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IL BARO-METRO: SGUARDI DALLA SALA (01/22_23) – PARTE 2

(dal 1º agosto al 31 ottobre 2022)

Nella seconda parte del Barometro parliamo di cinema italiano, horror, flop e cinema d’essai. Ricordo che gli incassi sono calcolati al 31 ottobre 2022.

Top-10 film italiani usciti nel I trimestre stagione 2022/2023

POS TITOLO INCASSO
1 IL COLIBRI’ 2.425.300
2 IL SIGNORE DELLE FORMICHE 1.636.875
3 SICCITA’ 1.636.673
4 DANTE 1.547.463
5 LA STRANEZZA 1.395.890
6 L’IMMENSITA’    846.810
7 TI MANGIO IL CUORE    488.652
8 UN MONDO SOTTO SOCIAL    382.507
9 STAVAMO BENE INSIEME    294.406
10 QUASI ORFANO    284.483

Riuscirà il cinema italiano prima del prossimo film con Checco Zalone a ritrovare il contatto con il pubblico?

La domanda è lecita perché, nonostante una produzione nazionale quanto mai varia, il pubblico si è dimostrato particolarmente diffidente. Nella scorsa stagione abbiamo visto che nessun titolo nazionale ha superato i 3 milioni di euro a parte il fenomeno Me contro Te, nemmeno titoli molto attesi, ambiziosi e, checchè se ne dica, ben diversi dalla classica produzione all’insegna della commedia (da Diabolik a Freaks Out, ma anche La scuola cattolica ed Ennio). Il primo trimestre della nuova stagione prova a invertire la tendenza, ma che fatica! Un risultato superiore ai 2 milioni di euro è salutato con eccesso di entusiasmo, come se si trattasse di un trionfo, e il milione di euro di incasso sono i nuovi cinque milioni di euro, diciamo la soglia base del successo. Nel trimestre a dominare è Il colibrì, grazie all’origine letteraria riconoscibile (il romanzo premio Strega di Sandro Veronesi) e al cast di nomi noti (tra cui spiccano l’onnipotente e onnipresente Pierfrancesco Favino e un Nanni Moretti solo attore), mentre gli altri titoli importanti e attesi (Il signore delle formiche, Siccità e Dante), restano sospesi tra 1,5 e 2 milioni di euro, distinguendosi, quindi, ma non riuscendo a convincere i più a uscire di casa per andare al cinema. Il film di Pupi Avati beneficia anche delle proiezioni per le scuole che gli garantiscono una lunga tenitura e buone posizioni al box-office nei giorni feriali. Da segnalare, invece, l’ottima partenza a fine trimestre del film di Roberto Andò La stranezza che si rivela il migliore primo week-end per un film italiano del 2022, superiore a quello di Belli ciao, con Pio e Amedeo, che a inizio anno aveva illuso su una possibile ripresa del cinema nazionale in sala. A trascinare il pubblico sicuramente il cast, che affianca uno degli attori italiani più celebrati (Toni Servillo) con due dei comici più capaci di intercettare il gusto del pubblico (Ficarra e Picone). I numeri successivi al primo week-end di fine ottobre sembrano proiettarlo verso risultati superiori all’attuale media dei film nazionali: obiettivo 5 milioni di euro.

Delude invece L’immensità, il film più personale di Emanuele Crialese presentato in concorso al Festival di Venezia, dove è stato accolto tiepidamente, che nonostante la presenza di Penelope Cruz stenta più del previsto nelle sale. Bene, invece, un film non così facile come Ti mangio il cuore, grazie all’effetto Elodie, al suo debutto, che ha attirato in sala anche il pubblico giovane.

Si distingue il docufilm dedicato al Milan Stavamo bene insieme, nonostante un titolo che si dimentica all’istante, mentre fanno flop sia Un mondo sotto social, che segna il ritorno del duo comico I Soldi Spicci dopo il successo regionale de La fuitina sbagliata, che le commedie Quasi Orfano e Tutti a bordo che dimostrano chiaramente come per un certo tipo di film (le commedie sovrapponibili) non si sia più disposti a muoversi da casa, ma si attenda, eventualmente, l’arrivo in piattaforma. Discorso analogo per il thriller Io sono l’abisso (€ 198.574) che senza Toni Servillo (presente nei due precedenti film di Donato Carrisi, La ragazza nella nebbia e L’uomo del labirinto) è un sonoro flop.

Tra gli altri, parte malissimo a fine ottobre Dampyr (€ 175.054), non decollano né Astolfo (€ 236.732), né Brado (166.664), mentre un film piccolo e uscito in poche sale come Margini (€ 196.774) riesce in proporzione a distinguersi. Niente da fare, invece, per Amanda (€ 58.224), cui non basta Benedetta Porcaroli protagonista per attirare il pubblico giovane.

Horror: un genere da vivere in sala

TITOLO INCASSO
HALLOWEEN ENDS 2.062.029
SMILE 1.778.130
NOPE 1.101.189
WATCHER 760.394
MEN 256.716
THE HATCHING – LA FORMA DEL MALE 114.583

Se c’è un genere che sembra funzionare meglio di altri in sala è l’horror. Sì, certo, ci si può sedere in salotto sulla propria poltrona preferita e gustarselo da soli o in compagnia, ma l’effetto al cinema, su uno schermo gigante, captando e condividendo la paura altrui, è sicuramente diverso. Ecco quindi che andare a vedersi l’horror del momento può trasformarsi in un evento, perché è lì, nel buio della sala, circondati da sconosciuti, che si può vivere un’esperienza unica.

Vanno quindi bene sia Halloween Ends che Smile, di cui abbiamo già parlato, mentre delude un pochino Nope, forse perché non propriamente di un horror si tratta, che conferma Jordan Peele in grado di intercettare una sensibilità soprattutto americana.

Watcher (da non confondersi con la serie tv The Watcher) è uscito finora solo in pochi paesi, tra cui il nostro, dove si è distinto, e negli Stati Uniti, in cui invece è andato così così (1,96 milioni di dollari con un’uscita in 764 sale), quindi è ancora presto per valutarne il ritorno economico. Nei prossimi mesi arriverà in Messico, Gran Bretagna, Irlanda e Spagna.

È andata meglio, almeno finora, a Men, non in Italia in cui è passato nell’indifferenza, ma negli Stati Uniti, dove ha avuto un’uscita wide in 2.212 sale che gli ha consentito di incassare 7,5 milioni di dollari, il 68% del totale (11,1 milioni di dollari).

Il nordico The Hatching con il theatrical va invece poco lontano: 503 mila dollari a fronte di un budget di 3,95 milioni di dollari, ma in vari paesi ha bypassato la sala per arrivare direttamente in streaming oppure home video.

La domanda che mi ronza in testa è però un’altra: perché diavolo un film come Barbarian, che in America è diventato un caso da 40,8 milioni di dollari, in Italia e in tutti i mercati europei è andato direttamente in piattaforma? Anche in questo caso non si capisce cosa abbia indotto la Disney a bypassare la sala per giungere nel silenzio mediatico direttamente in streaming. Scelte autolesioniste e poco lungimiranti che, alla luce dei disastrosi risultati economici del trimestre, si spera diano luogo a cambi di rotta nelle strategie distributive.

FLOP

TITOLO INCASSO
QUASI ORFANO 284.483
TUTTI  BORDO 237.496
IO SONO L’ABISSO 198.574
LA RAGAZZA DELLA PALUDE 272.616

I flop più significativi del trimeste sono valutati tenendo conto di aspettative e numero di sale a dispozione e sono, ahimè, soprattutto italiani: le commedie Tutti a bordo (280 sale) e Quasi orfano (273 sale) e il thriller di Donato Carrisi Io sono l’abisso (300 sale). Ma non ha funzionato nemmeno La ragazza della palude (270 sale). Cosa manca a questi film che sulla carta avevano elementi per funzionare? La commedia italiana “tanto per”, anche con nomi noti, è un genere che ormai ci siamo abituati a fruire in piattaforma. La causa è in gran parte dovuta ai teorici paladini della sala cinematografica che poi hanno piazzato i loro film direttamente in streaming bypassando il cinema. Scelte distributive che hanno radicalizzato l’idea dell’evento nel pubblico, disposto a mollare il divano solo quando sembra valerne davvero la pena. E per le commediole sovrapponibili e senza traini particolari non sembra evidentemente valerne. Diverso il discorso per il thriller di Carrisi. Le cause potrebbero essere varie: il poco gradimento del precedente L’uomo del labirinto (voto 5,8 su Imdb), l’assenza di nomi noti (niente Dustin Hoffman, ma nemmeno Toni Servillo), ma anche un marketing fallimentare (se alla conferenza stampa il regista dice di “mantenere l’anonimato degli attori per spersonalizzare i protagonisti della storia”, siamo sicuri che stia aiutando il lancio del film?). Per La ragazza della palude, invece, si è pensato che il successo editoriale alla base del film e il buon risultato americano (90,2 milioni di dollari) fossero sufficienti per attirare il pubblico che, però, non ha risposto alla chiamata e, forse, non l’ha neanche sentita. Anche in questo caso manca il traino di una star, ma anche un minimo di marketing per creare l’attesa. Curioso, al riguardo, come le star hollywoodiane, ormai è un dato di fatto, funzionino più fuori dai confini americani che in patria. Ma la brava Daisy Edgar-Jones non è ancora sufficientemente conosciuta per attirare un pubblico ampio.

Le stranezze del d’essai

TITOLO INCASSO
MAIGRET  728.546
CRIMES OF THE FUTURE  661.794
GLI ORSI NON ESISTONO  201.175
LE BUONE STELLE – BROKER  188.590
ANNA FRANK E IL DIARIO SEGRETO  151.177
UN’OMBRA SULLA VERITA’  123.771
LA NOTTE DEL 12  111.208
NIDO DI VIPERE  109.741
BRIAN AND CHARLES    81.430
LA VITA È UNA DANZA    76.823
PER NIENTE AL MONDO    74.036
200 METRI    68.470
LOVE LIFE    52.604
TUESDAY CLUB – IL TALISMANO DELLA FELICITÀ    47.879
UTAMA    38.083
I FIGLI DEGLI ALTRI    35.381
RUMBA THERAPY    31.091
LAS LEONAS    30.035
NINJABABY    29.389
RIMINI    27.620
MONA LISA AND THE BLOOD MOON      1.107

Per un film d’essai un incasso di 500 mila euro è la soglia del successo. Ed è un obiettivo non facile da raggiungere, anche perché spesso vengono distribuiti in poche sale. È successo con Maigret e Crimes of the Future, invero un po’ ibridi e circolati anche nei multiplex, mentre la maggior parte degli altri deve accontentarsi di incassi inferiori ai 200 mila euro. Tra i tanti, a colpire sono alcuni risultati particolarmente bassi per film assai fruibili, come La vita è una danza o Rumba Therapy, ma anche con il traino di festival importanti come Cannes (Le buone stelle – Broker) e Venezia (Gli orsi non esistono, ma soprattutto I figli degli altri). Il vero mistero però è un altro: perché aspettare un anno per fare uscire Mona Lisa and the Blue Moon (era a Venezia 2021) e poi distribuirlo come evento nel silenzio mediatico più totale?

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