Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (01/2016) – 5

ITALIA

Se nel 2014 la quota di mercato del cinema italiano era pari al 27,08% per le presenze e al 26,61% per gli incassi, con il 2015 la situazione si ridimensiona notevolmente passando a 21,34% per le presenze e 20,73% per gli incassi. Percentuali che sono andate a incrementare quelle, già sostanziose, del cinema americano, che raggiunge una quota di mercato pari al 60%. Con il successo epocale di Quo Vado? 2016 riaggiusterà le percentuali, ma la rassicurazione dei numeri non potrà coprire il problema che pare affliggere il cinema nazionale: l’incapacità, a parte casi sporadici e isolati, di intercettare il pubblico. Il pedale spinto nei confronti della commedia ha finito per produrre film anonimi e sovrapponibili, con gli stessi attori negli stessi poster a replicare il più delle volte le stesse scaramucce. A mancare è sempre il cinema medio, non per forza mediocre, quei titoli capaci di incassare 5 milioni di euro e più lasciando un segno nella memoria e la voglia di tornare a varcare la soglia di una sala cinematografica.

A seguire una breve analisi dei film italiani usciti nel trimestre. Quo vado? è sviscerato nell’analisi del box-office stagionale.

INCASSI SUPERIORI AI 5 MILIONI DI EURO

Gli unici titoli in grado di superare i 5 milioni di euro sono quelli usciti a Natale: Pieraccioni con Il professor Cenerentolo (€ 6.025.429) e Vacanze ai Caraibi (€7.427.996), entrambi molto al di sotto dei loro standard, e Natale col boss (€ 7.530.180), vincitore morale della competizione natalizia, vissuto dal pubblico come alternativa al noto, più in teoria che nella pratica, ma questo è un altro discorso.

 

INCASSI FRA 3 E 5 MILIONI DI EURO

Pochi i successi medi: Io che amo solo te (€ 3.368.832), titolo quanto mai anonimo (non c’è verso di associarlo al film) per il ritorno della coppia Scamarcio/Chiatti nell’ennesima divagazione prematrimoniale ambientata, udite udite, in Puglia, precisamente a Polignano a Mare, location che condivide con Matrimonio al Sud, il Boldi di stagione, anche lui in notevole ridimensionamento rispetto al passato (€ 3.675.516). Ne esce meglio Belli di papà (€ 4.221.640) che tenta la strada della commedia sociale, ma la critica non plaude e il pubblico accorre in massa la prima settimana (debutta al primo posto del box-office) per poi calare gradualmente senza riuscire a superare le tre settimane in top-10.

Sembrava destinato a grandi cifre Chiamatemi Francesco – Il Papa della gente, di Daniele Luchetti, vista la popolarità di Papa Francesco di cui ripercorre la vita, ma le 700 sale in cui è generosamente distribuito da Medusa portano a un incasso di € 3.654.854. Considerando gli investimenti (12 milioni di euro) e l’ampia distribuzione era lecito attendersi numeri maggiori, invece dopo due settimane ottime (secondo e terzo posto al box-office), Medusa gli toglie parecchie sale per far posto a Vacanze ai Caraibi e alla terza settimana è già all’11º posto, con una media per sala non entusiasmante (€ 814). Esauriti i fedelissimi, l’effetto contagio non si è verificato. È già stato distribuito in 40 paesi, quindi avrà comunque modo di rifarsi. Amen.

 

INCASSI TRA UNO E TRE MILIONI DI EURO

La maggior parte dei titoli italiani inclusi in questa sezione ambivano a risultati migliori.

È stato fatto un gran fermento in rete per Game Therapy, il debutto al cinema di alcuni YouTuber con una storia action/fantascientifica, ma il target adolescenziale di riferimento, oltre ad acclamare i suoi presunti idoli nelle varie presentazioni che il film ha avuto (in estate a Ciné a Riccione, in autunno alla Festa di Roma), non ha poi pagato il biglietto per vederli agire sullo schermo. Risultato: un milione 260 mila euro.

Delude commercialmente anche la svolta drammatica di Paola Cortellesi, regina del brillante, con Gli ultimi saranno ultimi di Massimiliano Bruno. Il tentativo di un affresco sociale immerso nella contemporaneità al botteghino non decolla e alla terza settimana è già al dodicesimo posto del box-office. Finisce la sua breve corsa senza clamori e con poco più di 2 milioni e mezzo di euro.

Grandi anche le aspettative per Loro chi?, in cui Fabio Bonifacci dirige la coppia Edoardo Leo e Marco Giallini, due degli attori di punta del panorama comico/brillante nazionale, entrambi con buoni successi alle spalle. Eppure il pubblico, nonostante anche i riscontri critici positivi, non accorre: solo un milione e mezzo di euro. La Warner Bros non sostiene il film più di tanto e si limita a seguire l’onda: debutto sottotono al quinto posto a metà novembre in 360 schermi (media per sala di € 1.996), seconda settimana in discesa al 7º posto in cui si riducono anche le sale (299) e la media (€ 1.186). Con dicembre arriva il crollo (15º posto al box-office) causato anche dalla perdita di ben 228 schermi.

Sotto i suoi standard, sia qualitativi (è uno dei titoli più stroncati della stagione) che commerciali, anche Giuseppe Tornatore con La corrispondenza. Se l’imperfetto ma accattivante La migliore offerta era riuscito a ritagliarsi uno spazio significativo nell’interesse del pubblico (più di 9 milioni di euro), il nuovo film parte discretamente (un primo week-end a metà gennaio da un milione 270 mila euro, con una media per sala discreta di € 3.283), resiste bene alla seconda settimana (calo negli incassi limitato al 35%), ma con la terza (-64%) cade vertiginosamente. Il passaparola non lo ha evidentemente aiutato.

A uscirne a testa alta è solo Laura Morante con Assolo, la sua opera seconda raggiunge infatti il milione 600 mila euro. Molto meglio dei 717 mila euro incassati da Ciliegine, suo debutto alla regia. Il titolo meno da primizia di stagione, di sicuro, ha fatto la sua parte, e anche la distribuzione, da d’essai (Bolero) a mainstream (Warner Bros). Favorevole anche il periodo (esce il 5 gennaio in un week-end acchiappapubblico) e la promozione, con tanto di trailer in anteprima sul sito di Repubblica a metà dicembre.

 

INCASSI INFERIORI A UN MILIONE DI EURO

Tutti inferiori al milione di euro gli altri titoli usciti nel trimestre: 658 mila euro per Alaska, sostenuto dalla 01 Distribution con 237 schermi, ma Elio Germano si conferma attore con poco appeal sul pubblico, 629 mila euro per Sergio Rubini con Dobbiamo parlare, poco favorito dall’uscita a metà novembre in un week-end denso di film italiani ma non di pubblico e 823 mila per La felicità è un sistema complesso di Gianni Zanasi, ancora insieme a Valerio Mastandrea dopo il successo, maggiore, di Non pensarci (un milione 427 mila euro).

Tra gli altri, colpisce il flop di In fondo al bosco, tentativo atipico di thriller nostrano che nonostante gli sforzi distributivi della Notorius (108 sale), non attecchisce: primo week-end al 13º posto (media per sala modesta di € 1.501) e seconda settimana in caduta libera al 20º posto per un totale di 250 mila euro; non funziona nemmeno l’utilizzo in chiave drammatica di Giorgio Panariello in Uno per tutti (242 mila euro), diretto da Mimmo Calopresti, anche perché il film arriva nelle sale senza che nessuno abbia modo di accorgersene: debutto in 22esima posizione, in 53 schermi, calo del 30% alla seconda settimana con discesa di un ulteriore gradino, e 26º posto alla terza settimana. Tutto sommato una tenuta discreta, ma l’assenza di qualsiasi supporto promozionale lo ha inevitabilmente penalizzato; anche le critiche, tutt’altro che favorevoli, non lo hanno di certo aiutato.

Successo regionale e modesto per Maurizio Casagrande, regista e attore di Babbo Natale non viene da Nord (200 mila euro) che al nord non viene quasi distribuito. Non trova la sintonia con il pubblico nemmeno Marco D’Amore diretto da Francesco Ghiaccio in Un posto sicuro (al debutto, media per sala poco incoraggiante, nelle 47 in cui è distribuito, di € 792), mentre per il poetico Bella e perduta, di Pietro Marcello, gli 85mila euro incassati sono un buon risultato. Occorre infatti considerare una distribuzione con il contagocce (12 sale) premiata però sempre da medie per sala buone.

Toccata e fuga a metà dicembre per Leone nel basilico, che in 17 sale ottiene una media sconfortante (solo 232 euro). Del resto difficile arrivare al pubblico solo con la forza del titolo.


La prima parte del Barometro, con un’ANALISI STATISTICA DEL BOX OFFICE STAGIONALE:

– II Trimestre stagione 2015 /2016: dal 01/11/2015 al 31/01/2016 – parte 1

La seconda parte del Barometro, con uno sguardo sui FLOP:

– II Trimestre stagione 2015 /2016: dal 01/11/2015 al 31/01/2016 – parte 2

La terza parte del Barometro, con uno sguardo sul NATALE e sui FILM DI ANIMAZIONE E PER FAMIGLIE:

– II Trimestre stagione 2015 /2016: dal 01/11/2015 al 31/01/2016 – parte 3

La quarta parte del Barometro, con uno sguardo sul CINEMA D’ESSAI:

– II Trimestre stagione 2015 /2016: dal 01/11/2015 al 31/01/2016 – parte 4


A seguire: