Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (01/2017) – 1

II TRIMESTRE STAGIONE 2016 / 2017

Era inevitabile. Il confronto con il secondo trimestre della stagione precedente non poteva che essere penalizzante. Il 1º gennaio 2016 è infatti uscito Quo Vado? con Checco Zalone e il mese, l’anno, la stagione, hanno messo il turbo. Il 1º gennaio 2017 non c’è invece stato nessun Checco Zalone in grado di fare imbizzarrire le percentuali. Anzi, il Mister Felicità di e con Alessandro Siani ha un po’ deluso le aspettative dei più ottimisti (o ingenui?). Risultato: tutti a parlare di crisi nera, quando invece la situazione non è certo esaltante, ma con un segno meno che va di sicuro contestualizzato. Lasciamo quindi parlare i numeri e vediamo cosa è successo nei tre mesi del secondo trimestre della stagione (quello a cavallo tra il 2016 e il 2017) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente:

novembre 2016: presenze +5,08% e incassi -2,51%. La differenza è dovuta al grande boom dell’iniziativa Cinema2Day che nel secondo mercoledì del mese arriva a superare il milione di presenze; un’iniziativa, come abbiamo più volte ribadito, lodevole nelle intenzioni di riportare al cinema le folle, ma arma a doppio taglio perché destinata a concentrare l’afflusso del pubblico esclusivamente quando il biglietto costa due euro. Conseguenze: i giorni prima e dopo il Cinema2Day sale deserte, con effetti anche sui dati del week-end.

dicembre 2016: presenze -8,71% e incassi -15,05%. Il mese di solito più remunerativo ha funzionato meno del previsto. Colpa soprattutto del cinema italiano che, nonostante 6 commedie in teoria acchiappa pubblico, è stato invece disertato. Cambiano anche le abitudini: non più Natale e Santo Stefano le giornate più frequentate dagli spettatori, ma la settimana dal 1º gennaio all’Epifania.

gennaio 2017: presenze -31,60% e incassi -37,23%. In questo mese è soprattutto l’effetto Zalone a fare la differenza. La mancanza di un asso pigliatutto sfalsa i numeri e crea un allarmismo in parte ingiustificato. Più significativo, quindi, il confronto con il 2015 che vede un calo moderato negli incassi (-2,88%) ma addirittura il segno più nelle presenze (+2,75%). Un risultato non certo “esagerato”, ma meno grave di quello che un confronto oggettivo con i soli numeri lascia intendere. Gennaio si conferma quindi come un mese che ama il cinema.


Prima di un breve bilancio di tutto ciò che è accaduto al cinema nel 2016, una considerazione al di là dei numeri sul trimestre appena concluso. Sono stati tre mesi davvero ricchi. Sono infatti usciti nelle sale non solo blockbuster più o meno annunciati, ma anche opere di autori universalmente riconosciuti cui basta la sola firma per attirare giustamente l’attenzione, e non solo dei cinefili. Qualche nome, più che altro per i soliti lamentoni che parlano ad ogni occasione di morte del cinema e di povertà di offerta: Clint Eastwood, Tim Burton, Steven Spielberg, Robert Zemeckis, Stephen Frears, Tom Ford, Denis Villeneuve, M. Night Shyamalan, Oliver Stone, Martin Scorsese, Asghar Farhadi, Jim Jarmusch, Terrence Malick. Alcuni premiati dal pubblico, altri evitati, alcuni con opere fiammeggianti, altri meno, in ogni caso cardini di un trimestre non certo privo di materia prima per chi ama il cinema al cinema.


Ma torniamo al 2016. Approfittando di Anec, Anem e Anica, che con la consueta conferenza stampa sui dati dell’anno appena concluso hanno fornito molte informazioni interessanti, ecco qualche curiosità (i dati percentuali sono calcolati in confronto al 2015):
– nel 2016 i film presentati sono passati da 480 a 554; aumentano anche le coproduzioni che passano da 189 a 208. Si incrementa alche il numero dei titoli italiani, da 186 a 199;

– il 2016 si chiude positivamente con +6,06% nelle presenze (105.385.195) e +3,86% negli incassi (€ 661.844.025);

– aumenta anche il numero dei film in 3D (da 38 a 40), ma diminuisce il loro peso sul totale degli spettatori rispetto al 2015 (da 3,06% a 1,77%) e anche sugli incassi (dal 4,34% al 2,48%). E questo nonostante un aumento esponenziale del biglietto per le visioni stroboscopiche che arriva a costare anche 12 e passa euro. Un ulteriore segno della disaffezione del pubblico nei confronti di una tecnica che è diventata più che altro un modo per spillare più soldi al pubblico senza che la fruizione cinematografica ne tragga grande giovamento. Riuscirà Avatar 2, previsto per Natale 2018, a invertire la tendenza?

– quasi invariato il numero dei contenuti complementari (da 118 a 117), più comunemente denominati “eventi”, che incidono sul totale delle presenze nella misura dell’1,16% e sugli incassi dell’1,63%;
– grazie all’effetto Zalone, e anche al successo di Perfetti sconosciuti (ma dopo di loro il vuoto), aumenta la quota del cinema italiano che passa per le presenze dal 21,35% al 28,71% e per gli incassi dal 20,74% al 29,05%. A guidare le quote mercato è sempre il cinema americano che però è in calo (presenze da 60,01% a 55,19% e incassi da 60,97% a 55,65%). Ricordiamocelo l’anno prossimo, perché se non cambia nulla le percentuali del cinema nazionale saranno in caduta libera;

– il prezzo medio del biglietto è € 6,28 (nel 2015 era € 6,19);

– calano le presenze per i film inglesi, dimezzano per quelli francesi, mentre aumentano gli spettatori per le produzioni tedesche e spagnole;

– Il film più visto del 2016 è Quo Vado? di Gennaro Nunziante (ricordiamo anche lui ogni tanto), con Checco Zalone, che ha portato nelle sale 9.367.977 spettatori incassando € 65.365.655;

– al centesimo posto Lights Out, con 245.858 spettatori e un incasso di € 1.622.626;
– il mese con più spettatori, grazie all’effetto Zalone, è stato gennaio, in cui ben 20.441.058 spettatori hanno varcato la soglia di una sala cinematografica;

– il mese con meno spettatori, grazie al vuoto distributivo estivo, è stato invece luglio, in cui le presenze sono state solo 3.110.706;

– saremmo portati a pensare che la casa di distribuzione con i maggiori introiti sia Medusa, a cui dobbiamo sia Quo Vado? che Perfetti sconosciuti, invece a guidare il 2016 è la Warner Bros che ha ben 25 titoli nelle prime 100 posizioni del box-office. A Medusa il secondo posto, grazie ai due film più visti del 2016, ma i suoi film nella top-100 sono solo 10. Terza è la Disney.

– le 127 strutture con più di 7 schermi, pari a 1.320 schermi, coprono il 55,05% degli incassi;

– le 659 monosale incidono sul dato complessivo degli incassi nella misura dell’8,95%;

il giorno della settimana più frequentato è la domenica, quello con meno presenze il giovedì, nonostante sia la giornata in cui escono i nuovi film.


Entriamo ora nel dettaglio e analizziamo come si sono evolute le prime dieci posizioni della classifica stagionale. Ricordo, come al solito, le fonti: Cinetel, Boxofficemojo, Giornale dello Spettacolo, BoxOfficeBenful e Anec.

Da tenere a mente, infine, che gli incassi sono calcolati alla data del 31 gennaio 2017.

BOX OFFICE DAL 1ºAGOSTO 2016 AL 31 GENNAIO 2017

Posizione – Film – Incasso – Presenze

1         ALLA RICERCA DI DORY – € 15.161.620 – 2.403.381

2        ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI – € 14.909.610 – 2.241.984

3        OCEANIA – € 13.963.970 – 2.185.312

4        PETS – VITA DA ANIMALI – € 13.308.002 – 2.273.994

5        INFERNO – € 12.424.815 –  1.869.525

6        SUICIDE SQUAD – € 12.106.505 – 1.795.929

7        ROGUE ONE: A STAR WARS STORY – € 10.196.280 – 1.428.715

8        MISTER FELICITA’ – € 10.050.660 – 1.657.613

9        COLLATERAL BEAUTY – € 8.988.246 – 1.460.753

10      L’ERA GLACIALE: IN ROTTA DI COLLISIONE – € 8.718.140 – 1.436.894

Il secondo trimestre è come sempre quello con i maggiori stravolgimenti. Escono dalla top-10 Doctor Strange, Bridget Jones’s Baby, Cafè Society, Il drago invisibile e Io prima di te. Resiste, ancora per poco, L’era glaciale: in rotta di collisione, mentre nessun film uscito nel secondo trimestre riesce nell’impresa di scalzare dalla vetta Alla ricerca di Dory. Un’ulteriore dimostrazione di un Natale particolarmente fiacco e senza picchi.


Sono quindi cinque le nuove entrate che analizziamo partendo dalle posizioni più basse:

Sembrava la patata bollente delle festività, invece in Italia Collateral Beauty si è rivelato un outsider inaspettato. Stroncato alla quasi unanimità (solo parte della redazione de “Gli Spietati” lo promuove), bocciato dal pubblico americano (30,9 milioni di dollari), vivacchia negli altri mercati con numeri non esaltanti, tutti tra i 5,7 milioni di dollari del Messico e il milione di dollari della Germania. A fare la differenza, e a consentire al film di rientrare del budget (36 milioni di dollari) grazie al solo theatrical, questa volta è proprio l’Italia. Un risultato vicino ai 10 milioni di dollari che stupisce. Inevitabile porsi delle domande: cosa è successo nel nostro paese che non è successo altrove? Cerchiamo di capirlo:

– è uscito il 4 gennaio, nella settimana di massima affluenza nelle sale nel nostro paese;

– ha un cast all star che include Will Smith, una delle star hollywoodiane più remunerative in Italia, complice anche la doppietta di Gabriele Muccino (La ricerca della felicità e Sette anime);

– è stato distribuito nel migliore dei modi dalla Warner Bros che evidentemente è stata capace di intercettare un pubblico ampio e diversificato;

– nella programmazione delle festività, tra commedie italiane sciape, film di animazione, fantasy gotico e fantascienza, era il genere che mancava;

– forse, per la serie “il pubblico non ha sempre torto”, non è così male come è stato recensito dai più.


Il film che doveva salvare le festività, Mister felicità di e con Alessandro Siani, non si avvicina minimamente al fenomeno Zalone, ma prende le distanze anche dal precedente successo dello stesso Siani. Si accettano miracoli, nel 2015, aveva infatti superato di slancio i 15 milioni di euro. La partenza nella fatidica data del 1º gennaio è notevole, con 1 milione 883 mila euro, e illude sul futuro andamento, ma al quarto giorno è già secondo dietro ad Assassin’s Creed. Torna al primo posto il 6 gennaio ed è il più visto del mercoledì a 2 euro di gennaio, ma finite le feste il più è fatto e la tenitura, e gli incassi, sono inferiori al previsto.


Come abbiamo sottolineato nell’analisi dei film delle feste, che trovate poco più avanti, si riduce notevolmente anche l’interesse nei confronti della saga di Star Wars. In Italia lo spin-off Rogue One perde infatti circa il 60% degli incassi rispetto a Il risveglio della forza, a dimostrazione della solidità del brand ma anche del disorientamento che molti possibili spettatori hanno avuto nei confronti di un cambio di percorso un po’ spiazzante. In ogni caso ancora molte guerre stellari ci attendono e l’anno prossimo si tornerà in carreggiata, con il seguito de Il risveglio della forza e un probabile ritorno a numeri più consistenti. Già deciso il titolo: Star Wars: The Last Jedi.


Il dominatore delle feste, Oceania, raggiunge il terzo posto, confermando la capacità pervasiva della Disney di trovare storie adatte a ogni latitudine. 534 i milioni di dollari incassati nel mondo a fronte di un budget di 150 milioni di dollari. Lo sfruttamento è ancora in corso, quindi i dati sono suscettibili di variazione, ma Zootropolis si dimostra irraggiungibile (1.023 milioni di dollari) e anche Big Hero 6 pare fuori portata (657,8 milioni di dollari). Andamento diverso per il mercato italiano dove il film che non si poteva intitolare Moana supera invece negli incassi entrambi i titoli precedenti. Come mai? A incidere, di sicuro l’assenza di rivali nel periodo delle feste. In pratica viene lasciato campo libero alla Disney fino all’arrivo di Sing, che comunque è andato meno bene del previsto, quindi tutte le famiglie si sono riversate in Oceania.


Grande il successo per Animali fantastici e dove trovarli, il primo spin-off della serie cinematografica di Harry Potter, incentrato sul magizoologo Newt Scamander e sceneggiato dalla stessa J. K. Rowling autrice del romanzo di origine. Obiettivo di trovare una nuova saga da spremere, quindi, perfettamente centrato: 232 milioni di dollari negli Stati Uniti, 577,2 milioni di dollari negli altri mercati (di cui 86 milioni di dollari in Cina, 63,7 in Giappone e 68,3 in Gran Bretagna) e un totale di ben 809,4 milioni di dollari. Budget consistente (180 milioni di dollari), già ampiamente ripagato nelle sale. Nel novembre del 2018 è già previsto il sequel, e l’iniziale trilogia si è già trasformata in una pentalogia.


Riusciranno questi titoli a resistere ai film in uscita nel terzo trimestre della stagione? 50 sfumature di nero scalzerà Dory dal podio? La La Land, ormai fenomeno non solo cinematografico ma anche di costume e di odi e amori senza mezze misure, entrerà in top-10 dopo la presumibile pioggia di Oscar? La bella e la bestia seguirà la strada del cartoon diventando una delle favole più amate e conseguentemente viste? Fast & Furious 8 continuerà a macinare milioni di euro e dollari? Arriverà un outsider a scombinare tutti i piani e a dare un po’ di brio a una classifica che sembra già scritta?

Lo scopriremo solo sul prossimo numero e non dimentichiamo di sostenere, al cinema ovviamente, i film che più ci stuzzicano, magari sperimentando anche un po’. Potremmo scovare alternative nutrienti a cui non avevamo mai osato pensare.


A seguire:

– una riflessione sul NATALE cinematografico

COSA IL PUBBLICO HA VISTO

COSA IL PUBBLICO HA INTRAVISTO

COSA IL PUBBLICO NON HA VISTO


Istruzioni per l’uso:  per comodità di trattamento il criterio di suddivisione dei titoli nelle varie sezioni è l’oggettività, ma ovviamente i numeri non sempre sono in grado di parlare, ogni tanto hanno bisogno di essere interpretati. Può quindi capitare che un film abbia incassato oggettivamente in modo discreto (Silence con 1,6 milioni di euro) ma sia da valutare come insuccesso, considerando autore e ambizioni dell’opera, mentre un titolo il cui risultato non spicca tra gli altri numeri (Your Name con 550 mila euro) sia invece da ritenere un mezzo miracolo tenendo presente alcune variabili come la programmazione limitata a soli tre giorni, per di più feriali, e le poche sale a disposizione.

Buona lettura.