(dal 1º febbraio al 30 aprile 2022)
Il terzo trimestre delinea sempre più il momento di crisi che il cinema in sala sta vivendo. Sì, c’è qualche eccezione (in questo trimestre The Batman), ma nel complesso la maggior parte dei titoli che arrivano al cinema ottengono numeri insoddisfacenti, il cinema italiano non riesce a recuperare terreno, il cinema medio è praticamente scomparso e il cinema d’essai è più vivo che mai ma sono sempre meno quelli che se ne accorgono.
Basta dare un’occhiata ai dati statistici e alla loro ruvida concretezza per capirlo (i confronti sono effettuati solo con periodi in cui le sale erano aperte):
Febbraio 2022:
– incassi: -56,18% sul 2020, -62,79% rispetto al 2019
– spettatori: -58,14% sul 2020, -64,55% rispetto al 2019
Marzo 2022:
– incassi: -50,23% rispetto al 2019
– spettatori: -53,53% sul 2019.
Aprile 2022:
– incassi: -57,35% rispetto al 2019
– spettatori: -60,34% sul 2019
Cosa sta succedendo? Tutta colpa del Covid? Delle mascherine Ffp2? Delle piattaforme?
Proviamo a metterci nei panni dello spettatore, non quello appassionato che si documenta e alla prima occasione cerca il film che vuole vedere, ma quello che vive bersagliato da mille sollecitudini per cui il cinema è un intrattenimento tra i tanti. I deterrenti alla sala sono davvero infiniti. In un passato non troppo recente i film di cui si parlava erano solo al cinema e solo dopo molti mesi arrivavano su altri canali di sfruttamento. Ora se si capta un film che può interessare, non è ben chiaro dove sia, potrebbe essere al cinema ma anche in streaming, in sala ma solo per tre giorni per poi andare in piattaforma, in contemporanea tra cinema e streaming magari pagando un sovrapprezzo all’abbonamento della piattaforma, al cinema ma solo per qualche settimana, direttamente in streaming ma visto che se parla distribuito poi in piattaforma, insomma, la confusione regna sovrana perché, appunto, le sollecitazioni sono tante e dove darvi sfogo non è sempre chiaro. Partendo dal presupposto che i film sono più vivi che mai e c’è fame di “roba” interessante da vedere, il problema è il bombardamento a cui siamo sottoposti e le innumerevoli opportunità che si pongono. Roba da paralisi delle opzioni. Il nodo della questione si sta sempre più rivelando il fatto che tra il momento in cui si ha coscienza che un titolo potrebbe interessare e quello in cui si decide di vederlo, quel titolo è spesso già arrivato in streaming perché – a meno che non si tratti di eventi che ti fanno sentire al centro del mondo e per cui la visione il primo giorno o il primo week-end diventa questione di vita e di morte, più che altro di essere cool, quindi al posto giusto a vedere la cosa giusta e al riparo dagli spoiler – la finestra che intercorre tra la distribuzione nelle sale e il successivo passaggio in piattaforma è ormai ridotta a 45 giorni. Un periodo di tempo che disincentiva anche i più volenterosi: perché spendere 10 euro quando tra un mese e mezzo magari me lo trovo in abbonamento? È successo con vari titoli quest’anno, pensiamo, per soffermarci su Disney tanto per fare un esempio, a Encanto, che stava anche andando molto bene nelle sale, ma anche ad Assassinio sul Nilo. Il colosso americano sembra davvero puntare soprattutto sullo streaming e il suo piano, comunque vario e ragionatissimo, finisce per essere chiarissimo agli addetti ai lavori ma confonde le idee all’utente finale che tra l’altro si ritrova anche alcuni film direttamente in piattaforma che la sala quindi la saltano del tutto (pensiamo agli ultimi Pixar, quindi Soul, Luca e Red). Perché quindi decidere di andare in sala quando comunque qualcosa di interessante da qualche parte la si trova e i punti fermi (supereroi, fantasy, saghe e affini) in sala comunque ci arrivano?
È lì che si annida soprattutto il problema. Nel pubblico distratto, e tutti lo siamo nel turbinio di sollecitazioni a cui siamo sottoposti, e nella sempre crescente, quasi irrecuperabile, mancanza di identità delle sale che stanno perdendo il loro ruolo centrale nella filiera diventando una opportunità tra le altre e non ciò da cui tutto parte e che contribuisce a dare valore al film caricandolo di importanza per i passaggi successivi. Così si brucia tutto e subito. Un esempio può chiarire meglio le cose. È stato caricato sulla piattaforma Star di Disney+ l’horror Fresh. Un prodotto interessante che funziona nel suo genere, l’horror appunto, ma anche come denuncia di una mascolinità tossica, argomento di bruciante attualità. Presentato al Sundance è arrivato direttamente in piattaforma, qualcuno si prenderà la briga di recensirlo, qualcuno distrattamente intercetterà qualche commento e avrà la curiosità di vederlo e una sera, scorrendo tra i vari titoli, deciderà forse di vederlo, perlomeno di cominciarlo. Nel silenzio generale, magari tra un mese o due, forse mai, e Fresh, un titolo interessante e molto contemporaneo, probabilmente anche pagato profumatamente perché al Sundance era tra quelli meglio recensiti, quindi in pari a livello economico, finirà per sonnecchiare in mezzo ad altre decine di film che chiedono di essere visti; un po’ come nelle app di incontri, tanti volti sorridenti tra mille altri a cui distrattamente si dà un clic. Pensiamo invece a un titolo affine, per tematiche e derive horror, come Una donna promettente. Anche lui veniva dal Sundance (del 2020), anche lui è stato ottimamente recensito, ma nonostante abbia incontrato sul suo cammino la pandemia si è deciso di distribuirlo nelle sale a Natale 2020, in un periodo in cui tra l’altro non ci andava nessuno. A forza di piccoli passi e di un successo crescente è diventato un film di cui parlare, in grado di creare fermento. E il suo valore è progressivamente cresciuto. Ha avuto cinque candidature importanti all’Oscar e una, quella per la migliore sceneggiatura originale, Emerald Fennell se l’è pure portata a casa. In italia, in cui durante il proliferare del Covid l’attenzione verso le sale è stata il fanalino di coda degli interessi istituzionali, il film è arrivato quindi già carico di aspettative, con la sua nuvola di curiosità intorno (“sarà come dicono tutti? O magari è un bluff?”), quindi con ancora più valore; poi problemi di doppiaggio non gli hanno permesso di cogliere il timing giusto per uscire, a ridosso degli Oscar, ma ha finito comunque per distinguersi in un periodo (estate 2020) in cui al cinema non ci andava nessuno, finendo per incassare circa 400 mila euro. E resta un titolo che quando ne parli qualcuno se lo ricorda. Ecco, con tutta probabilità tutto ciò non accadrà con Fresh di Mimi Cave, opera non meno meritevole, con alto potenziale, anche se più radicata nel genere horror, perché è uscito in piattaforma a metà aprile e dopo la sua settimana in cui se ne è parlicchiato si è già alla fase “Fresh cosa”?
Succede questo ai film che saltano il passaggio in sala e che arrivano in piattaforma, subito o troppo presto: perdono valore e hanno una vita commerciale molto più ridotta. E questo è un problema grave, prima di tutto di identità, perché priva la sala del suo ruolo centrale nell’indirizzare la curiosità del pubblico rendendola un’opportunità tra le altre. E perché spendere 10 euro, dover uscire di casa, parcheggiare, affrontare magari il brutto tempo, per un’opportunità tra le altre? Non è meglio, o comunque più semplice, scegliere le altre?
A seguire scendiamo un po’ nel dettaglio. Ricordo, come al solito, le preziose fonti: Cinetel, Cineguru, Boxofficemojo, Anec e Cinema in sala. Gli incassi sono al 30 aprile 2022, o alla data più vicina in cui è stato possibile reperire il dato.
BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO 2021 AL 30 APRILE 2022
Posizione – Film – Incasso – Presenze
1 SPIDER-MAN: NO WAY HOME – € 24.656.059 – 3.303.955
2 THE BATMAN – € 10.192.418 – 1.393.654
3 ETERNALS – € 8.404.405 – 1.156.798
4 NO TIME TO DIE – € 8.037.270 – 1.106.793
5 DUNE – € 7.347.991 – 1.023.795
6 ANIMALI FANTASTICI – I SEGRETI DI SILENTE – € 7.273.759 – 997.916
7 VENOM: LA FURIA DI CARNAGE – € 7.117.367 – 990.995
8 UNCHARTED – € 6.240.498 – 896.954
9 ASSASSINIO SUL NILO – € 5.500.553 – 788.634
10 HOUSE OF GUCCI – € 5.309.770 – 739.660
Escono di scena Me contro te – il mistero della scuola incantata, Fast & Furious 9, Encanto e Shang-chi e la leggenda dei dieci anelli. A subentrare sono invece Assassinio sul Nilo, Uncharted, Animali fantastici – i segreti di Silente e The Batman. Scompare quindi dalla top-10 ogni presenza italiana.
IL PODIO
Spider-Man: No Way Home conferma la sua leadership. L’ottima tenitura lo rende appetibile anche nel mese di febbraio e gli consente di aggiungere un altro milione di euro al suo già cospicuo bottino. Eternals si conferma al terzo posto, mentre in seconda posizione irrompe The Batman, unico titolo del trimestre in grado di raggiungere il milione di spettatori, ormai soglia stabilita per parlare di grande successo (Animali fantastici – i segreti di Silente lo farà nel mese di maggio).
C’era grande attesa nei confronti di uno dei supereroi più amati e presenti sul grande schermo. In fondo Batman lo abbiamo già visto in tutte le salse: camp negli anni ’60, pop negli ’80, dark nel nuovo millennio, monofaccia con Ben Affleck. Reeves estremizza il nero di Nolan e lo porta avanti con coerenza e determinazione trasformando il film, prima di tutto, in un’esperienza visiva e sensoriale. Da vedere al cinema, quindi. E così è stato, con una vasta eco in tutto il mondo e incassi equamente ripartiti tra mercato nordamericano (368,9 milioni di dollari) e resto del mondo (395,5 milioni di dollari), per un totale di 764,4 milioni di dollari che supporta la decisione della Warner Bros di dare priorità all’esperienza in sala bocciando gli esperimenti precedenti delle contemporanee con lo streaming. Anche in Italia il risultato è degno di nota, con quattro settimane di dominio assoluto del box-office e la capacità di rendere l’esperienza in sala un determinante punto di partenza per la vita commerciale del film.
A seguire:
IL BARO-METRO: SGUARDI DALLA SALA (03/21_22) – PARTE 2
Buona lettura.