarlo a ragion veduta bisognerebbe vederlo…già, ma chi ne ha voglia?  Il film batte, nel totale, anche un grande successo come Skyfall.

VIVA LA LIBERTÀ

DATA DI USCITA 14 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 1.935.362

Roberto Andò mette in scena il suo romanzo “Il trono vuoto” e si avvale del trasformismo di Toni Servillo (arma a volte a doppio taglio, quando il mattatore prevale sul personaggio) per alludere alla disastrosa situazione politica contemporanea, piena di slogan e vuota di contenuti. La favola politica conquista progressivamente il pubblico italiano nonostante un debutto sottotono in un week-end, quello di San Valentino, affollato di titoli: 355 mila euro in 117 sale ma una media incoraggiante di € 3.031. Alla seconda settimana, caso più unico che raro, risale di una posizione in classifica aggiungendo altri 340 mila euro, con una media ancora piuttosto solida di € 2.881. Alla terza settimana esce dalla top-ten ma perde solo il 21% e così nelle settimane successive, a dimostrazione dell’ottimo passaparola che permette al film di restare nelle sale fino a Pasqua. Se poi un po’ di marketing lo avesse reso anche appetibile, avrebbe potuto ottenere numeri importanti.

TUTTI CONTRO TUTTI

DATA DI USCITA 28 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 566.745

Una commedia diretta e interpretata da Rolando Ravello che prova a indagare in chiave di commedia un disagio reale. L’alternanza tra toni brillanti e drammatici, insieme a schematismi e luoghi comuni, non convincono parte della critica. Alte le aspettative della Warner Bros che invade la penisola con 264 schermi, ma il 1° week-end al sesto posto va maluccio, più che come incassi (364 mila 105 euro), come media per sala (solo € 1.379,18). Alla seconda settimana il segno meno impera: quindicesima posizione, con -71% negli incassi (106 mila euro 598) e drastico calo nella media per sala (€ 692,20). Alla terza settimana il film viene smontato nella maggior parte delle sale.

EDUCAZIONE SIBERIANA

DATA DI USCITA 28 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 4.187.968

Si preannuncia come il filmone italiano che mancava, un po’ melodramma, un po’ kolossal, e il pubblico risponde all’appello. Debutto al 2° posto con un milione 346 mila euro e buona media per sala (€ 3.550); seconda settimana con un calo solo del 24%. Per quattro settimane si mantiene in classifica e molte sale continuano a proiettarlo anche in seguito, ma il risultato finale, viste le premesse, è al di sotto delle aspettative. Le critiche apprezzano più la regia di Salvatores della sceneggiatura di Stefano Rulli, Sandro Petraglia e dello stesso Salvatores.

AMICHE DA MORIRE

DATA DI USCITA 7 MARZO 2013 – INCASSO € 1.785.462

Poteva essere il solito filmetto italiano che annaspa nelle sale battuto dalla concorrenza di titoli più forti, invece è riuscito a ritagliarsi uno spazio, modesto ma ben definito, nell’interesse degli spettatori. Cosa non certo facile. Esce infatti in concomitanza con Il grande e potente OzIl lato positivoSpring Breakers e Ci vuole un gran fisico, ma sbaraglia la concorrenza conquistando la quinta posizione (748 mila euro in 297 sale) con una discreta media per sala (€ 2.519). Alla settimana successiva scende di una sola posizione, mentre alla terza deve lasciare spazio ai film di Pasqua ed è fanalino di coda della top-ten, ma la media per sala è ancora alta (€ 2.557). Ad attirare sicuramente il trio tutto al femminile protagonista e l’atipicità del film, impossibile da ascrivere in un genere in quanto road-movie a metà strada tra il poliziesco e la commedia (che, a quanto pare, non può mancare). Chissà quali risultati si sarebbero potuti raggiungere se fosse stato anche del tutto riuscito.

CI VUOLE UN GRAN FISICO

DATA DI USCITA 7 MARZO 2013 – INCASSO € 889.611

L’hanno fatto tutti, con fortune alterne, ci prova anche lei. La brava Angela Finocchiaro si butta in un one woman show teso a esorcizzare la tappa anagrafica dei cinquant’anni. Critica e pubblico, per una volta, proseguono affiancati, decretando l’insuccesso dell’operazione. Debutto al 6° posto, con 545 mila euro, in ben 276 sale (media bassina di € 1.972,47). Week-end successivo tutto in calo: posizione (decima), incasso (226 mila euro), schermi (191) e media per sala (€ 1.180). Alla terza settimana è pressoché scomparso. Il trailer particolarmente moscio non l’ha certamente aiutato, esaurendo in un sol colpo argomento e aspettative.

BUONGIORNO PAPÀ

DATA DI USCITA 14 MARZO 2013 – INCASSO € 2.210.097

Uno dei tanti casi di scollamento tra intenzioni e risultato, perlomeno commerciale. Promozione insistente, trailer a go-go, interviste un po’ ovunque a tutto il cast, uscita mirata a ridosso della festa del papà, eppure Raoul Bova che scopre di avere una figlia adolescente non ingrana. Debutto al secondo posto con poco più di un milione di euro in ben 420 sale e settimana successiva già all’ottavo posto. Che dire, il trailer raccontava già molto, forse troppo. Alzi la mano chi aveva la curiosità di sapere come sarebbe finita.

BENVENUTO PRESIDENTE!

DATA DI USCITA 21 MARZO 2013 – INCASSO € 5.048.778

Rischi di sovraesposizione per Kasia Smutniak, presente in febbraio in televisione con la fiction su Domenico Modugno e sugli schermi del cinema con la commedia amara Tutti contro tutti. Il film di Riccardo Milano la vede vice segretario generale con il compito di accompagnare il presidente della Repubblica per caso, Claudio Bisio, verso dimissioni certe. Ulteriore tentativo, insieme a Viva la libertà, di indagare, in chiave di commedia, la scena politica nazionale contemporanea. Se la critica apprezza più che altro gli sforzi, il pubblico si lascia gradualmente convincere. Debutto al secondo posto, dietro l’inarrivabile I Croods, ma i numeri sono buoni (secondo posto, incasso di 2 milioni 434 mila euro, media per sala di € 5.080) e lasciano speranze per il futuro commerciale del film. Che infatti, complice una Pasqua piovosa, non delude. Alla seconda settimana il film perde solo il 17% e mantiene la seconda posizione, aggiungendo altri 2 milioni 39 mila euro. E la strada commerciale del film è ancora lunga.


IL CASO

DJANGO UNCHAINED

DATA DI USCITA 17 GENNAIO 2013 – INCASSO € 11.988.912

Arriva nelle sale il 17 gennaio ed è subito Django-mania: 405 mila euro nel primo giovedì di programmazione, a cui se ne aggiungono 588 mila il venerdì, fino a raggiungere un cumulo di 3 milioni 455 mila euro, e una media per sala considerevole, pari a 6 mila 386 euro, nel primo week-end. Resta saldo al top della classifica anche nel secondo week-end di programmazione, con altri 2 milioni 530 mila euro e una media ancora alta di 4 mila 533 euro. Aumenta anche il numero delle sale che passa da 541 a 558 e sono ottimi anche gli incassi infrasettimanali, dai 300 ai 500 mila euro giornalieri. Ci vuole Lincoln per scalzare Django dal comando della classifica alla terza settimana, ma è un testa a testa molto combattuto e Spielberg conquista il week-end per poco più di 30 mila euro (1 milione 550 mila euro contro 1 milione 513 mila). Un vero trionfo, che porta rapidamente il film a diventare il maggior incasso di Quentin Tarantino in Italia. Al di là dei numeri, incuriosisce capire cosa abbia portato un film sicuramente divertente, cinefilo, originale, sofisticato, ma di quelli che razionalmente paiono assurdi (un western con protagonista una strana coppia formata da un cacciatore di taglie e uno schiavo ne(g)ro), a diventare un fenomeno di massa. L’ho visto un mercoledì feriale nella sala più grande di Bologna gremita più che mai e ogni azione era commentata da risate, esclamazioni e applausi. Una sorta di trance collettivo per uno dei pochi registi in grado, con la sua personalità debordante, di rendere le sue idee, oltre che concrete, anche grandi successi.  E il fenomeno si ripete nel resto del mondo: più di 160 milioni di dollari in America, quasi 400 milioni worldwide. Record in Germania, dove grazie alla presenza dell’austriaco Christoph Waltz nel ruolo di un cacciatore di taglie tedesco, il film incassa più di 45 milioni di dollari. Gli Oscar premiano la combine talento/successo regalando a Quentin Tarantino la seconda statuetta per la Migliore Sceneggiatura Originale, a 18 anni da quella per Pulp Fiction, e concedono il bis anche a Christoph Waltz, che deve ringraziare nuovamente Tarantino a soli tre anni di distanza da Bastardi senza gloria, dove vinse  sempre come non protagonista. Le statuette confermano il successo consolidando i numeri, ma il più ormai è fatto, anche se tra i vari record c’è anche quello di tenitura: due mesi e più, di questi tempi, in cui dopo tre settimane, a volte meno, i film vengono mediamente smontati, sono un risultato impensabile.


IL MISTERO

BLUE VALENTINE

DATA DI USCITA 14 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 6.908

Un unico vero mistero questo trimestre: perché aspettare due anni per fare uscire l’acclamato film di Derek Cianfrance, con Ryan Gosling e Michelle Williams, e poi distribuirlo in un solo cinema a Roma? Il giorno di San Valentino, in cui ha debuttato in sala, il film incassa 200 euro. Nel primo week-end gli euro diventano 1.351. Esiste una ragione per tutto ciò? Nel mondo, a fronte di un budget di un milione di dollari, gli incassi sono stati di 12 milioni 356 mila dollari.

 


 FLOP

Trimestre particolarmente ricco di flop di ogni tipo, a riprova che la ricetta per il successo non esiste e film razionalmente con tutti gli elementi al posto giusto si devono scontrare con l’irrazionalità del mercato.

ASTERIX E OBELIX AL SERVIZIO DI SUA MAESTÀ

DATA DI USCITA 10 GENNAIO 2013 – INCASSO € 1.386.526

Chi sentiva la necessità di un’ulteriore trasposizione live del celebre fumetto di René Goscinny e Albert Uderzo, ennesimo tentativo di imporre a livello internazionale la grandeur francese con un mega budget di 61 milioni di euro, per di più in 3D? In Italia davvero pochini. Debutto a inizio 2013 in sesta posizione con 778 mila euro in ben 422 sale (media € 1.843,22). Considerando il sovrapprezzo per il 3D, una vera debacle. La settimana successiva diminuiscono le sale (282), si contraggono del 61% gli incassi (307 mila 882 euro) e il film scende al nono posto nel box-office settimanale. Dalla settimana successiva la domanda è: Asterix chi?!?!?

FRANKENWEENIE

DATA DI USCITA 17 GENNAIO 2013 – INCASSO € 886.589

Questa volta a Tim Burton va male. In America non ha brillato (35 milioni 291 mila dollari) e con gli incassi degli altri paesi non riesce a ripagare il “modesto” budget di 39 milioni di dollari (ricordiamo che un pareggio si ottiene quando gli incassi doppiano il budget). Appena poco più di 67 milioni di dollari, infatti, l’incasso globale. Unici picchi, la Francia e il Giappone, con entrate superiori ai 7 milioni di dollari. In Italia debutta al settimo posto con 443 mila 430 euro in 265 sale. La media, considerando anche il sovrapprezzo per il 3D, è davvero modesta (€ 1.673,32). Alla seconda settimana è già fuori dalla top-ten e alla terza boccheggia al sedicesimo posto con un ulteriore calo del 61%. La riproposizione in chiave lunga del secondo, omonimo, cortometraggio di Tim Burton, probabilmente il suo lavoro più personale e sentito che contiene tutto il Burton pensiero (il tema della morte e della diversità in primis), fatica a imporsi al pubblico per svariati motivi: troppo dark per un pubblico infantile, troppo infantile per un pubblico adulto non appassionato del regista e del genere. Il bianco e nero, inoltre, pone per molti un’ulteriore barriera. Infine il prezzo per il 3D, lo ribadiamo ancora una volta, per film non così appetibili è troppo altro. Non basta il nome di Burton per attirare le folle. Chi spende come se niente fosse 12 euro per un adulto e 10 euro per un bambino per un film che lo attira il giusto? Tra l’altro, occorre sottolinearlo, il 3D di Frankenweenie non è di quelli imperdibili!!! Meditate distributori, meditate!!

QUALCOSA NELL’ARIA

DATA DI USCITA 17 GENNAIO 2013 – INCASSO € 164.488

Ha incantato il festival di Venezia, conquistando alla fine solo il Premio per la miglior sceneggiatura, e nessuno si aspettava cifre enormi da un film d’essai rivolto a un pubblico interessato al regista (Olivier Assayas), al tema trattato (il post ’68), e a un cinema capace di trasmettere la complessità di un periodo storico lontano da qualsiasi ideologia e messaggio forzoso. Però il risultato economico ottenuto lascia alquanto a desiderare. Probabilmente non ci ha creduto troppo la distribuzione di Officine Ubu che lo butta in un week-end piuttosto affollato di titoloni (Django UnchainedGhost MovieFrankenweenieRec 3 – Genesis), anche se la concorrenza d’essai è poca. In ogni caso sono poche anche 31 schermi e la media per sala comunque non lo premia (€ 2.096,25) collocandolo al 17° posto con un misero incasso di 64 mila 984 euro. Che il pubblico delle monosale cittadine, in cui prevalentemente il film è distribuito, sia in via di estinzione e manchi un ricambio generazionale?

THE LAST STAND – L’ULTIMA SFIDA

DATA DI USCITA 31 GENNAIO 2013 – INCASSO € 451.401

Doveva segnare il grande ritorno di Arnold Schwarzenegger al cinema, dopo due mandati come Governatore della California che lo hanno allontanato dal set per una decina d’anni. Il risultato è stato miserrimo in tutto il mondo, senza distinzione alcuna:  poco più di 12 milioni di dollari negli U.S.A., con 2.913 sale a disposizione, nemmeno un milione e mezzo di dollari in Gran Bretagna, e punte massime in Francia (2 milioni 245 mila dollari) e Russia (2 milioni 805 mila dollari) per un totale worldwide di poco superiore ai 35 milioni di dollari (a fronte di un budget di 45 milioni di dollari). In Italia debutta al 9° posto del box-office con 345 mila euro in 300 sale (media di appena € 1.149,85). Alla settimana successiva è già in ventiduesima posizione con un calo del 94%, e resta solo in 40 schermi, con una media per sala drasticamente crollata a € 506,50. Come mai tanta disaffezione? Mah, forse chi era ragazzo negli anni ‘80 / ‘90 adesso non va più al cinema e si rincoglionisce scaricando film a caso al pc, mentre per le nuove generazioni Arnold Schwarzenegger non è un punto di riferimento cinematografico, forse è uno dei tanti visti in tv… ma parlava di politica!!!

BROKEN CITY

DATA DI USCITA 7 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 1.084.059

Doveva essere un noir sulle tracce di Ellroy con un cast solido (Mark Wahlberg, Russell Crowe, Catherine Zeta-Jones), ma le intenzioni sono rimaste tali. Stroncato pressoché unanimemente dalla critica, non ha avuto una rivincita al botteghino, e non solo in Italia. Un vero e proprio flop globale. Uscita wide negli U.S.A. (2.622 sale) per un incasso che non raggiunge i 20 milioni di dollari. Nessun picco nel resto del mondo. Per intenderci, l’incasso più alto è quello spagnolo con 2 milioni 663 mila dollari. In Italia debutta al 5º posto con 605 mila euro in 273 sale (media trascurabile di € 2.216). Alla settimana successiva scende al 10º posto: le sale diminuiscono a 222, gli incassi crollano (238 mila euro), la media è imbarazzante (€ 1.072). Il resto è oblio.

PROMISED LAND

DATA DI USCITA 14 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 329.420

Doveva dirigerlo Matt Damon, poi il timone è passato a Gus Van Sant. Storia molto attuale e americana: una grande compagnia del settore energetico deve convincere gli abitanti di un piccolo centro agricolo a cedere i propri terreni per consentire trivellazioni di gas naturale. La distribuzione gli dà fiducia ma il mercato non lo premia. In America esce in 1.676 sale incassando complessivamente solo 8 milioni 139 mila dollari. Nel resto del mondo uscirà entro l’estate, tranne in Italia, dove è arrivato in contemporanea con la presentazione alla Berlinale. Nel giovedì di apertura debutta al 16° posto con 15 mila euro e nel week-end non va oltre i 177 mila euro, fuori dalla top-ten, al 13° posto. Avrebbe potuto far discutere, invece viene semplicemente ignorato. La forte concorrenza del week-end di uscita e le recensioni mediamente tiepide non lo hanno sicuramente aiutato, ma qualche spettatore in più, data la caratura di regista e protagonista, era lecito attenderlo.

BEAUTIFUL CREATURES – LA SEDICESIMA LUNA

DATA DI USCITA 21 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 625.223

Orfani dell’amore tra Edward e Bella i giovani di tutto il mondo, ma soprattutto i produttori, cercano una nuova passione a puntate, ovviamente contrastata e in grado di abbinare palpiti del cuore, contaminazioni, effetti speciali e qualche brivido. Pare che la formula del momento sia quella. La miniera d’oro è dietro l’angolo, ma non è così semplice trasformare una delle tante saghe letterarie in circolazione in un successo. Ne è una dimostrazione il film di Richard LaGravenese, tratto dal caso letterario di Kami Garcia e Margaret Stohl, edito in Italia nel 2010 con il titolo “La sedicesima luna”. Il film divide la critica (le stroncature, però, superano gli entusiasmi), ma questo lo faceva anche Twilight. Il fatto è che il target di riferimento non risponde all’appello. Il problema è quello che affligge la contemporaneità, ma probabilmente è sempre stato così. Se qualcosa fa successo, si segue la scia, con l’idea che è sempre più facile perseguire il noto piuttosto che tentare nuove strade. E così le saghe sentimental-horror si sprecano, incapaci di intercettare un sentire che forse a questo punto si sarebbe anche stancato e vorrebbe altro. Sta di fatto che il film se lo filano in pochi. In U.S.A. 2.950 sale per un incasso complessivo di neanche 20 milioni di dollari, a fronte di un budget “medio” di 60 milioni di dollari. Tiepido il riscontro anche negli altri paesi che aggiungono 37 milioni 878 mila dollari, con il risultato più alto in Francia (6 milioni 705 mila dollari). L’Italia è fanalino di coda: debutto in settima posizione con 419 mila euro e una media scoraggiante di 1.417 euro (le sale sono ben 296). Alla seconda settimana resta in 161 sale ma passa al 15° posto: la media crolla a 614 euro, con un calo negli incassi pari al 76%. Alla terza scompare totalmente dalle sale. Si rifarà in dvd? Per ora risulta comunque improbabile che possano trovare la via del grande schermo gli altri due tomi della saga. Due protagonisti più carismatici, in grado di imprimersi nella memoria, un aiutino lo avrebbero dato.

GANGSTER SQUAD

DATA DI USCITA 21 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 1.299.866

Ispirato alla vera storia del criminale Mickey Cohen, doveva essere il gangster movie dell’anno. Forte di un cast solido (Ryan Gosling, Emma Stone, Sean Penn, Josh Brolin) e di una regia che si supponeva vivace (il Ruben Fleischer di Benvenuti a Zombieland), ha invece ottenuto molte stroncature e nemmeno il pubblico lo ha promosso. Accoglienza tiepida negli States, con un totale di 46 milioni di dollari, non trova negli altri mercati sufficiente carburante per ripagare il budget “medio” di 60 milioni di dollari. Il totale worldwide, inclusa l’America, è infatti di poco superiore ai 99 milioni di dollari. In Italia l’esordio è al terzo posto con 677 mila euro (media per sala non entusiasmante pari a € 1.951), ma alla settimana successiva è già al 10° posto con un calo del 56%. Alla terza settimana crolla in 22esima posizione e vaga per la penisola in sole 37 sale. Ovvia la conseguente caduta a perpendicolo degli incassi che si contraggono dell’89%. Probabilmente non gli ha giovato la necessità di un rimaneggiamento a riprese ultimate, con nuove scene da girare al posto della sequenza chiave di una sparatoria ambientata in un cinema. Necessità derivante dai tragici fatti del massacro di Aurora, dove un 24enne ha fatto fuoco sugli spettatori alla prima de  Il cavaliere oscuro – Il ritorno, uccidendo 12 persone. Altro elemento a sfavore, Sean Penn con il trucco posticcio. Basta vederlo esagitato nel trailer per decidere di passare ad altro.

DEAD MAN DOWN – IL SAPORE DELLA VENDETTA

DATA DI USCITA 14 MARZO 2013 – INCASSO € 452.388

Un regista danese, Niels Arden Oplev, salito alla ribalta dirigendo la prima trasposizione cinematografica del best-seller di Stieg Larsson “Uomini che odiano le donne”. Un protagonista irlandese, Colin Farrell, alla ricerca di un successo dopo troppi film sbagliati. Una protagonista svedese, Noomi Rapace, all’inseguimento della definitiva consacrazione a star. Una divina francese, Isabelle Huppert, che continua a sperimentare e sperimentarsi. Una produzione made in U.S.A. che cerca di amalgamare il guazzabuglio di talenti a disposizione. Risultato: uno dei maggiori flop dell’anno. Debutto in America in 2.188 sale per un primo week-end al 4º posto con 5 milioni 346 mila dollari. Il totale oltreoceano si ferma a 10 milioni 765 mila dollari. In Italia l’esordio è subito nelle retrovie: 9º posto con 277 mila euro in 212 sale per una media sconsolante di € 1.305. Non esiste un poi. Uscirà nella maggior parte del mondo tra aprile e maggio, ma per ora nei pochi mercati minori in cui è comparso (Bulgaria, Malesia, Filippine) è passato inosservato. All’home video una possibilità di recupero.


OSCAR

Dopo anni in cui ogni facile previsione si tramutava in Oscar, finalmente qualcosa è cambiato. Non tanto nella sostanza, gli Oscar restano la festa del cinema americano che glorifica la sua immagine e ricorda al mondo intero la sua forza, quanto nelle dinamiche. Il favorito Lincoln, forte di dodici candidature, si è infatti dovuto accontentare del premio al Migliore Attore Protagonista (Daniel Day-Lewis al terzo Oscar) e della Miglior Scenografia, mentre l’Oscar per il Miglior Film è andato ad Argo. Ma il vero colpo di scena è stato il premio alla Migliore Regia, inaspettatamente andato ad Ang Lee per Vita di Pi. Per il resto tutto abbastanza da copione, dalla migliore attrice Jennifer Lawrence per Il lato positivo, alla Migliore Attrice Non Protagonista Anne Hathaway, strepitosa Fantine in Les Miserables. Più difficile indovinare l’Oscar per il Migliore Attore Non Protagonista, in quanto tutti i candidati avevano già un Oscar sul camino, ma Christoph Waltz aveva vinto il Golden Globe e, come al solito, questo è già un forte indizio. Un’edizione, quindi, senza un solo vincitore acchiappatutto ma con, questo è certo, un unico grande deluso: Steven Spielberg e il suo Lincoln.

Riassunti in breve i premi principali, resta da capire come tutto ciò possa incidere sul successo commerciale dei film candidati e/o vincitori. Come sempre, le candidature consentono una distribuzione mondiale e accendono i riflettori su titoli che hanno modo di incrementare notevolmente la loro visibilità. È quindi nel mese che anticipa gli Oscar che si gioca la maggior competizione a livello di incassi. I vincitori, se sono ancora nelle sale dopo il verdetto dell’Academy, hanno discrete opportunità di aumentare i loro numeri, solo in casi eccezionali tornano nelle sale film premiati (è il caso di Argo e Vita di Pi), ma i più fortunati sono i distributori che azzeccano l’uscita a ridosso della premiazione. E’ successo quest’anno con Il lato positivo, mentre Zero Dark Thirty ha resistito fino alla premiazione, ma il mancato Oscar a Jessica Chastain ne ha decretato la fine commerciale.

Venendo alla concretezza dei numeri, Argo ha incrementato gli incassi di un buon 40%, ma il Miglior Film, supportato in questo caso anche dai riconoscimenti per Montaggio e Sceneggiatura Non Originale, gode sempre di un particolare interesse da parte del pubblico e finisce per rientrare nella lista dei film da vedere. Diverso il discorso per Vita di Pi, che, dopo essere stato l’outsider delle festività natalizie, torna in 85 sale, ma non va oltre al sedicesima posizione, incrementando il suo già cospicuo bottino solo di un 3%. Discorso analogo per Django Unchained, ormai giunto a fine corsa, per cui l’Oscar non fa che consolidare i numeri e confermare l’ottimo riscontro del pubblico (anche in questo caso l’aumento post Oscar è pari circa a un 3%).

THE MASTER

DATA DI USCITA 3 GENNAIO 2013 – INCASSO € 1.425.461

Dopo l’ottima accoglienza al Festival di Venezia, dove Paul Thomas Anderson ha vinto il Leone d’Argento per la miglior Regia e i protagonisti, Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman, la Coppa Volpi come Migliori Attori, sembrava spianata la strada per gli Oscar (solo tre le nomination) e per i grandi incassi. Invece è andata diversamente. Come spesso accade per i film di Anderson il debutto nelle sale americane è stato folgorante, con una media di 147 mila 262 dollari in soli 5 schermi tra New York e Los Angeles. Ma l’uscita wide non ha prodotto gli stessi risultati, con una media di 5 mila 572 dollari in 788 cinema. Segno che un pubblico di nicchia, soprattutto intellettuale, segue Anderson, ma non il grande pubblico. Incasso finale U.S.A. di poco superiore ai 16 milioni di dollari, mentre il totale mondiale è di 28 milioni di dollari. In Italia il debutto è a inizio anno in 141 sale al nono posto, con 535 mila euro, circa un terzo del totale, ma il film non riesce mai a decollare. Come mai, visti i premi, l’apprezzamento critico e il gran parlare? Forse le discussioni in relazione a Scientology, su cui buona parte della promozione si è concentrata, non lo hanno aiutato, allontanando sia chi era poco interessato all’argomento (e in Italia non è materia di dibattito), sia chi invece è andato al cinema proprio per quello. Il film, infatti, allude, certo, ma non chiarisce e racconta soprattutto una storia d’amore tra due personalità disturbate che si riconoscono nelle stesse cicatrici emotive.

LINCOLN

DATA DI USCITA 24 GENNAIO 2013 – INCASSO € 6.477.343

È il filmone che tutti si aspettano faccia man bassa di Oscar. In Italia esce in timing perfetto per godere delle 11 nomination e dei successivi possibili premi. Visto il responso dell’Academy, il pre è andato decisamente meglio del post. Il debutto, infatti, è subito in seconda posizione, dietro a Re Mida Quentin Tarantino con il suo Django, ma la media è alta (€ 4.926) e la settimana successiva è il film di Spielberg a conquistare la vetta, calando solo del 25% negli incassi del week-end. Per altre due settimane resta nella top-ten settimanale. Ovviamente la debacle agli Oscar brucia qualunque allungo, e dopo la cerimonia il film aggiunge solo altri 270 mila euro all’incasso complessivo, ma il risultato è comunque molto solido. Andamento curioso, perché il film, data anche la tematica che indaga un pezzo fondamentale della storia americana, ha ottenuto uno straordinario successo in patria (182 milioni di dollari) e molto meno negli altri mercati, che incidono sul totale di 261 milioni di dollari solo nella misura del 30%. L’Italia fa meno della Francia (10 milioni 684 mila dollari) ma meglio di Germania (5 milioni 135 mila dollari) e Spagna (6 milioni 691 mila dollari). Curiosità: dei 27 film di Steven Spielberg, negli U.S.A. si piazza a livello di incassi al decimo posto, dopo Indiana Jones e l’ultima crociata (al nono posto con 197 milioni 172 mila dollari) e prima di Indiana Jones e il tempio maledetto (all’undicesimo posto con 179 milioni 870 mila dollari).

FLIGHT

DATA DI USCITA 24 GENNAIO 2013 – INCASSO € 3.397.889

Segna il ritorno di Robert Zemeckis al live action dopo le incursioni nel discutibile performance capture di Polar Express (2004), La leggenda di Beowulf (2007) e A Christmas Carol (2009). Era dall’apprezzata doppietta del 2000 (Le verità nascoste e Cast Away) che Zemeckis non si cimentava in una storia ai limiti del reale con attori in carne ed ossa e il suo ritorno non passa inosservato: 162 milioni di dollari l’incasso globale a fronte di un budget di 31 milioni di dollari. Buono l’andamento in patria (93 milioni 700 mila dollari), così come in tutti i paesi in cui è uscito, con punte in Giappone (9 milioni 236 mila dollari), Gran Bretagna (7 milioni 535 mila dollari), Germania (6 milioni 346 mila dollari) e Australia (5 milioni 803 mila dollari). L’accoglienza italiana è in linea con il resto del mondo. Solido debutto al 3° posto, con un milione 338 mila euro, seconda settimana con calo del 38% al 4° posto (836 mila euro) e terza al nono posto con un ulteriore diminuzione del 56% (370 mila euro). Delle due candidature agli Oscar (Migliore Attore Protagonista Denzel Washington e Migliore Sceneggiatura Originale) nessuna è andata a buon fine.

LES MISERABLES

DATA DI USCITA 31 GENNAIO 2013 – INCASSO € 1.963.387

In origine, dando per scontata la derivazione letteraria dal romanzo di Victor Hugo, fu il musical “Les Misérables”, realizzato nel 1980 dal musicista Claude-Michel Schönberg insieme al librettista Alain Boublil, rappresentato pressoché ininterrottamente nei teatri più prestigiosi del mondo. Una tenitura incredibile per uno dei musical che è diventato un classico e della cui trasposizione cinematografica si parlava già negli anni ’80, con registi come Alan Parker, Bruce Beresford e Richard Attenborough. Ci sono però voluti 30 anni e Tom Hooper, che ha puntato su un’unione tra spettacolarità e introspezione, perché il progetto si concretizzasse. Budget di 61 milioni di dollari, uscita strategica negli U.S.A. a dicembre, in modo da essere papabile per gli Oscar (tre le statuette conquistate) e ottimo debutto con oltre 27 milioni di dollari (viene battuto da Django Unchained che, però, ha più sale a disposizione). Bottino finale di 149 milioni di dollari solo negli U.S.A. a cui se ne aggiungono altri 287 nel resto del mondo. In Italia, invece, non si può dire flop, ma considerando gli entusiasmi raccolti in buona parte del pianeta il successo è stato sicuramente più contenuto, molto più contenuto. L’esordio è al sesto posto con 720 mila euro in 289 sale. Fa meglio persino un filmetto come Looper in meno sale. Come mai tanta freddezza? Escludendo motivi come la durata fiume (2 ore e 37 minuti), uguale dappertutto, il disinteresse è dovuto a una certa ostilità del pubblico italiano nei confronti del musical, che finisce per attirare solo gli appassionati del genere (che sono tanti, ma non tali da generare numeri enormi), ma soprattutto al fatto che il relativo musical in Italia non è mai stato rappresentato, quindi in pochi lo conoscono. Debole anche la Francia (un milione 563 mila dollari), mentre i big numbers arrivano da Australia (oltre 26 milioni di dollari), Giappone (quasi 60 milioni di dollari), Corea del Sud (40 milioni di dollari) e Gran Bretagna (60 milioni di dollari).

ZERO DARK THIRTY

DATA DI USCITA 7 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 1.572.313

È uno dei film che ha maggiormente beneficiato delle nomination, almeno in America. Fino all’ultimo, infatti,la protagonista Jessica Chastain, dopo avere vinto il Golden Globe come Migliore Attrice in un Film Drammatico, è stata la maggior rivale di Jennifer Lawrence, che alla fine l’ha spuntata. L’andamento negli States è stato subito positivo, con un debutto in pochi cinema che ha ottenuto una media per sala molto alta, il che gli ha permesso, dopo tre settimane, un’uscita wide di notevoli dimensioni, in 2.937 sale, che gli ha immediatamente consentito di raggiungere la prima posizione, con un solido incasso di 24 milioni 439 mila dollari. Il calo, nelle settimane successive, è sempre stato piuttosto limitato e l’incasso finale raggiunge l’ottimo traguardo dei 95 milioni 615 mila dollari. Diversissimo l’andamento nel resto del mondo, che aggiunge ai numeri americani solo 13 milioni di dollari, quindi incide pochissimo sul totale, solo per il 12%. L’Italia è in linea con gli altri paesi. Unica eccezione la Spagna, dove supera i 5 milioni di dollari. Il film è stato apprezzato dalla critica e lodato da ogni parte. Personalmente l’ho trovato decisamente sopravvalutato, con una grande perizia tecnica che ricostruisce alla perfezione gli eventi che hanno portato all’uccisione di Bin Laden, ma non aggiunge granché al noto. A che pro, quindi, tutto ciò? Non è una rilettura personale, non interpreta i fatti, si limita a riprodurli, quindi? Volendo soppesare l’Oscar in termini economici in Italia, il premio al Miglior Montaggio Sonoro ha aggiunto agli incassi solo 126 mila euro.

RE DELLA TERRA SELVAGGIA

DATA DI USCITA 7 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 615.961

È stata una delle poche sorprese degli Oscar, con candidature importanti del tutto inaspettate. Un traguardo impensabile considerando che si tratta di un’opera prima, girata in economia con una piccola troupe professionale e attori non professionisti. Eppure si tratta di uno di quei film da colpo di fulmine, in grado di incontrare subito grandi consensi, a partire dal Sundance, dove ha vinto il Gran Premio della Giuria, passando per Cannes, dove ha vinto la Caméra d’or nella sezione Un Certain Regard, fino, appunto, agli Oscar, con le candidature a Miglior Film, Miglior Regia, Migliore Sceneggiatura Non Originale e Migliore Attrice Protagonista (discutibile considerando che Quvenzhané Wallis ha solo nove anni e quando ha fatto il provino per il film ne aveva appena cinque). Essere nella rosa dei papabili, mostrandosi nella grande vetrina degli Oscar, ha consentito al film una distribuzione mondiale. Quasi 13 milioni di dollari l’incasso U.S.A., una decina nel resto del mondo. In Italia è andato in proporzione meglio che altrove. Al debutto ottiene un’ottima media per sala di € 4.749,97, nonostante le 27 sale a disposizione. Alla settimana successiva le copie diventano 61 e gli incassi aumentano del 13%. Lontano dai grandi numeri e dalla top ten, ma in grado di trovare un pubblico.

ANNA KARENINA

DATA DI USCITA 21 FEBBRAIO 2013 – INCASSO € 2.333.832

La terza collaborazione tra Joe Wright e Keira Knightley rilegge in chiave molto personale il classico di Tolstoj. Il traspositore di classici in costume e l’eroina romantica del momento incontrano i superlativi di parte della critica e il gelo di altri. In mezzo pare non si possa stare. Negli U.S.A. esce in 16 sale in novembre, posizionandosi per gli Oscar (vincerà per i Costumi), e ottenendo una buona media, superiore ai 20 mila dollari. Il totale americano, considerando comunque che non esce wide ma in un massimo di 422 schermi, è di 12 milioni 816 mila dollari. Il resto del mondo aggiunge altri 54 milioni 588 mila dollari, permettendo, con il totale di  67 milioni 404 mila dollari, di ripagare il budget di 31 milioni di dollari. Solido, come previsto, il riscontro in Gran Bretagna (8 milioni 747 mila dollari) e in Russia (8 milioni 383 mila dollari), ma anche in Germania (4 milioni 240 mila dollari). In Italia debutto in seconda posizione (273 sale e 825 mila 401 euro) e discreta tenuta, con un calo solo del 27% alla seconda settimana. Crolla però alla terza, perdendo ben il 62%. Delle tre collaborazioni tra il regista e la sua musa è quella che ottiene il minor riscontro di pubblico. Espiazione aveva incassato globalmente 129 milioni di dollari e Orgoglio e pregiudizio 121 milioni di dollari.

ARGO

DATA DI USCITA 1 MARZO 2013 – INCASSO € 4.072.243

Uscito in Italia l’8 novembre 2012 si è ritagliato uno spazio non disprezzabile incassando poco più di 3 milioni di euro, ma è uno dei pochi titoli ad avere beneficiato dell’effetto traino delle statuette conquistate e a ritornare in sala a pochi giorni dal verdetto dell’Academy, che l’ha premiato come Miglior Film, per il Montaggio e per la Sceneggiatura Non Originale. Non era scomparso del tutto dalla programmazione, ma ritorna prepotentemente in 123 sale che gli consentono di rientrare nella top-ten settimanale al 7° posto, con 340 mila euro. Nel mese di marzo aggiunge circa un milione di euro ai tre precedentemente conquistati e la sua corsa non è ancora finita. Che dire del film, ha tutti gli elementi per piacere ai membri dell’Academy: tratto da una storia vera (la liberazione di sei funzionari dell’ambasciata americana nascosti a Teheran nel 1979 nel corso della rivoluzione islamica), è un atto d’amore nei confronti del potere salvifico del cinema (Argo è il titolo di un film che l’agente della C.I.A. Tony Mendez finge di dover girare in Iran per liberare i prigionieri), ha un ritmo ad orologeria ed esalta le virtù dell’America (astuzia, potenza, giustizia) e i limiti degli altri (gli iraniani sono abbozzati come poco più che trogloditi). Ed è quest’ultima l’unica vera pecca di un film solido, teso e divertente, comunque lungi dall’essere il Migliore dell’anno. Sarà una pura coincidenza l’annuncio della vittoria direttamente dalla Casa Bianca da parte di Michelle Obama? Considerando che agli Oscar nulla accade per caso, risulta difficile crederlo e sono già tante le voci in rete che parlano di neocolonialismo.

IL LATO POSITIVO

DATA DI USCITA 7 MARZO 2013 – INCASSO € 4.202.883

Ormai il mondo si divide in due. Chi ha apprezzato il film e chi lo ha detestato. Raro trovare mezze misure. I detrattori parlano di luoghi comuni a gogò e di malati di mente visti sotto la lente hollywoodiana, quindi senza alcuna empatia con chi malato di mente lo è davvero (un po’ come i film a tematica gay fatti da chi è eterosessuale). I sostenitori pensano che sia capzioso parlare del film come se fosse su due generici malati di mente, Il lato positivo è la storia di Pat e Tiffany e la loro soltanto, e a livello cinematografico e drammaturgico funziona che è un piacere! Al di là dei gusti personali, belli perché vari, il pubblico è accorso un po’ ovunque. In America è grande successo (129 milioni di dollari), in Italia il film si difende bene e ha una buona tenitura. Debutta al 2º posto con un milione 242 mila euro in 255 sale. Alla seconda settimana perde appena il 17% e dopo 4 settimane è ancora in settima posizione. Buono, quindi, il passaparola. Strategica l’uscita nazionale a ridosso dell’Oscar conquistato dalla brava Jennifer Lawrence che ha sicuramente contribuito al successo del film. Incasso worldwide di 225 milioni di dollari. Il modesto budget di 21 milioni di dollari è già stato decuplicato. Per una volta, poi, il titolo italiano non sfigura, ben interpretando il sentire del protagonista. Certo, Silver Linings Playbook era più poetico (si riferisce al bordo delle nuvole illuminato dal sole dopo un temporale ed è un modo di dire che significa “la tempesta è passata, torna il sereno”), ma “L’orlo argenteo delle nuvole”, dall’omonimo romanzo di Matthew Quick da cui il film è tratto, era decisamente troppo pretenzioso.


SCRIVETE

Ancora un grazie sentito a tutti quelli che hanno trovato lo stimolo di scrivere raccontando aneddoti sul loro personale modo di vivere l’esperienza in sala e aggiungendo contributi significativi sull’annoso problema della dislocazione territoriale dei cinema in Italia. Da quel che sento, è sempre più “mal comune mezzo gaudio”. Anche in Toscana. Liguria, Lombardia, Veneto, Piemonte, Lazio, Marche (manca qualche voce dal Sud), infatti, i centri storici si stanno progressivamente svuotando di schermi trasferendo i sogni nelle periferie, dove i multiplex dominano incontrastati garantendo un’ottima qualità di visione, ma imponendo una programmazione per lo più commerciale. Il trend riguarda più i piccoli centri che le grandi città, in cui in qualche modo uno zoccolo duro di sale resiste anche in centro, ma la mancanza di un ricambio generazionale e l’imminente digitalizzazione delle sale rischiano di mettere la parola fine ai cinema più piccoli. Conseguenza diretta, l’ulteriore impoverimento culturale delle città, con la perdita anche di quel ruolo sociale che, con buona pace dei cinefili tout court, i cinema ancora conservano.

Uno degli argomenti dibattuti è stato anche “cinema in gruppo” o “cinema da soli”? Ognuno ha il suo parere in merito, molti non si pongono nemmeno il problema, a dominare la scelta è il film da vedere, da soli o in compagnia poco importa, ma sono parecchi anche quelli che senza il supporto di un compagno di visione preferiscono restare a casa. Che dire, personalmente non ho problemi, nel senso che dipende dalle volte e dalle situazioni. Ho trovato magico godere di un film da solo, ma altrettanto poterlo condividere con gli amici. Al riguardo ho ricevuto il contributo di una concittadina, Silvia di Bologna, che forse rappresenta il punto di vista di molti:

La prima volta che andai al cinema da sola fu per vedere I protagonisti di Altman. Ricordo che scostai la tenda sperando che la sala fosse vuota. Incontrare qualcuno che conoscevo mi avrebbe messo in imbarazzo perché avrei visto quegli sguardi che conosco molto bene, una sorta di compatimento per non aver trovato uno straccio di nessuno a farmi compagnia in quella domenica pomeriggio, come se la mia non fosse una scelta (e in parte, lo ammetto, non lo era) ma una necessità. Davanti a un volto conosciuto e giudicante, avrei sentito il bisogno di giustificarmi, tipo, dovevo venire con mia sorella poi lei aveva mal di testa e così…Per fortuna non incontrai nessuno e il film mi entusiasmò! Fu la prima di tante altre volte. Sempre più per scelta e meno per necessità.

Un particolare ringraziamento, poi, a Manuel Caprari, il cui contributo è qui leggibile e molto in linea con il mio sentire proprio per la dimensione affettiva con cui riveste l’esperienza cinematografica:

Il fuoco, il fuorifuoco, la moquette e il giapponese nella giungla” di Manuel Caprari

Per questo trimestre è tutto, rinnovo l’invito a continuare a scrivere all’indirizzo:

luca.baroncini.spietati@gmail.com

Le vostre parole saranno di spunto per i prossimi sguardi dalla sala…

Il precedente SGUARDO DALLA SALA lo potete trovare qui

         LUCA BARONCINI