Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (01/2015)

(dal 1º novembre 2014 al 31 gennaio 2015)

Si è concluso il secondo trimestre della stagione, uno dei più caldi perché include la fine dell’anno, ma anche dei più ricchi, perché in grado di abbinare autori, blockbuster e autori di blockbuster. È quindi tempo di bilanci e i numeri, inutile girarci tanto intorno, non sono favorevoli. L’anno 2014 si chiude infatti con un -6,13% a livello di presenze e -7,09% come incassi. A incidere è stata soprattutto l’assenza di un titolo fortissimo, come Sole a catinelle nello stesso trimestre del 2014, capace, da solo, di riequilibrare i totali della stagione precedente e infondere ottimismo. Tenendo conto di questo gap, però, qualche bagliore nel buio c’è.

Novembre (ricordo che Sole a catinelle era uscito il 31 ottobre 2013) è inevitabilmente negativo, con -20,28% nelle presenze e -21,22% negli incassi. L’assenza di un blockbuster nazionale, un clima particolarmente mite, una stagione cinematografica che non vuole saperne di decollare e il cambiamento delle abitudini nel modo di fruire film (si scarica sempre di più, non solo illegalmente), le cause principali di quella che non si deve leggere come una fuga dagli schermi ma come un momento di stand-by, in cui produzione, distribuzione ed esercenti stanno cercando di capire come reagire all’evoluzione dei tempi. E per fortuna che ci sono Andiamo a quel paese e Interstellar, che smuovono di molto le acque facendo uscire il pubblico dal torpore autunnale, ma soprattutto da casa.

Il segno negativo si riduce in dicembre, ma permane, con -7,58% nelle presenze e -7,69 negli incassi, nonostante un’offerta natalizia qualitativamente migliore rispetto agli altri anni. Anche in questo caso a fare la differenza è l’assenza di un asso pigliatutto nazionale.

Con gennaio, il 2015 parte alla grande. I dati sono disponibili sono fino a metà mese e rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso si parla di +10,71% negli incassi e +10,35% nelle presenze, anche se la seconda parte del mese è stata meno spumeggiante.

E ora, per gli amanti della statistica, qualche dato riepilogativo del 2014:

– il mese peggiore dell’anno (sempre in confronto all’anno precedente) è giugno, in cui la fuga dagli schermi raggiunge il -30,88% a livello di presenze e addirittura il -34,76% come incassi. Se si considera che è anche il mese in cui ha dominato Maleficent, il film più visto dell’anno, si deduce che gli altri titoli usciti non li ha visti praticamente nessuno

– unici mesi positivi, gennaio (+25,52% presenze e +26,32 incasso), febbraio (+22,38% presenze e +25,04% incasso), che avevano illuso su un definitivo rilancio della stagione, e, abbastanza inaspettatamente considerando l’assenza di offerta, il mese di agosto (+1,62% presenze e +5,38% incasso), grazie a qualche titolo di particolare successo come Dragon Trainer 2 e Apes Revolution

– nel 2014 sono usciti nelle sale 470 film, di cui 171 italiani (o coproduzioni) e 39 in 3D.

– a livello di quote di mercato, la palma spetta ancora una volta agli Stati Uniti che, però, a livello di presenze passa dal 53,37% al 49,65% e negli incassi dal 54,03% al 50,22%. In calo anche la quota relativa al prodotto nazionale, dal 30,17% al 27,08% nelle presenze e dal 29,73% al 26,61% negli incassi. Raddoppia invece la quota di mercato per Gran Bretagna (da 4,91% a 8,75% nelle presenze e dal 5,21% all’8,76 negli incassi) e Francia (dal 3,25% al 5,73% nelle presenze e dal 2,85% al 5,37% negli incassi).
– le nuove uscite nazionali sono state 157, quelle americane 141, le francesi 38 e quelle inglesi 29.

– ragionando in termini trimestrali, l’unico positivo è il primo del 2014, con +12,61% nelle presenze e +12,32% negli incassi

– tra i distributori a vincere, con il maggior numero di presenze (15.467.458) e incassi (101.291.702), è la Warner Bros, con ben quattro titoli tra i primi dieci (Un boss in salotto, Lo Hobbit: la battaglia delle cinque armate, Interstellar e The Amazing Spider-Man 2: il potere di Electro   )

– in Italia ci sono 1.065 cinema per 3.261 schermi

– i maggiori incassi vengono dai 124 complessi con più di 7 schermi (1.295 in totale) che incidono sul totale dell’esercizio in misura superiore al 50% sia negli incassi (56,27%) che nelle presenze (54,82%)

– il prezzo medio del biglietto, probabilmente a causa del maggior numero di convenzioni applicate dai cinema per fidelizzare lo spettatore, nel 2014 è diminuito passando da € 6,08 a € 6,02

– il giorno di maggiore afflusso della settimana è la domenica, il minore è invece il martedì

I dati delle presenti e successive elaborazioni, che aggiungeranno dettagli e delucidazioni attraverso l’esame dei singoli titoli, derivano dai siti Cinetel, Giornale dello Spettacolo, BoxofficeMojo, Screenweek e sono aggiornati al 31 gennaio 2015, salvo dove indicato diversamente.


NATALE

Il periodo natalizio, da sempre il più proficuo in Italia per la stagione cinematografica, sta cambiando. A causa della riduzione della durata commerciale dei film, che difficilmente supera le tre settimane, i film delle festività cominciano a uscire a inizio dicembre, una seconda ondata di titoli si pone a ridosso del Natale e, da qualche stagione, i distributori più illuminati scelgono di collocare molti nuovi titoli a partire dal 1° gennaio. Un tempo, infatti, era il giorno di Santo Stefano il più ricco dell’anno come numero di spettatori, ma ora a contendergli la palma si è incuneato il primo dell’anno. Quest’anno più che mai il successo stratosferico di Si accettano miracoli e American Sniper ne è una chiara dimostrazione. Il rischio è però quello di non sfruttare appieno l’alto potenziale dei titoli più prettamente natalizi, che arrivano al nuovo anno stritolati dal ritmo incessante delle nuove uscite. Se in passato, quindi, i film di Natale avevano circa un mese di tempo per imporsi all’attenzione del pubblico, ora anche per loro vale la regola delle tre settimane e sono meno frequenti i casi di lunghe teniture.

Ma cominciamo con una strigliata alla stampa specializzata che ha commentato il periodo con titoli allarmisti tipo “crisi a Natale nei cinema”, “fuga dalle sale anche a Natale”. Se se si pensa in qualche modo con questi commenti di aiutare l’esercizio si sbaglia di grosso, anche perché la notizia è vera solo in parte. Se, infatti, è oggettivo che nella giornata di Natale di quest’anno ci sia stato un calo di pubblico rispetto allo stesso 25 dicembre del 2013 (mercoledì), bisogna però considerare la diversa disposizione delle giornate di calendario. Nel 2014, infatti, Natale è caduto di giovedì e sono seguite tre giornate (dal venerdì alla domenica) tutte molto gettonate dagli spettatori che, quindi, anziché concentrarsi in uno o due giorni hanno semplicemente deciso di spalmarsi nel periodo in modo diverso. L’abitudine del cinema durante le feste è quindi salva, anche se un calo, comunque contenuto, c’è stato. Ne è una riprova l’eclatante successo ottenuto dalle uscite del 1° gennaio, mai come quest’anno fonte di soddisfazioni per i distributori.

Dal soggettivo passiamo all’oggettivo e lasciamo parlare i numeri. Nel periodo delle feste, che va dall’11 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015, gli incassi sono diminuiti del 3,46% e gli spettatori del 3,58%. È mancato un asso pigliatutto come Frozen nella stagione precedente, che nello stesso periodo aveva raggiunto quasi 17 milioni di euro attirando nelle sale ben 2.468.161 spettatori, mentre quest’anno nessun titolo ha superato la soglia dei due milioni di presenze. Se il 2014 si conclude quindi sottotono, il 2015 si apre invece all’insegna dell’ottimismo. I primi sei giorni del’anno, infatti, grazie all’incredibile successo di American Sniper e Si accettano miracoli, segna, rispetto allo stesso periodo del 2014, +12,22% negli incassi e +12,39% nelle presenze.

TOP 20 – PERIODO 11.12.14 – 06.01.15

01 – LO HOBBIT: LA BATTAGLIA DELLE CINQUE ARMATE – € 13.070.990 – spettatori 1.697.963

02 – IL RICCO, IL POVERO E IL MAGGIORDOMO – € 12.722.672 – spettatori 1.844.145

03 – SI ACCETTANO MIRACOLI – € 9.394.694 – spettatori 1.363.478

04 – BIG HERO 6 – € 8.298.684 – spettatori 1.238.947

05 – AMERICAN SNIPER – € 7.942.700 – spettatori 1.099.212

06 – L’AMORE BUGIARDO-GONE GIRL – € 6.470.416 – spettatori 924.511

07 – UN NATALE STUPEFACENTE – € 5.864.448 – spettatori 851.505

08 – IL RAGAZZO INVISIBILE – € 4.332.209 – spettatori 645.107

09 – PADDINGTON – € 4.041.424 – spettatori 605.295

10 – MA TU DI CHE SEGNO 6? – € 3.842.248 – spettatori 574.537

11 – THE IMITATION GAME – € 2.402.831 – spettatori 343.312

12 – I PINGUINI DI MADAGASCAR – € 1.578.448 – spettatori 256.041

13 – BIG EYES – € 1.567.626 – spettatori 224.698

14 – MAGIC IN THE MOONLIGHT – € 1.485.542 – spettatori 232.726

15 – PRIDE – € 1.075.689 – spettatori 165.840

16 – JIMMY’S HALL – € 889.729 – spettatori 141.038

17 – STORIE PAZZESCHE – € 841.926 – spettatori 129.291

18 – SCEMO & + SCEMO 2 – € 599.641 – spettatori 90.635

19 – SCUSATE SE ESISTO! – € 498.240 – spettatori 80.766

20 – INTERSTELLAR – € 398.680 – spettatori 60.950

Atteso dai fan, ma guardato con scetticismo anche da loro, oltre che dalla critica che lo ha mediamente massacrato, arriva l’ultimo episodio della travagliata saga dello Hobbit. L’addio alla Terra di Mezzo conquista la platea natalizia fin dal suo esordio nelle sale, salutato mercoledì 17 dicembre da un incasso di 855 mila 288 euro. Non è record (è il quarto miglior risultato dell’anno, comunque il migliore della trilogia), ma il dato è molto buono e i numeri continuano a dimostrare un forte interesse da parte del pubblico anche nelle giornate successive, per culminare ovviamente nel primo week-end, dove sia il sabato che la domenica oltrepassa il milione di euro. Il giorno di Natale è superato sia da Il ricco, il povero e il maggiordomo che da Un Natale stupefacente, mentre e a Santo Stefano solo da Aldo, Giovanni e Giacomo. Riconquista il podio sabato 27 dicembre, per poi scendere in seconda posizione domenica 28. Fino alla fine dell’anno è presente con numeri importanti ogni giorno ed è sicuramente penalizzato, come gli altri film usciti a ridosso del Natale, dalle nuove uscite del 1° gennaio. È comunque il film con il maggiore incasso delle feste, battuto però come numero di spettatori da Aldo, Giovanni e Giacomo con Il ricco, il povero e il maggiordomo. La causa è ovviamente nel sovrapprezzo per il 3D, per una volta, però, necessario per vivere l’esperienza appieno. Il 3D è infatti particolarmente immersivo e si può dire che i tanti che hanno visto il film scaricandolo, e non in sala, non sanno cosa si sono persi. Nei primi giorni del 2015 si difende egregiamente ed esce dalla top-10 per la prima volta il 10 gennaio. Per gli amanti delle statistiche, a livello totale, considerando i dati al 31 gennaio 2015, ha incassato più di La desolazione di Smaug (€ 12.625.000) e meno di Un viaggio inaspettato (€ 16.350.000). Andamento rispettato anche a livello internazionale, anche se per un quadro esaustivo bisognerebbe aspettare i dati globali, presumibilmente elevati, della Cina, in cui è uscito solo il 23 gennaio. In U.S.A. 250 milioni di dollari e dagli altri mercati circa 700 milioni di dollari, per un totale in linea con i precedenti capitoli, tutti intorno ai 1000 milioni di dollari. Considerando che si tratta di un addio, i numeri, mostruosi e da sogno per qualunque produttore e distributore, ma in calare, evidenziano che qualcosa ha comunque funzionato meno del previsto. In ogni caso, un vero toccasana per il botteghino mondiale.

Aldo, Giovanni e Giacomo sono i vincitori morali del Natale 2014. È infatti Il ricco, il povero e il maggiordomo il film con il maggior numero di spettatori. Non campione di incassi, a causa del 3D per il film di Jackson che ha garantito introiti superiori, nonostante il numero inferiore di biglietti venduti. Per il trio di comici sono comunque lontani i fasti di La banda dei Babbi Natali del 2010 (€ 21.438.000) e siamo più dalle parti di Il cosmo sul comò del 2008 (€ 13.122.000), considerato uno dei meno riusciti e comunque il loro minore successo.

Al terzo posto si piazza Alessandro Siani, protagonista, interprete e co-sceneggiatore di Si accettano miracoli, favola italiana ambientata in un Sud idilliaco lontano dalla modernità e culla dei “veri” valori di una volta. Il rifugio nel bel tempo che fu esce strategicamente nella magica data del 1° gennaio e fa un debutto con il botto: 2 milioni 215 mila euro in un solo giorno. Cifra non lontana da quella dell’esordio di Sole a catinelle, che quindi illude su un cammino simile. In realtà dopo quattro giorni di incassi superiori al milione di euro e la conquista del podio, Si accettano miracoli, al quinto giorno, cede lo scettro ad American Sniper che dimostra di avere le gambe più lunghe. Probabilmente Siani, smaltito il folto pubblico campano e gli affezionati sparsi in tutta la penisola della commedia delle feste orfani di Pieraccioni e del cine-panettone d.o.c, non è riuscito a conquistare nuovi spazi ottenendo un risultato (€ 15.314.086) non troppo distante da quello del Il principe abusivo, suo precedente grande successo del 2013 (€ 14.209.000).

Solo quarto il cartone Disney Big Hero 6, mentre l’anno scorso Frozen dominava incontrastato con quasi 17 milioni di euro nello stesso periodo. Ma era abbastanza prevedibile perché mentre Frozen si proponeva come favola classica per grandi e piccini, quindi più trasversale che mai, il nuovo film di animazione ammicca soprattutto a un pubblico maschile. Un po’ come Ralph Spaccatutto, che però si era fermato a € 6.613.000, mentre Big Hero 6 si avvicina ai 10 milioni di euro, supera sia Dragon Trainer 2 che I pinguini di Madagascar ed è, fino ad ora, il cartone di maggior successo della stagione. Buono il riscontro internazionale con 521 milioni di dollari globali, di cui 219 milioni dal mercato U.S.A. Mostruosi i costi: 165 milioni di dollari il budget dichiarato.

Ad American Sniper si dedica un capitolo apposito (L’EXPLOIT). Passiamo quindi al sesto posto della classifica natalizia.

Quando si parla di David Fincher il cinefilo perde la bussola, gli studenti universitari predispongono all’istante nuove tesi di laurea, e i critici si affannano a trovare, costi quel che costi, un fil rouge nella sua poetica e nel suo stile. Accade anche con L’amore bugiardo – Gone Girl, riuscita trasposizione di un romanzo interessante (di Gillian Flynn, anche sceneggiatrice), con dei limiti di plausibilità che il film non supera. In ogni caso un’opera solida che abbina il mistery con una caustica disanima del rapporto di coppia in base a un sentire più contemporaneo che mai, dove è lo sguardo, quindi la capacità di osservare, ad essere messa in discussione. Per molti, quindi, anche una riflessione sul cinema. Un’operazione riuscita e, caso più unico che raro, in grado di mettere d’accordo sia il  visibilio critico che il successo al botteghino. 368 i milioni di dollari incassati worldwide, di cui 168 milioni negli U.S.A. Considerando il costo di 61 milioni di dollari, il ritorno è stato più che positivo. L’uscita natalizia in Italia, fortemente criticata perché in ritardo rispetto a quella americana (3 ottobre) e agli altri paesi, ha in realtà portato i suoi frutti. Anche perché il genere non propriamente festaiolo gli permette di sopravvivere anche una volta terminate le festività, avvicinandosi alla non banale cifra di 8 milioni di euro.

Il cinepanettone 2.0 – come è stato ribattezzato il film comico targato Filmauro dopo la fine del brand “Natale a…” e i tentativi non così entusiasmanti di resuscitarlo nelle ultime due stagioni con la formula “Colpi di…” che ha prodotto due film (Colpi di fulmine e Colpi di fortuna) entrambi con incassi superiori ai 10 milioni di euro – ci prova attraverso Un Natale stupefacente. Per l’occasione abbandona la formula a episodi e punta tutto sulla verve di Lillo e Greg. L’esordio nelle sale è poco incoraggiante (57 mila 119 euro e quinta posizione nel giovedì di debutto, il 18 dicembre), ma il film di Volfango De Biasi ha modo di rifarsi durante le feste, raggiungendo il secondo posto a Natale (855 mila euro) e il terzo a Santo Stefano (un milione 122 mila euro). Si difende bene fino a Capodanno, ma con le nuove, fortissime, uscite del 1° gennaio perde subito terreno e finisce per ottenere un risultato lontano dai superlativi. Poteva essere il successo che mancava per riequilibrare le casse del 2014, invece così non è stato. Che sia il caso di tentare qualcosa di diverso?

Il ragazzo invisibile poteva essere l’outsider delle feste, il film italiano atipico che riesce ad aprirsi un varco considerevole nell’interesse del pubblico, e in parte lo è stato, ma non abbastanza da configurarsi come grande successo. Il tentativo del cinema italiano di uscire dalla commedia, agganciandosi alla moda del momento dei supereroi, va comunque premiato, anche se la critica non è stata particolarmente morbida nei confronti dell’ultima opera di Gabriele Salvatores. Nella top10, dalla data di uscita del 18 dicembre, si mantiene costante tra il 5° e il 6° posto, tranne l’ultimo giorno dell’anno in cui raggiunge la quarta posizione. Con gennaio fa capolino un paio di giorni al 10° posto per poi uscire definitivamente di scena evidenziando un problema, già ripetutamente sottolineato: con le tante e concorrenziali uscite del primo gennaio, i film di Natale hanno finito per essere penalizzati. Se una volta, per un mese, la programmazione rimaneva pressoché invariata, da qualche stagione anche i film di Natale resistono al massimo per le canoniche tre settimane, a volte anche meno. Il mese di gennaio non aggiunge quindi granché a Il ragazzo invisibile, che forse avrà modo di rifarsi sul mercato estero, appiglio non da poco che manca invece alle tante commedie nazional popolari che possono contare sul solo mercato interno in quanto, come spesso accade per le commedie, inesportabili.

Al nono posto si difende egregiamente il delizioso Paddington che, forte di un trailer ad orologeria non manca di farsi spazio tra i film family oriented. E non è una cosa facile perché l’orsacchiotto peruviano sbarcato a Londra esce soltanto il giorno di Natale (dove debutta all’ottavo posto con 270 mila euro) e deve vedersela con il colosso Disney Big Hero 6. Guadagna una posizione a Santo Stefano, dove raddoppia gli incassi. Continua a guadagnare posizioni, segno di un passaparola positivo, nei giorni successivi, fino al quinto posto, in cui soggiorna stabile fino alla fine dell’anno. Resta  in top10 fino all’Epifania e nel mese di gennaio torna in classifica solo  durante i primi week-end, raggiungendo a fine gennaio i 4 milioni 870 mila ero. Negli U.S.A., dove era previsto a Natale, viene posticipato a metà gennaio, dove debutta dignitosamente ma senza superlativi, ma è ancora presto per trarre conclusioni. Da segnalare l’incasso della Gran Bretagna, dove supera i 50 milioni di dollari. A fine gennaio, a sfruttamento ancora incompleto, raggiunge i 200 milioni di dollari globali. Destinato, parere personale, a diventare un classico delle festività.

Il re dei cinepanettoni, Neri Parenti, abbandona la formula “Natale a…” e successiva “Colpi di…” targati Filmauro, e quindi De Laurentiis, per approdare alla Key Films, costola commerciale della Lucky Red, con Ma tu di che segno 6?.  Il cast include nomi noti al pubblico delle festività, come Massimo Boldi, Ricky Memphis, Luigi Proietti e Vincenzo Salemme, e l’idea di giocare sul grande cruccio nazional popolare dei segni zodiacali sulla carta è vincente, in linea con le aspettative del pubblico. I risultati, però, accompagnati da recensioni disastrose (ma non è una novità su prodotti del genere), sono piuttosto fiacchi. Anticipa le feste ed esce in contemporanea con Aldo, Giovanni e Giacomo l’11 dicembre, ma nel primo week-end, pur conquistando la seconda posizione, si limita a superare di poco il milione di euro in ben 451 sale. Alla seconda settimana il calo è notevole (-55% negli incassi e settimo posto) e arriva a Natale, in teoria fulcro di pellicole del genere, già ai minimi termini. Con le nuove uscite del 1° gennaio scompare praticamente di scena e alla quarta settimana è già 14esimo. A fine corsa non raggiunge i 4 milioni di euro.

Per gli altri film rimandiamo alle apposite sezioni, in quanto non esclusivamente del periodo delle feste. Aggiungiamo solo un titolo che ha anticipato di molto il Natale (è uscito il 27 novembre), senza però riuscire a raggiungere il periodo delle festività. Si tratta di Ogni maledetto Natale, proposto dalla 01 Distribution, la commedia surreale scritta e diretta dai creatori di “Boris”. Il debutto è al quarto posto con 820 mila euro in 291 sale, con una media di € 2.815 che lascia ben sperare. Calo contenuto alla seconda settimana (-32% e sesto posto nella top-10), ma terza settimana già al 10° posto, con una contrazione più consistente (-67%). Con la quarta settimana scompare praticamente di scena (resta in solo 8 sale) per lasciare posto a Il ragazzo invisibile, il titolo su cui la 01 Distribution punta per il Natale. Con una collocazione più strategica poteva ambire a numeri più elevati (complessivamente ha di poco superato i 2 milioni di euro).


ANIMAZIONE E FILM PER FAMIGLIE

01 – BIG HERO 6 – €  9.504.019

02 – I PINGUINI DI MADAGASCAR – € 7.969.829

03 – PADDINGTON – € 4.870.494

04 – DORAEMON – € 2.596.548

05 – IL MIO AMICO NANUK – € 2.207.033

06 – ASTERIX E IL REGNO DEGLI DEI – € 1.510.369

07 – UN FANTASMA PER AMICO – € 1.110.683

08 – UN AMICO MOLTO SPECIALE – € 1.009.232

09 – I CAVALIERI DELLO ZODIACO – € 662.612

10 – ITALO – € 614.215

11 – MINUSCULE, LA VALLE DELLE FORMICHE PERDUTE – € 276.554

12 – IL POSTINO PAT – € 55.525

13 – UN GATTO A PARIGI – € 28.345

I film per famiglie, come abbiamo avuto modo di sottolineare più volte, sono un business incredibile. C’è proprio fame di nuovi titoli da parte di genitori disposti a tutto pur di zittire per un paio d’ore la prole. Però occorre proporli nel modo giusto, farli arrivare attraverso i canali più appropriati, ammaliare bambini e genitori con l’abilità di un prestigiatore. Se tutto ciò avviene, e funziona, durante l’anno, figurarsi nel periodo delle feste, dove per tradizione anche chi non si muove mai di casa un’occhiata fuori dall’uscio la butta.

Il podio spetta al film Disney, Big Hero 6, di cui ci siamo occupati nella sezione dedicata ai film di Natale, così come dell’orsetto Paddington, uscito proprio il giorno di Natale.

Cominciamo quindi dalla seconda posizione, dove si piazza il film Dreamkorks. Mentre i giornali economici diffondono la notizia di problemi finanziari per la società guidata da Jeffrey Katzenberg (si parla di un riassetto che comporterà il licenziamento di 500 dipendenti), I pinguini di Madagascar dimostra la stanchezza di una formula basata su ritmo forsennato, gag a profusione, comicità demenziale e citazioni. Lo spin-off della serie “Madagascar, infatti, in patria è un vero e proprio flop: solo 81 milioni di dollari. In Italia si difende bene, ma che il nervosismo regni nell’aria lo dimostra l’anteprima fuori programma nel week-end del 22/23 novembre (anticipando, di fatto, l’uscita nelle sale di una settimana), nelle sole giornate di sabato e domenica, dove supera il milione di euro in 348 sale e si piazza al quinto posto. La sensazione è quella di “prendi i soldi e scappa”, cercando di incassare il più possibile prima che la concorrenza si faccia troppo agguerrita. Con l’uscita a tappeto in 618 schermi la settimana successiva il podio è garantito, con 2 milioni 492 mila euro. Il buon riscontro lascia presupporre ottimi risultati anche oltreoceano, invece il debutto in U.S.A. è davvero modesto,  solo 25 milioni di dollari. E nelle settimane successive non va meglio, finendo la sua corsa davvero sottotono. L’incasso globale di 350 milioni di dollari ripaga comunque il budget di 132 milioni di dollari, ma se pensiamo ai 750 milioni di dollari incassati complessivamente da Madagascar 3,

lo smacco è notevole. E non si spiega. Sì, ok, la formula è un po’ usurata, ma il brand “Madagascar” si è dimostrato piuttosto vitale e longevo e a fare da traino ci sono anche tre stagioni di cartoni per la tv con sempre i pinguini protagonisti. Se pensiamo a un altro spin-off come Il gatto con gli stivali, peraltro molto peggiore de I pinguini di Madagascar, nel 2011 ha incassato 555 milioni di dollari. Sicuramente i problemi interni alla società di sono riversati nella promozione del film che, evidentemente, ha fallito l’obiettivo di imporsi all’attenzione del pubblico nei modi più efficaci. Uno dei casi in cui a fare la differenza non è certo il film, in linea con le aspettative, ma tutto ciò che gli gravita intorno.

Ottimo il riscontro ottenuto da Doraemon che esce il 6 novembre, dopo la presentazione al festival di Roma. Molto popolare tra i bambini e chi non lo è più, o non ha mai smesso di esserlo, sia per il manga, ma soprattutto per la serie televisiva, il gatto Doraemon ha avuto varie versioni cinematografiche (ben 34, tutte inedite in sala da noi), ma la trentacinquesima, la prima in computer grafica, viene distribuita nel nostro paese grazie alla Lucky Red. Il debutto è al quarto posto, con un milione 100 mila euro in 337 sale e una buona media per sala pari a € 3.265. La seconda settimana aumentano gli schermi ma dimezza la media, e il film scende di una posizione nella classifica del week-end. L’arrivo anticipato de I pinguini di Madagascar lo penalizza; alla terza settimana, infatti, esce dalla top-10 e scende in 11esima posizione, ormai relegato solo agli spettacoli pomeridiani. Viene puntualmente riproposto nei fine settimana fino a Natale, ma ormai il grosso è fatto. In Giappone, dove è popolarissimo, esce nell’agosto del 2014 ed è il secondo film più visto dell’anno, con un incasso di 79 milioni di dollari. Viene però battuto da Frozen, per cui il Giappone dimostra di impazzire (249 i milioni di dollari incassati dal film Disney.
In Italia a scuotere le famiglie dal torpore autunnale ci pensa anche la strana coppia Roger Spottiswoode (subentrato a Hugh Hudson) e Brando Quilici che firmano Il mio amico Nanuk. L’idea è quella di fondere un film tradizionale, con una trama piuttosto semplice e caratteri elementari, con il documentario, perché il vero protagonista è l’orsetto Nanuk, rimasto senza madre in un villaggio alle porte dell’Artico. Il film viene presentato al festival di Roma e distribuito da Medusa il 13 novembre. Il suo porsi in modo trasversale, in grado di compiacere sia i grandi che i piccini (anche se più in teoria che in pratica), gli permette di conquistare nel week-end di debutto la quarta posizione, con 910 mila euro e una media per sala di € 2.733. Scende al 7° posto la settimana successiva, riducendo notevolmente anche la media per sala che passa a € 1.412, nonostante un lieve aumento delle sale che passano da 338 a 342. Segni di stanchezza già alla terza settimana, dove è 10°, con una media per sala ancora in calo (€ 1.107). Viene riproposto nei week-end a seguire negli orari pomeridiani, ma ormai il più è fatto. Per ora non è uscito in altri paesi, ma il cast internazionale (c’è anche Goran Visnjic), il target di riferimento e le tematiche universali, al di là del risultato eccessivamente basico, dovrebbero garantirgli un’ampia distribuzione.
Buono il riscontro per Asterix e il regno degli Dei, versione in computer grafica della diciassettesima storia a fumetti della serie Asterix. Risultato così così, dove a dominare sono il fracasso e l’azione piuttosto che la simpatia e il carattere dei personaggi, ma i bambini ridono e i genitori, quando distolgono lo sguardo dallo smartphone, si sentono in dovere di ridere pure loro. Esce il 15 gennaio, in concomitanza con il nostrano Italo di Alessia Scarso, che prova a inserirsi nel filone dei film con animali che riequilibrano famiglie in difficoltà. Nel match che si disputa Francia batte Italia, perché Asterix e il regno degli Dei debutta al sesto posto (671 mila euro e media per sala di € 2.047), mentre Italo si deve accontentare della nona posizione (364 mila euro e media per sala di € 1.775). Va però detto che Asterix e il regno degli Dei ha a disposizione 328 sale mentre Italo 205. Il distacco tra i due film, forse un po’ impropriamente fatti uscire in contemporanea, si acuisce nella settimana successiva, dove Asterix e il regno degli Dei resta in top-10 (nono posto e un calo moderato del 30% negli incassi), mentre Italo scende al 14° (con un calo ben più consistente, del 66%, negli incassi).
Funziona a meraviglia, invece, un film davvero modesto come Un fantasma per amico, opera tedesca in live action destinata alla prima infanzia e senza agganci per i più grandi. Esce il 30 ottobre e si propone come alternativa di Halloween per i più piccini. Il debutto è al 10° posto senza particolari clamori (429 mila euro di incasso e media non eccezionale di € 1.924), ma bisogna considerare proiezioni solo pomeridiane che, in più città, fanno il tutto esaurito. E la cosa si ripete nelle settimane a venire, dove il sabato e la domenica viene puntualmente riproposto. Considerando la specificità del target e la modestia del film, un risultato davvero discreto. In Germania, patria del film, si posiziona al 46° posto negli incassi del 2014 con 6 milioni e mezzo di dollari.
Aveva buone potenzialità, a partire dal trailer accattivante, anche Un amico molto speciale, commedia francese degli equivoci, dove un bimbo di 6 anni scambia un ladro travestito da Babbo Natale per il vero Babbo Natale. Protagonista, il quasi divo francese Tahar Rahim (lo ricorderemo soprattutto per Il profeta e lo dimenticheremo soprattutto per The Cut). L’uscita del 3 dicembre, però, colloca il film in un limbo dove l’appeal natalizio pare troppo in anticipo sui tempi e quando le feste entrano nel vivo ormai è tempo di smontarlo (una strategia analoga ha penalizzato anche il nostrano Ogni maledetto Natale). Il debutto è all’ottavo posto in 249 sale con un incasso di 367 mila euro e una media modesta di € 1.476. Già alla seconda settimana il calo è notevole (-59%) e il film scende all’11° posto. Alla terza settimana scompare praticamente di scena e resta solo in 27 sale. Torna in più sale con l’anno nuovo (61) e questo gli permette di godere di una seppure minima visibilità nel periodo più adatto e di risalire al 16° posto.
Dopo il successo oltre ogni aspettativa di Capitan Harlock, superiore ai 5 milioni di euro, la Lucky Red ci riprova con I cavalieri dello Zodiaco, ma il tentativo di concentrare i personaggi e le avventure della serie televisiva in un lungometraggio mette alla prova, e disorienta, anche i fan più accaniti. Esce l’8 gennaio, e se il week-end di debutto non brilla ma lascia comunque il segno (10° posto, 440 mila euro e media per sala di € 2.055), è il fine settimana successivo a rappresentare la vera disfatta. Perde, infatti, il 79% degli incassi e cade a perpendicolo al 16° posto, riducendo notevolmente anche la media per sala che passa a € 675. Un chiaro segnale di non gradimento. Anche in Giappone, dove esce nel giugno del 2014, non fa scintille, limitando gli incassi a poco più di 2 milioni di dollari.
Il francese Minuscule (grande successo in patria, dove incassa 10 milioni 732 mila dollari e si posiziona al 37° posto nella classifica annuale dei più visti) è uscito a fine gennaio, quindi avrà modo di imporsi a dovere nelle settimane successive.
Il Postino Pat è invece una produzione inglese, tratto da una serie televisiva indirizzata prevalentemente ai più piccini. A distribuirlo è la Moviemax che in data 12 gennaio 2015 sospende a tempo indeterminato le negoziazioni in Borsa delle proprie azioni e obbligazioni dopo avere dichiarato fallimento. Una situazione così critica dal punto di vista economico non può che incidere sul film che, pur uscendo in 77 sale nella magica data del 1° gennaio (che molto può fare ma non i miracoli, oddio per Siani sì!), senza il supporto di alcun marketing fa un buco nell’acqua. Il riscontro è infatti decisamente modesto: 18° posto, 54 mila euro di incasso e media per sala di 705 euro. Alla settimana successiva è già 24esimo.
A chiudere la classifica è Un gatto a Parigi, cartone animato d’autore del 2010, già nominato agli Oscar nel 2013 come Miglior Film d’Animazione, che incanta chi ha modo di vederlo. Pochi, purtroppo, perché fa capolino nelle sale il 18 dicembre, ma in soli 8 schermi, che diventano 18 nella settimana di Natale, per poi scendere a 13 con il nuovo anno. Difficile riuscire a intercettarlo.

I FILM DEL TRIMESTRE
DRACULA UNTOLD

DATA DI USCITA 30 OTTOBRE 2014 – INCASSO € 5.237.192

Un film su Dracula in chiave teen-ager che avvicina il principe Vlad a un supereroe? “Che Dio me ne scampi!” devono avere pensato in molti, invece, abbastanza inaspettatamente, il film è stato un discreto successo, soprattutto a livello internazionale. A decretarne l’affermazione la curiosità del target di riferimento, grazie probabilmente alla presenza di Luke Evans, già in due saghe di grande successo come “Fast & Furious” e “Lo Hobbit”. In U.S.A. non fa scintille, con poco più di 56 milioni di dollari globali, ma il resto del mondo aggiunge ben 160 milioni di dollari, consentendo al budget di 70 milioni di dollari di essere ampiamente ripagato. I risultati migliori vengono da Russia (20 milioni 812 mila dollari), Messico (13 milioni 555 mila dollari), Brasile (11 milioni 188 mila dollari) e Corea del Sud (9 milioni 816 mila dollari), ma anche l’Italia risponde con entusiasmo. L’uscita strategicamente posizionata a ridosso di Halloween ha sicuramente aiutato. Il debutto è direttamente al primo posto con 2 milioni 310 mila euro e la migliore media per sala della top20 (€ 6.640). La cosa stupisce un po’ tutti perché film in molte più sale (Confusi e felici in 463, Guardiani della galassia addirittura in 554) devono accontentarsi di numeri decisamente inferiori. La settimana successiva il fenomeno si sgonfia per lasciare spazio ai colossi Interstellar e Andiamo a quel paese, ma la solida tenuta al terzo posto, con un milione 253 mila euro, dimostra ancora interesse da parte del pubblico. Interesse che diminuisce alla terza settimana (7º posto e 558 mila euro), per poi scemare definitivamente alla quarta (16º posto e 77 mila euro). La regola delle tre settimane, relativa alla durata commerciale di un film, è perfettamente rispettata. Amen.

DATA DI USCITA 6 NOVEMBRE 2014 – INCASSO € 10.709.307

Sono pochi gli autori, quindi i registi con una poetica e uno stile riconoscibili, capaci anche di attirare le masse nelle sale. Uno di questi è sicuramente Christopher Nolan, divenuto star dopo la trilogia di Batman, ma in grado di incontrare il favore del pubblico anche senza il supporto di supereroi entrati nell’immaginario mondiale. Ne sono un esempio Inception (825 milioni di dollari di incasso globale), ma anche Interstellar, già a quota 671 milioni di dollari. È un regista che divide, che si ama o si odia, appena un suo film esce tutti diventano critici cinematografici e si creano fronti contrapposti. In rete è un dilagare di insulti, snobismi e approfondimenti da ambo le parti. Difficilmente le sue opere passano quindi nel silenzio, come in tutti i casi in cui si raggiunge il successo. E quello ottenuto da Nolan è davvero planetario. Di Interstellar si dice tutto e il contrario di tutto. Chi riscopre un senso di meraviglia che lo riconcilia con le origini del cinema, chi trova prive di logica le divagazioni scientifiche e forzato il sentimentalismo di cui il film è permeato. Comunque sia le sale si sono riempite ovunque ed è stato uno dei pochi titoli in grado di far parlare di sé in un novembre quanto mai povero di incassi. Il debutto in Italia fa deporre il peggio: 290 mila euro nel giovedì di esordio. Nel week-end ottiene la prima posizione (2 milioni 894 mila euro in 577 sale con una media buona di € 5.015), ma senza sfracelli e la concorrenza di Ficarra & Picone con Andiamo a quel paese è davvero agguerrita: seconda posizione al box-office con 2 milioni e mezzo di euro, ma meno sale a disposizione (433), e media migliore (€ 5.775). È il passaparola che probabilmente migliora le quotazioni del film. Nel corso della settimana successiva, infatti, l’andamento è crescente, sempre intorno ai 300 mila euro giornalieri, fino a un secondo week-end dove Interstellar perde il podio, a favore di La scuola più bella del mondo, ma con un calo minimale (altri 2 milioni 450 mila euro). Nei feriali, però, torna al primo posto, sempre con incassi superiori ai 300 mila euro, almeno fino all’arrivo di Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1. Sono quindi poche le settimane in cui Interstellar può esprimere le sue potenzialità e il calo alla terza settimana è più consistente (50%): un milione 241 mila euro, 4° posto e media ancora buona pari a € 2.803. Quarta settimana ancora al 5° posto, quinta al 7° e sesta, con l’arrivo dei primi film di Natale, comunque al 9°. Nel periodo delle festività aggiunge altri 400 mila euro al già consistente bottino, proponendosi come alternativa soprattutto nelle proposte dei cinema parrocchiali (non esistendo più le seconde visioni). A livello internazionale, incassa 187 milioni di dollari negli U.S.A. (notevolmente meno rispetto ai 292 milioni di dollari di Inception) e 485 milioni nel resto del mondo. È record in Cina (122 milioni di dollari) e in Corea del Sud (73 milioni e mezzo di dollari), bene la Gran Bretagna (31 milioni 400 mila dollari), la Russia (19 milioni di dollari) e l’Australia (17 milioni di dollari), mentre tra i riscontri più deboli si segnala la Spagna (5 milioni 768 mila dollari) ed è inferiore alle attese anche la Germania (9 milioni 800 mila dollari).

DATA DI USCITA 13 NOVEMBRE 2014 – INCASSO € 712.247

Un ottimo Jake Gyllenhaal, un soggetto quanto mai attuale incentrato sulle derive dell’informazione, eppure il film non decolla. Negli States contende la prima posizione, nel debutto, all’horror Ouija, in uno dei week-end più mosci dell’anno, ma alla seconda settimana è già settimo, finendo per incassare poco più di 32 milioni di dollari. Tiepidi i riscontri un po’ ovunque, con risultati inferiori al milione di dollari ad eccezione di Australia (un milione 987 mila dollari) e Gran Bretagna (4 milioni 408 mila dollari). In Italia debutta all’ottavo posto in 209 sale con 418 mila euro e una media per sala modesta (€ 1.999). Seconda settimana disastrosa con calo del 77% e discesa al 15esimo posto. Impossibile qualunque ripresa, infatti alla terza è già 29esimo. Si tratta di un low-budget (8 milioni e mezzo di dollari), quindi il totale di 38 milioni e mezzo di dollari ripaga ampiamente i costi di produzione, ma qualcosa di più si poteva pretendere. L’esclusione di Gyllenhaal dagli Oscar impedisce ogni ulteriore allungo. Se vedendo il film vi siete chiesti da dove spunta Rene Russo, dopo l’apparizione come madre di Thor nell’omonimo film, sappiate che è la moglie del regista Dan Gilroy, a sua volta fratello  di Tony Gilroy, sceneggiatore e regista. Insomma, a Hollywood, come ovunque, sono affari di famiglia.

CLOWN

DATA DI USCITA 13 NOVEMBRE 2014 – INCASSO € 1.381.037

Ci sono film che arrivano senza troppo clamore e grazie all’assenza di concorrenza (di horror in rete ne circola parecchio, ma in sala molto meno) riescono ad aprirsi varchi inaspettati. È il caso di questo film americano di John Watts, con Eli Roth tra i produttori, che riesce a ottenere numeri di tutto rispetto, grazie unicamente all’icona orrorifica che rappresenta, il clown. In Italia debutta al sesto posto in 186 sale con 664 mila euro e una media di tutto rispetto (€ 3.607), battendo ad esempio Lo sciacallo, in un numero maggiore di sale e con più frecce al suo arco. Alla settimana successiva scende al nono posto (313 mila euro e media per sala di € 1.808), ma resiste in top10. La caduta è alla terza settimana, dove raggiunge il 15esimo posto a causa anche di una drastica riduzione delle sale che passano a 69, azzerando le potenzialità che l’opera aveva dimostrato. Non è ancora uscito in altri paesi e in Gran Bretagna arriverà direttamente in DVD a marzo 2015. Carino l’aneddoto alla base del film. Pare che John Watts abbia messo su youtube un finto trailer dicendo che si trattava del nuovo film di Eli Roth il quale, vedendolo, è rimasto talmente colpito da decidere di produrlo per davvero. Da farci un film!

HUNGER GAMES – IL CANTO DELLA RIVOLTA: PARTE 1

DATA DI USCITA 20 NOVEMBRE 2014 – INCASSO € 8.904.261

Il primo ha conquistato l’America, il secondo il mondo intero. Con il terzo capitolo, tratto dalla fortunata saga di Suzanne Collins, l’obiettivo è consolidare. Obiettivo non così scontato, perché è vero che “Hunger Games” è un brand ormai riconoscibile, e Jennifer Lawrence una star grazie a un innegabile talento (ma anche a una notevole fortuna, va detto), però suddividere l’ultimo capitolo della trilogia in due film, un po’ come è successo per la saga de “Lo Hobbit”, ha una pura valenza commerciale: raddoppiare a costo zero gli incassi. Se con un minimo di empatia si possono comprendere le ragioni degli executive della Lions Gate, passare dalla teoria alla pratica non è così facile, anche considerando che si tratta di un film di transito, che quindi non finisce e rinnova l’appuntamento tra un anno. Il risultato è quindi miliardario ma riuscito solo in parte. Se i numeri sono confortanti, le critiche parlano di eterna premessa contornata da sbadigli. Negli U.S.A., dove i primi due film hanno superato di slancio i 400 milioni di dollari, il terzo capitolo si ferma a 335 milioni di dollari, e anche a livello mondiale si passa dagli 865 milioni di dollari di La ragazza di fuoco a 750 milioni di dollari (e a incidere non è solo il calo del mercato americano). Cifre di sicuro rassicuranti, ma il trend segna comunque una flessione considerevole. Non in Italia, però, dove il brand è addirittura in crescita: dai 3 milioni di euro del primo film si è passati agli otto milioni di euro del secondo e ai quasi nove del terzo. 

SCEMO & + SCEMO 2

DATA DI USCITA 3 DICEMBRE 2014 – INCASSO € 2.634.752

Sono passati 20 anni dal primo Scemo & + Scemo. Operazione rischiosa tornare sulla scena. I fan di allora (127 milioni di dollari in U.S.A. e altri 120 milioni dal resto del mondo) sono chissà dove, i fratelli Farrelly non imbroccano un grande successo da almeno due lustri, il mito di Jim Carrey si è appannato e agganciare le nuove generazioni se hai più del triplo della loro età non è così semplice. L’operazione si può dire commercialmente riuscita: budget 40 milioni di dollari, 86 milioni di dollari incassati negli States e altri 80 nei mercati extra-americani. La critica stronca, ora anche + di allora. Uno di quei film di cui non si sentiva certo la necessità ma che svolge perfettamente la sua funzione esclusivamente commerciale. L’Italia non si tira indietro. Il debutto è al terzo posto con un milione 365 mila euro e una media per sala discreta (€ 3.304), discesa in quinta posizione alla seconda settimana (netto calo della media che passa a € 1.373) e terza a picco al 22° posto. Un vero record dell’effimero: alla terza settimana, da un debutto in 413 schermi, resta in soli 17. Impossibile intercettarlo.

DATA DI USCITA 3 DICEMBRE 2014 – INCASSO € 3.677.332

Arriva puntuale, prima delle festività, Woody Allen. Il precedente Blue Jasmine ha consacrato il talento di Cate Blanchett (secondo Oscar) e fatto parlare di rinascita artistica per il prolifico artista newyorchese, ma nel nostro paese ha segnato una battuta d’arresto. Tra gli ultimi film di Woody Allen è infatti quello con il minore incasso (3 milioni 725 mila euro). Magic in the Moonlight segue la scia e pur debuttando ottimamente (2° posto, un milione 450 mila euro di incasso e media per sala più che incoraggiante di € 3.662), non si dimostra abbastanza solido nelle settimane successive: calo del 47% alla seconda e addirittura dell’82% alla terza, dove perde ben 329 schermi a favore de Lo Hobbit – la battaglia delle cinque armate, altro titolo Warner, ma di punta, del periodo, che sbarca in ben 646 schermi. Scelta che non permette al film di esprimere al meglio le innegabili potenzialità. Moscio anche il riscontro internazionale: 10 milioni 540 mila dollari in U.S.A. e altri 21 milioni 800 mila dollari dal resto del mondo, per un totale di 32 milioni 340 mila dollari, decisamente lontani dai 97 milioni e mezzo di dollari del precedente Blue Jasmine. America a parte, meglio dell’Italia ha fatto solo la Francia, con 7 milioni 216 mila dollari. Sarà diversa l’accoglienza per il prossimo film, ancora senza titolo ma già in post-produzione, sempre con Emma Stone (nuova musa del regista) e Joaquin Phoenix? Lo aspettiamo al varco. Sarà Cannes o Venezia?

DATA DI USCITA 1 GENNAIO 2015 – INCASSO € 7.470.354

The Imitation Game beneficia dell’uscita del 1º gennaio e, a differenza di American Sniper, non parte subito col botto, ma nella giornata di esordio conquista il quinto posto con 416 mila euro. La sua forza è nel passaparola, positivo, e nelle otto candidature agli Oscar che lo catapultano nel novero dei film da vedere. Un interesse che non si concentra in poche giornate, ma si spalma nel periodo di attesa. Lo dimostra il suo andamento costante: prima settimana al quarto posto (un milione 666 mila euro in 264 sale con una media per schermo di ben € 6.311); seconda settimana in salita al terzo posto (un milione 362 mila euro in 318 sale con una media per schermo di € 4.284, in calo ma piuttosto buona); terza settimana al quinto posto (un milione 271 mila euro in 338 sale con una media di € 3.760, ancora in calo ma sempre buona). Fino all’uscita di Exodus nei feriali non molla il terzo posto, dimostrando un andamento trasversale in grado di accontentare sia il pubblico più generalista, che generalmente affolla le sale nei week-end, che quello che frequenta le sale durante la settimana. La  Weinstein Company, rimasta a bocca asciutta ai Golden Globes, si consola con incassi soddisfacenti in tutto il mondo. A sfruttamento in pieno corso i milioni di dollari raccolti sono già 158, di cui la metà negli U.S.A. e 25 in Gran Bretagna. Tutto ciò nonostante un poster, di cui sono state tappezzate le città, piuttosto brutto, con il titolo scritto in basso, in piccolo, e il contesto (il protagonista con, sullo sfondo, la “sua” macchina) decisamente poco riconoscibile.

DATA DI USCITA 8 GENNAIO 2015 – INCASSO € 2.014.543

È uno dei titoli più redditizi della stagione. A fronte di un costo di 5 milioni di dollari ne ha incassati globalmente quasi 100, di cui poco più della metà negli U.S.A. Un ritorno inimmaginabile per un film stroncato unanimemente dalla critica e con un basso gradimento anche da parte del pubblico. Eppure l’horror, se lanciato con mirabile strategia, riesce ancora a illudere e a fare proseliti. Evidentemente l’idea di un film americano incentrato sulla famosa tavoletta utilizzata per le sedute spiritiche è stata sufficientemente a suggerire brividi. Anche l’Italia si accoda alle promesse non mantenute e nel week-end di debutto si piazza al 4° posto, superando il milione di euro e ottenendo una media di tutto rispetto (€ 4.163) nelle 243 sale in cui proiettato. Alla seconda settimana il calo è del 53% (7° posto) e alla terza scende di un ulteriore 74% (13esima posizione). Il passaparola non lo ha certo premiato, ma ciò non gli ha impedito di fare in pochi giorni un bottino che opere decisamente più riuscite si limitano a sognare.

DATA DI USCITA 15 GENNAIO 2015 – INCASSO € 4.235.847

Nel filone dei biopic, pre e pro Oscar, si inserisce anche il film di James Marsh sulla vita del celebre astrofisico e cosmologo Stephen Hawking. Il Golden Globe a Eddie Redmayne come Migliore Attore in un film drammatico (ha vinto anche quello per la Migliore colonna sonora originale a Jóhann Jóhannsson) aiuta la pellicola a imporsi all’attenzione del pubblico che in Italia si dimostra subito interessato. Debutto al terzo posto con un milione 391 mila euro in 308 schermi. La media per sala di € 4.517 è molto buona e lascia presagire una scia lunga. La conferma arriva la seconda, dove il film aggiunge 52 schermi e perde solo il 12%. La strada per gli Oscar è ancora in corso e lastricata di incertezze, ma il film dimostra basi commerciali piuttosto solide. Negli U.S.A. la politica dei piccoli passi è salutata da un buon debutto (una media di 41 mila 753 dollari in cinque sale) che prosegue con progressiva aggiunta di schermi fino a coprirne 1.220, ma anche in questo caso la corsa agli Oscar gli consentirà ulteriore spazio e visibilità. In Ogni caso i 15 milioni di budget, con un incasso worldwide a sfruttamento ancora ben lungi dal terminare di 98 milioni di dollari, sono già stati ampiamente ripagati e l’operazione si può definire commercialmente un successo.

DATA DI USCITA 15 GENNAIO 2015 – INCASSO € 5.735.420

Il kolossal biblico, dopo il successo di Noah, che però non è stato particolarmente apprezzato, si sta imponendo come nuovo genere acchiappapubblico. La rivisitazione della storia di Mosè permette a Ridley Scott di tornare al genere peplum dopo la parentesi, invero poco apprezzata ma piuttosto riuscita, di The Counselor – Il procuratore. L’epica annunciata dal trailer si prefigge come scopo principale quello di attirare le masse. Obiettivo solo in parte raggiunto. Se i mercati extra-americani, infatti, rispondono all’appello (200 milioni di dollari), a fare la differenza è la mancanza di slancio del pubblico U.S.A. che risponde con moderazione, mancando, e di parecchio, lo spartiacque dei 100 milioni di dollari (per ora siamo a 65 milioni). L’Italia partecipa all’evento ma, per dire, nel giovedì di debutto fa meglio American Sniper con 228 mila euro contro i 218 mila del film di Scott, che beneficia anche dell’assurdo sovrapprezzo per il 3D. Il week-end è comunque di Exodus che, grazie alla modesta affermazione delle due commedie italiane lanciate a fine gennaio (Sei mai stata sulla luna? e Il nome del figlio), mantiene il podio anche alla seconda settimana di programmazione, pur perdendo il 42% degli incassi. Nel complesso non certo un flop, ma nemmeno il successo che si presumeva dato il talento delle parti coinvolte (il protagonista è pur sempre Christian Bale) e il budget “generoso” (140 milioni di dollari).


I FLOP

UNA FOLLE PASSIONE

DATA DI USCITA 30 OTTOBRE 2014 – INCASSO € 608.519

Jennifer Lawrence finora non ne aveva sbagliata una: un Oscar, tre candidature, il gancio di saghe miliardarie (“X-Men” e “Hunger Games”), ma stavolta il botteghino non le dà ragione. Il legame con Susanne Bier e il terzo connubio con Bradley Cooper, dopo Il lato positivo e American Hustle (girato dopo ma uscito prima), produce infatti risultati fallimentari. Girato nel 2012 è incappato in problemi distributivi che hanno posticipato l’uscita in U.S.A., prevista, dopo vari rinvii, per il 27 marzo 2015, saltando quindi la stagione degli Oscar. Pare che dietro a questa scelta si celi, stando a quanto rivela Hollywood Reporter, la decisione del distributore americano Magnolia (subentrato dopo più illustri rifiuti) di rimettere mano al montaggio finale, ritenuto insoddisfacente. Dopo la premiere al London Film Festival del 13 ottobre il film ha avuto una distribuzione internazionale piuttosto limitata e con risultati assai modesti, intorno ai 3 milioni e mezzo di dollari, massima punta in Russia con un milione 400 mila dollari. In Italia debutta all’undicesimo posto grazie alla Eagle Pictures che tasta il terreno in 167 sale. Riscontro poco incoraggiante (213 mila euro), con una media per sala di € 1.277 che segna il destino del film. Alla settimana successiva, infatti, le sale si ridimensionano (68), così come la posizione al box-office (15esima), mentre la media per sale si impenna (€ 1.848), a dimostrazione di un passaparola non penalizzante. Posizione quasi invariata alla terza settimana (16esima), ma non sono previsti ulteriori allunghi. Vedremo se il mercato americano riuscire a cambiare le sorti del film, ma pareggiare i 30 milioni di dollari di budget sarà molto difficile. Anche per Jennifer Lawrence.

WORDS AND PICTURES

DATA DI USCITA 13 NOVEMBRE 2014 – INCASSO € 71.660

Lo scontro tra immagini e parole nelle baruffe amorose tra due insegnanti, ovviamente di letteratura e arte. Il soggetto aveva potenzialità, non di attirare le masse forse, ma di imporsi trasversalmente, invece, nonostante due protagonisti famosi (Clive Owen e Juliette Binoche) e un regista ondivago ma stimolante (Fred Schepisi), il film è stato ignorato. Negli U.S.A. uscita limitata in 216 sale e incasso di 2 milioni 171 mila dollari. Il resto del mondo aggiunge solo un milione 175 mila dollari. In Italia debutta timidamente in 56 schermi piazzandosi al 20° posto, con una media piuttosto bassa di € 1.019. Alla seconda settimana scompare praticamente di scena ed è 44° in sette sale. Un po’ di marketing avrebbe sicuramente aiutato, così come la traduzione del titolo in italiano, considerando che il target primario non erano certo i teen-ager ma il pubblico agée, che se legge “vordsenpicturs” passa subito al titolo successivo.

DATA DI USCITA 1 GENNAIO 2015 – INCASSO € 2.746.748

Anche Tim Burton esce nella magica data del 1º gennaio, ma per Big Eyes il percorso è molto diverso rispetto agli altri titoli con cui condivide il debutto. Nel giorno di esordio è nono, nel primo week-end ottavo, con un milione 114 mila euro in 281 schermi e una media per sala piuttosto buona pari a € 3.965. Nel week-end successivo, sale di una posizione ma dimezza gli incassi e alla terza settimana è già 14esimo. Non hanno aiutato le tiepide recensioni, ma soprattutto l’aura di flop proveniente dagli Stati Uniti, dove il tonfo è stato particolarmente eclatante. Esce infatti il giorno di Natale e nel primo week-end in 1.307 schermi incassa solo 3 milioni di euro, con una media per sala sconsolante di 2.297 dollari. La seconda settimana aumentano un po’ gli schermi ma il risultato è ancora più basso. La vittoria del Golden Globe sembra aprire ad Amy Adams le porte degli Oscar, ma al premio della stampa estera non segue la candidatura, anzi, il film è totalmente snobbato. Continuerà a uscire in tutto il mondo fino al 23 aprile 2015, in cui la distribuzione in Germania terminerà il suo cammino nelle sale, ma con un incasso globale di 22 milioni di dollari, considerando il budget piuttosto modesto di circa 10 milioni di dollari, è già in attivo. Resta comunque un mezzo passo falso nella carriera, in calare, di un autore celeberrimo. Che dire: tutti invecchiamo.


L’EXPLOIT 1

AMERICAN SNIPER

DATA DI USCITA 1 GENNAIO 2015 – INCASSO € 17.883.591

American Sniper di Clint Eastwood ha il potere di mettere d’accordo, se non tutti, comunque molti. Il regista adotta infatti uno sguardo piuttosto mellifluo nei confronti del più famoso cecchino d’America, evitando di prendere una posizione netta. Il classico colpo al cerchio e alla botte. A una visione di pancia, ognuno pare quindi trovare conferma dei propri valori e pensieri: i più reazionari vedranno con entusiasmo la celebrazione di patria e famiglia, i meno reazionari troveranno un punto di vista non giudicante che scandaglia l’uomo dietro la maschera del soldato. Diretta conseguenza: quasi 18 milioni di euro in Italia, primo paese al mondo in cui è stato distribuito, e, negli U.S.A., debutto record a metà gennaio con quasi 90 milioni di dollari, che a fine mese sono già 250 milioni. Poi, se non bastasse, pure 6 candidature agli Oscar. E tutti a casa felici e contenti, con il proprio film nella testa…che non è detto corrisponda a quello diretto da quella volpe del vecchio Clint.


 
L’EXPLOIT 2

IL SALE DELLA TERRA

DATA DI USCITA 23 OTTOBRE 2014 – INCASSO € 1.704.715

L’incontro tra il regista Wim Wenders e il fotografo Sebastião Salgado, attraverso un documentario che ne ripercorre la straordinaria carriera, sembrava destinato a un pubblico di nicchia. Invece il risultato supera ogni più rosea aspettativa e dimostra la forza di un cinema personale ma in grado di parlare a molti. Officine Ubu lo distribuisce in 37 sale e al debutto si posiziona 15esimo (108 mila euro), con una buona media per schermo pari a € 2.912. La seconda settimana le sale diventano 48 e il film risale la classifica raggiungendo il 13esimo posto (152 mila euro), migliorando anche la media che passa a € 3.177. Stabile alla terza settimana, dove le sale diventano 51, e stabile anche la media (€3.026), a dimostrazione di un interesse che non si placa. Con la quarta settimana le sale aumentano ancora (74) e il film si mantiene saldo al 13esimo posto, con una media ancora buona (€ 2.485). Passa al dodicesimo posto alla quinta e alla sesta settimana e, con l’arrivo di dicembre, perde qualche posizione. Alla settima settimana scende al 17esimo posto, ma la media è ancora discreta (€ 1.646 in 56 sale). Ottava settimana in salita (15esima posizione), ma media per sala in calo (€ 1.158), e nona al 17° posto, grazie al sostegno di 15 sale. Settimana di Natale al 18° posto e prima volta fuori dalla top-20 all’11esima settimana, dove scende al 22° posto (resta in sole 13 sale). Passa al 23° posto alla 12esima settimana, posizione che mantiene anche alla 13esima settimana, per poi scendere al 15° posto alla successiva. Una politica dei piccoli passi quella adottata da Officine Ubu che, grazie anche alla risposta costante del pubblico, ha permesso al documentario di raggiungere risultati impensabili, superiori al precedente Pina (un milione 260 mila euro) che aveva goduto di una promozione maggiore e del sovrapprezzo per il 3D. La nomination agli Oscar gli regala nuova visibilità e gli consentirà ulteriori allunghi. Un vero record per un film che non è mai stato in top-10.


IL SUPERFLUO

COME AMMAZZARE IL CAPO 2

DATA DI USCITA 8 GENNAIO 2015 – INCASSO € 1.673.527

Il primo film ha incassato globalmente 210 milioni di dollari (budget 35 milioni di dollari), di cui 177 negli Stati Uniti. Nulla, se non l’ottimo rapporto costi/benefici, lasciava presagire un sequel. Il budget aumenta lievemente (42 milioni di dollari), arriva anche Christoph Waltz, le recensioni lo bocciano sonoramente e il pubblico non si scapicolla nelle sale. Risultato: 107 milioni di dollari (che comunque ripagano il budget), di cui 55 milioni dal mercato americano. In Italia il primo capitolo aveva incassato 2 milioni 215 mila euro, mentre il secondo un po’ meno. Il debutto è sottotono, al quinto posto con 820 mila euro in 310 sale e il calo la seconda settimana è del 48%, all’ottavo posto. Alla terza è già 15esimo, pronto per l’home video.


NON CE NE SIAMO ACCORTI

THE WATER DIVINER

DATA DI USCITA 8 GENNAIO 2015 – INCASSO € 1.018.020

Sarà che in America uscirà a fine aprile, oppure che il soggetto lascia presagire un polpettone un po’ trito, o che non si è puntato molto sul fatto che Russell Crowe è sia regista che interprete, oppure che in Italia esce in un periodo di grandi successi commerciali e trovare uno spazio di attenzione non è così semplice, sta di fatto che il debutto alla regia della star neo-zelandese passa nell’indifferenza, senza che molti sentano il bisogno di andare oltre il poster con il suo volto pacioccone e rassicurante. Il debutto in Italia è all’ottavo posto in 204 sale, con 526 mila euro e una media dignitosa di € 2.579. Alla seconda settimana, però, gli incassi calano del 57% e il film scende già in 12esima posizione, con una media per sala dimezzata. Terza settimana con ulteriore calo del 63% e caduta a perpendicolo al 19º posto. Grande successo, invece, in Australia, con un incasso di 11 milioni 174 mila dollari. Del resto il film, oltre a essere interpretato e diretto da una star degli antipodi, tratta anche della sanguinosa battaglia di Gallipoli durante la Prima Geurra Mondiale, in cui molti australiani persero la vita. Agli AACTA Award, una sorta di Oscar australiani, ha vinto come Miglior Film ex aequo con The Babadook e sono stati premiati anche Yılmaz Erdoğan, come Miglior attore non protagonista, e Tess Schofield per i costumi.


ITALIA

A dominare, anche nel secondo trimestre della stagione, tranne qualche rara e preziosa eccezione, è sempre la commedia, genere che viene spremuto all’inverosimile. Il rischio, ormai non più circoscritto, è quello di creare una progressiva disaffezione attraverso prodotti indistinguibili l’uno dall’altro, con cast e regie anonime nel loro avvicendarsi alla ricerca della gag giusta. I risultati ci sono, ma ci si domanda se il pubblico continui ad accorrere, seppure con progressiva moderazione, perché trova ciò che vuole o perché non ci sono alternative. Il successo inaspettato e con numeri da blockbuster di Il giovane favoloso è, in questo senso, un segnale non da poco. Osare, quindi, si può. Intanto nel 2014 è scesa la quota di mercato del cinema italiano, che è passata dal 30,17% al 27,08% nelle presenze e dal 29,73% al 26,61% negli incassi.

Confusi e felici, di Massimiliano Bruno, è la prima delle commedie italiane a uscire in rapida sequenza a partire dal 30 ottobre. Ed è quella di minore successo. Si fatica a inquadrare il film, sarà che poster, cast, soggetto, trailer, faticano a imprimersi nella memoria e rimandano ad altri titoli affini. La sensazione è di avere già visto il film prima ancora di varcare la soglia del cinema, rendendone quindi inutile la visione. Il debutto è in 463 sale al secondo posto, con un milione 624 mila euro, dietro a Dracula Untold, in molti meno schermi (348). Seconda settimana già al quinto posto e terza al nono. Alla quarta è in 14esima posizione. Bottino finale di 3 milioni 850 mila euro.
Sono soprattutto i siciliani Ficarra & Picone a dominare la scena nel mese di novembre. Con Andiamo a quel paese ottengono il loro maggiore successo commerciale, quasi 8 milioni di euro. Beniamini del pubblico lo sono sempre stati a partire da Il 7 e l’8 nel 2006 (7 milioni 730 mila), poi con La matassa nel 2009 (7 milioni 564 mila), ma il 2011, con Anche se è amore non si vede, li ha visti un po’ arretrare (6 milioni di euro). Con Andiamo a quel paese, invece, il successo è nazional-popolare, al sud ma non solo. Il film nel week-end di debutto contende il podio a Interstellar, che però ha 577 schermi contro i 433 di Ficarra & Picone, che conquistano la migliore media per sala della top-20 (€ 5.775). Alla seconda settimana scendono al terzo posto, ma la media per sala è ancora buona (€ 4.552). Il calo comincia alla terza settimana, dove planano in sesta posizione. Restano in top-10 per cinque settimane ed è soprattutto l’arrivo dei film natalizi a farli uscire di scena. Probabilmente avrebbero potuto raggiungere numeri anche più alti se meno compressi dal ritmo frenetico delle nuove uscite.
Si difende bene anche La scuola più bella del mondo, di Luca Miniero, con Christian De Sica in fuga dal cinepanettone. Il debutto, una settimana dopo Ficarra & Picone, è direttamente al primo posto, con 2 milioni 494 mila euro e un’ottima media per sala (€ 4.843) in ben 515 schermi. Quattro settimane in top-10, poi la discesa a perpendicolo al 17° posto, per un incasso finale di circa 6 milioni di euro. C’è molta aspettativa anche nei confronti di Scusate se esisto!, dal 20 novembre, di Riccardo Milani e con le star nostrane Paola Cortellesi e Raoul Bova. Anche la critica, generalmente impietosa con la commedia popolare, non stronca, ma il pubblico, al ritmo di una commedia alla settimana, non tiene il passo. Il primo week-end è al 2° posto, con un milione 570 mila euro e una media discreta (€ 3.711), dietro al ciclone Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte I che monopolizza, come da previsioni, il box-office. Il passaparola, però, premia Scusate se esisto!. Alla seconda settimana, infatti, mentre Katniss perde il 59% degli incassi, il film di Milani ha un calo minimale del 14% e anche alla terza settimana non molla la presa (4° posto e calo del 39%). Per quattro settimane resta in top-10, ma è alla quinta che scompare praticamente dalla programmazione, per lasciare spazio a Il ragazzo invisibile, altro titolo 01 Distribution. Anche in questo caso, nonostante i 5 milioni e mezzo di euro incassati, il sentore che il film non abbia espresso appieno il suo potenziale commerciale resta.
Uscendo dal fronte commedie (quelle di Natale sono analizzate nell’apposita sezione), colpisce il successo di torneranno i prati di Ermanno Olmi che prosegue il suo cammino di autore ambientando sull’Altopiano di Asiago, dove vive, un inno poetico e commovente alla memoria. Il suo è un cinema molto personale, difficilmente in grado di trovare spazio tra i popcorn e le esplosioni dei multiplex, ma ciò non gli ha impedito di conquistare il pubblico italiano. Esce il 6 novembre in 107 schermi e nel primo week-end incassa 374 mila euro, con una buona media per sala di € 3.492. Alla settimana successiva, visto il buon esito, gli schermi aumentano (136), ma incasso (299 mila euro) e media per sala (€ 2.199) diminuiscono. Continua ancora per qualche settimana una marcia nelle retrovie, lenta ma costante, che gli consente di ottenere un risultato di tutto rispetto di un milione 341 mila euro. Durante gli infrasettimanali, trattandosi di opera svincolata dai grandi afflussi del week-end, fa capolino in qualche giornata in top-10.
Va meno bene a Hungry Hearts di Saverio Costanzo, opera anomala nel panorama nazionale, ambientata negli States, con un cast che affianca una star nostrana, abbonata al cinema d’autore (Alba Rohrwacher), con una futura star d’oltreoceano (Adam Driver), per un film che non è, miracolosamente, una commedia, ma finisce per assumere i contorni di un horror dei sentimenti. Nonostante il premio ai due attori al Festival di Venezia 2014, i tentativi di dibattito suggeriti da vari tabloid (la maternità, l’alimentazione e bla bla bla) e il bellissimo poster, la curiosità suscitata dal film è piuttosto contenuta: debutta il 15 gennaio e nel primo week-end è 11esimo, con un incasso di 231 mila euro in 109 schermi (media non eccelsa di € 2.117). Seconda settimana al 16º posto, con un calo consistente negli incassi (-57%) e il dimezzamento della media per sala. Terza settimana già al 20º posto, con solo 32 sale a disposizione e l’impossibilità di ulteriori allunghi. Un incasso di 447 mila è comunque un po’ pochino.

IL D’ESSAI
Lontano dai multiplex, in cui comunque non farebbe incassi significativi (qualche tentativo è stato fatto, ma sarebbe interessante perseverare), il cinema d’essai è diventato il pilastro delle monosale cittadine. Considerando, come da statistica Cinetel, che l’incidenza percentuale delle monosale sul totale degli incassi è dell’8,64%, non si parla di incassi enormi, ma di numeri significativi per la diffusione di film non per forza popolari che altrimenti non avrebbero modo di incontrare il loro pubblico. Qualche eccezione c’è, Il giovane favoloso ha dato grande soddisfazioni (6 milioni 207 mila euro), ma è abbastanza difficile per un film d’essai (definizione molto ambigua, in base a quanto stabilito dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo è definito d’essai anche Transcendence) ottenere incassi significativi, perché la sua distribuzione, e si presume l’interesse suscitato, sono considerati per lo più di nicchia, destinati a un pubblico selezionato, in cerca di altro rispetto all’omologazione imperante.

In questo trimestre nessun risultato di rilievo nonostante i tanti film, piccoli e meno piccoli, che hanno avuto una distribuzione nei circuiti d’essai. Sono pochi i titoli in grado di raggiungere o superare il milione di euro. I tre più significativi, usciti durante le festività natalizie, sono PrideJimmy’s Hall e Storie Pazzesche.

Pride, di Matthew Warchus, è distribuito da Teodora che adotta una strategia applicata con successo in precedenza ad altre pellicole (Moliere in biciclettaIl giardino di limoniIrina Palm): non invadere subito il mercato con un numero rilevante di copie ma applicare una politica di piccoli passi. Determinante la scelta delle piazze giuste e la media per sala del primo week-end, in base a cui si costruisce la strategia successiva. Un modo vincente per porre solide basi a una lunga tenitura. Un po’ come succede negli U.S.A. per i film di nicchia ma non troppo, che escono prima a New York e Los Angeles, piazze più disponibili ad accogliere novità ed eccentricità. Nel primo week-end (esce l’11 dicembre) Pride esce in 29 copie e si piazza al 12° posto del box-office. La media per sala, però, di € 4.634, è la migliore del week-end dopo Aldo, Giovanni e Giacomo che dominano la classifica. Durante le feste il film arriva ad essere distribuito in un’ottantina di schermi e a entrare in top-10 e, dato importante e affatto banale, resiste in top-20 per quasi tutto il mese di gennaio, con medie per sala significative. Dato a fine gennaio: un milione 440 mila euro. In Gran Bretagna ha incassato 6 milioni 332 mila dollari, negli U.S.A., dove è uscito solo in 124 sale, un milione 450 mila dollari. A favore del film anche il brillante ed esplosivo contrasto alla base della storia vera raccontata: l’incontro, nel 1984 in piena era Thatcher, tra i minatori scioperanti di un piccolo villaggio del Galles e gli appartenenti al Movimento Gay e Lesbiche, che decidono di sostenerne la causa.

Jimmy’s Hall appartiene al genere Ken Loach che, ormai, è, appunto, un genere a sé. Ci immaginiamo sindacalisti integerrimi, torti e ragioni conflittualmente esposti, solida drammaturgia, realismo nella messa in scena e sguardo dal basso. Con l’ultima opera, presentata in concorso a Cannes, il regista britannico si sofferma sulla figura di un attivista socialista irlandese realmente esistito. La Bim lo distribuisce a partire dal 18 dicembre. Nel primo week-end debutta al nono posto in 77 sale, con una media di € 2.006, posizione che mantiene nel week-end natalizio dove aumentano gli schermi (104) e migliora notevolmente la media per sala (€ 3.658). Con le nuove uscite del 1° gennaio perde schermi e terreno, ma si mantiene in top-20 fino a metà gennaio, arrivando alla fine del mese con un incasso di un milione 65 mila euro, superiore a quello ottenuto in patria dove si è fermato a 835 mila dollari. Solo la Francia fa meglio dell’Italia, con un milione 560 mila dollari.

Sempre nel periodo natalizio arriva Storie pazzesche che esplora il confine sottile tra ragione e follia con uno stile caustico e irriverente, capace, al di là delle allegorie esibite nel corso degli episodi in cui è suddiviso, di andare alle radici di un malessere contemporaneo. Lo distribuisce dall’11 dicembre la Lucky Red, supportandolo con un trailer accattivante che crea un po’ di ambiguità circa la provenienza geografica e artistica dell’opera. Alzi la mano chi, vedendolo, non ha pensato a un film spagnolo di Pedro Almodóvar, mentre in realtà si tratta di un film argentino di Damián Szifrón, Almodóvar è solo produttore. Il debutto nel primo week-end è al settimo posto con 243 mila euro in 100 sale. Calo del 54% alla seconda settimana dove passa al 12° posto, riducendo incassi (€ 116 mila), sale (84) e media per schermo (€ 1.382). Posizione che mantiene nel week-end natalizio in cui, a parità di schermi, incrementa notevolmente incassi (€ 216.290) e media (€ 3.380). Con gennaio riduce le sale a disposizione, ma resiste in top-20 fine alla metà inoltrata del mese. A fine gennaio sfiora il milione di euro di incasso. In Argentina è il film più visto del 2014 (17 milioni 400 mila dollari), in Spagna ha superato i 4 milioni di dollari e la presenza nella rosa dei cinque candidati come Migliore Film Straniero alla prossima edizione degli Oscar gli consentirà sicuramente ulteriore visibilità.

Si ferma invece a circa 900 mila euro Due giorni, una notte, l’opera dei fratelli Dardenne presentata in concorso a Cannes. ll film ha abbastanza diviso la critica, ma tutti sono d’accordo sull’interpretazione di Marion Cotillard, anche in corsa per l’Oscar come Migliore Attrice Protagonista. La Bim lo distribuisce a partire dal 13 novembre, ma solo in dieci schermi e neanche in tutte le città capozona. È solo 18esimo in classifica, ma ha la migliore media per sala della top-20, ben € 6.909. Alla seconda settimana raggiunge 112 schermi ed entra in top-10 all’ottavo posto, ma la media si ridimensiona (€ 2.807). La terza settimana è all’11esimo posto e con dicembre è ormai fuori dall’interesse del pubblico (20° posto e media per sala scesa a € 1.040). Nel week-end natalizio è in 29esima posizione, ma siamo alla settima settimana e il film è rimasto solo in quattro schermi, con una media di € 1.374. In Francia esce in concomitanza con il festival di Cannes e debutta al quarto posto in 310 schermi arrivando a incassare, a fine sfruttamento, circa 3 milioni e mezzo di dollari. In U.S.A. ha avuto un’uscita limitata a 64 schermi e si è fermato a 611 mila dollari, ma è uscito a Natale e la candidatura della Cotillard potrebbe allungargli la strada. Globalmente ha finora incassato poco più di 6 milioni di dollari. I 7 milioni di euro di budget sono ancora lontani ma, visti i riflettori accesi sul film, nulla è perduto.

Tra gli altri titoli d’essai, l’unico a imporsi all’attenzione del pubblico, con un incasso superiore ai 500 mila euro è Mommy, il primo film del talentuoso enfant prodige Xavier Dolan a essere distribuito nel nostro paese. Decisivo, sicuramente, il premio della Giuria ricevuto a Cannes.  Esce in 44 schermi, grazie alla Good Film, a partire dal 4 dicembre e conquista la 16esima posizione, quasi 100 mila euro di incasso con una discreta media per sala (€ 2.193). Gli schermi aumentano nella seconda settimana e passano a 61, la media per sala ha una contrazione (€ 1.452), ma migliora la posizione in classifica (13esima). Brusco calo di schermi alla terza settimana (resta in 20 sale), ma scende di una sola posizione nel box-office settimanale. Nel week-end di Natale resta in 16 schermi, ma si mantiene 15esimo grazie a una ottima media per sala (€ 3.198). Con l’anno nuovo resta in una manciata di schermi, ma la media continua a premiarlo, segno di un interesse del pubblico che non si placa.

Delude invece St. Vincent, che si proponeva come alternativa ai colossi natalizi, ma l’uscita il 18 dicembre non lo premia, perché le 112 sale in cui la Eagle Pictures lo distribuisce non sono sufficienti a farlo entrare in top-10. Nel primo week-end non va oltre il 13° posto, con una media per sala pessima di € 674. Per dire, Jimmy’s Hall, in soli 77 schermi, conquista la nona posizione. Raddoppia la media nel week-end natalizio, ma scende ulteriormente in classifica raggiungendo il 14° posto. Con l’anno nuovo scompare praticamente di scena restando in 19 schermi e arenandosi al 27° posto, con una media per sala ancora una volta pessima (€ 472). Moderato successo solo negli U.S.A. (44 milioni di dollari), mentre negli altri mercati raccoglie appena 8 milioni 900 mila dollari, con picchi significativi solo in Australia (due milioni e mezzo di dollari). Il mancato Golden Globe a Bill Murray e l’assenza di candidature agli Oscar ne determinano la fine commerciale. I circa 13 milioni di dollari di budget sono comunque ampiamente ripagati.

Tra i 200 e i 300 mila euro, poi, gli incassi di film di cui si è parlato parecchio, ma che non sono riusciti ad aprirsi un varco nell’interesse del pubblico, nonostante l’alto potenziale: Ritorno a L’Avana, di Laurent Cantet, esce il 30 ottobre in 64 sale, ma la media è subito modesta (€ 1.726) e la seconda settimana le sale sono già dimezzate. Tre cuori, di Benoît Jacquot, con Charlotte Gainsbourg, Benoît Poelvoorde, Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve, in concorso a Venezia 2014, arriva in 63 sale dal 6 novembre, ma anche in questo caso il debutto è sottotono (16esima posizione e media per sala di € 1.764) e alla seconda settimana, a quasi parità di sale, è già 19esimo, con un’ulteriore calo nella media per schermo (€ 999). Il disinteresse di un mese fallimentare si è riversato anche su Sils Maria di Olivier Assayas. Anche per lui uscita il 6 novembre, ma debutto piuttosto soft nel primo week-end (18esimo posto e media, in 45 sale, di € 1.258) e seconda settimana con più sale (77) non premiata dal pubblico (media per sala di € 909).

Più limitata l’uscita de I toni dell’amore, di Ira Sachs, che esce solo in 21 sale a partire dal 20 novembre: 22° posto nel primo week-end e media non esaltante (€ 1.811). Alla seconda settimana è 26esimo (perde anche 5 sale), ma cala anche la media per sala (€ 1.683). Terza settimana al 36° posto. Rialza la testa con l’anno nuovo e mercoledì 7 gennaio entra addirittura in top-10: nono posto con 18 mila 940 euro e 4.040 spettatori. Nel mese di gennaio gode di una seconda vita, arrivando a coprire una quarantina di schermi, ma parliamo sempre di cifre inevitabilmente piccole (circa 260 mila euro l’incasso in Italia). Negli U.S.A. ha raggiunto 138 schermi incassando 2 milioni 262 mila dollari.

Curioso il caso di The Rover, presentato Fuori Concorso a Cannes, mediamente accolto (con picchi di entusiasmo), con un regista molto quotato come David Michôd (il suo precedente Animal Kingdomaveva messo d’accordo tutti), e un cast di richiamo (Guy Pearce, ma soprattutto Robert Pattinson), eppure distribuito con il contagocce: arriva in 38 sale a partire dal 3 dicembre e debutta nel week-end al 19° posto con una media per sala di € 1.995. Stessa posizione nel secondo week-end, dove però calano schermi (26) e media per sala (€ 1.148). Sale in classifica alla terza settimana, ma a parità di schermi la media ha un tracollo (€ 880). Il bottino finale è di circa 250 mila euro.

Sui 150 mila euro incassano Diplomacy – Una notte per salvare Parigi, in 22 sale dal 20 novembre, e Viviane, distribuito in 28 sale la settimana successiva.

Sotto i 100 mila euro, infine, Pelo Malo, in appena 10 schermi dal 30 ottobre, Frank, in una ventina di schermi dal 13 novembre, My Old Lady, con Maggie Smith, Kevin Kline e Kristin Scott Thomas, in 27 sale dal 20 novembre, e l’acclamato Melbourne, di cui si è tanto parlato al Festival di Venezia del 2014, in 20 schermi sempre dal 27 novembre.

Chiude il capitolo dì’essai Adieu au langage – Addio al linguaggio, trentanovesimo lungometraggio di Jean Luc Godard, in 3D, vincitore del premio della Giuria a Cannes 2014. 4 gli schermi che lo accolgono dal 20 novembre, con una media per sala incoraggiante € 2.404 che induce ad aggiungere 5 sale la seconda settimana, in cui, però, la media per sala dimezza. In Francia esce in una ventina di schermi e incassa circa 61 mila dollari, mentre negli U.S.A. arriva a 258 mila dollari in 7 schermi.


IL BOX OFFICE STAGIONALE

BOX OFFICE DAL 01/08/2014 AL 31/01/2015

01 – AMERICAN SNIPER – €  17.883.591

02 – SI ACCETTANO MIRACOLI – € 15.314.086

03 – LO HOBBIT: LA BATTAGLIA DELLE CINQUE ARMATE – € 13.707.661

04 – IL RICCO, IL POVERO E IL MAGGIORDOMO – € 13.127.715

05 – INTERSTELLAR – € 10.709.307

06 –  BIG HERO 6 – € 9.504.019

07 – HUNGER GAMES – IL CANTO DELLA RIVOLTA: PARTE 1 – € 8.904.261

08 – DRAGON TRAINER 2 – € 8.213.529

09 – ANDIAMO A QUEL PAESE – € 7.982.366

10 – I PINGUINI DI MADAGASCAR – € 7.969.829

Come spesso accade nel II trimestre della stagione, la classifica ha subito una rivoluzione totale. L’unico film rimasto in classifica è Dragon Trainer 2, che resiste in ottava posizione. Per il resto tutte novità, di cui abbiamo già parlato approfonditamente nelle sezioni precedenti. Per gli amanti delle statistiche, si fa strada l’Italia, che irrompe in classifica con tre titoli (nel trimestre precedente erano due, ma sia Il giovane favoloso che E fuori nevica! abbandonano la top-10 stagionale). Da notare la presenza di ben tre film d’animazione, a dimostrazione dell’incidenza dei più piccini sul mercato. Ma era così anche un anno fa con FrozenCattivissimo me 2 e Monsters University. Impari, invece, il confronto con il primo classificato che era Sole a catinelle, a fine gennaio con un bottino di quasi 52 milioni di euro. Migliora, infine, la posizione della saga “Lo Hobbit”, ormai un abitué di questo periodo dell’anno (ma non ce ne saranno altri, a meno che “Il Silmarillion”…), che passa dal quarto al terzo posto. Migliora anche la saga “Hunger Games”, in ascesa dal 10° al 7° posto. Un altro dato positivo, perlomeno per la creatività, è che tra i primi dieci solo 3 titoli sono sequel, un anno fa erano 5. Ovviamente è tutto in divenire e la classifica è destinata a mutare nei due trimestri successivi. La speranza, come sempre, è che il meglio debba ancora arrivare.

GLI EVENTI

Gli eventi speciali, lo ripetiamo a ogni Barometro, sono sempre più parte della programmazione. Per ora delle multisale e dei multiplex, ma anche le monosale si stanno attrezzando. La salvezza del cinema in sala passa quindi attraverso il tentativo di agganciare  lo spettatore. Quale àncora migliore di un evento, unico e irripetibile, per pochissime giornate? L’unico problema è il costo del biglietto, spesso superiore al normale ingresso nella sala e fonte di polemiche. Al riguardo si consiglia di guardare l’angolo della posta con cui si conclude lo speciale.

Anche per gli eventi ci sono i dati ufficiali di Cinetel da consultare, per il 2014 ovviamente, anno in cui ci sono stati 75 contenuti complementari per 1.227.812 presenze e un incasso di € 9.738.925, in aumento rispetto ai 69 del 2013 per 964.379 presenze e € 7.288.799 di incasso.

Per contenuti complementari si intendono eventi (che nel 2014 sono stati 53), edizioni speciali (5) e riedizioni (17).

L’incidenza dei contenuti complementari sul mercato totale è dell’1,34% a livello di presenze e 1,69% come incassi. Ancora pochino, ma il dato è in crescita e assolutamente da non sottovalutare.

Novembre è stato sicuramente il mese con il maggior numero di contenuti complementari, mentre le festività ne hanno rallentato la diffusione a favore dei film in normale programmazione.

Si conferma vincente l’idea di Nexo Digital di un giro attraverso il cinema nei musei più importanti del mondo. Dopo il successo di Hermitage, il Museo di San Pietroburgo, Musei Vaticani supera ogni aspettativa, diventando il maggiore incasso del giorno feriale in cui è programmato (anche se come numero di spettatori risulta primo in classifica Dracula Untold, ma il prezzo per “La grande arte al cinema” è maggiorato).

C’è anche molta fame di anni ’80, un decennio che continua a destare interesse. Ne sono conferma gli ottimi risultati di Le notti dei Super Robot parte I e II, proposti in singole giornate, che conquistano rispettivamente il secondo e primo posto con numeri significativi. Anche la riedizione di Ghostbusters, in attesa (?!?!) dell’annunciato reboot al femminile, viene programmato in due giornate e in entrambe ottiene la quarta posizione. È andata peggio alla riedizione de Il grande Lebowski…ma quelli sono anni ’90 e nessuno ne sente troppo la mancanza.

Ormai affezionato il pubblico che segue La Grande Stagione Live & Special 2014-2015.

Da segnalare, infine, l’ottima strategia della Lucky Red di fare uscire per tre giornate il lungometraggio Corri ragazzo corri, di Pepe Danquart, per la commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Nel Giorno della Memoria, il 27 gennaio, è primo assoluto, sia come incasso che come spettatori.

Ecco un elenco, tutt’altro che esaustivo, di alcuni degli eventi più significativi e più seguiti dal pubblico in questo primo scorcio di stagione. L’ordine è meramente cronologico, in base alla data di uscita. Dopo il titolo sono riportati i dati relativi a incasso, spettatori e, tra parentesi, la posizione nella classifica giornaliera degli incassi:

3 novembre 2014: LA STORIA DELLA PRINCIPESSA SPLENDENTE – € 22.104 / 4.417 (9º posto)

4 novembre 2014: MUSEI VATICANI 3D – LA GRANDE ARTE AL CINEMA – € 211.631 / 23.380 (1º posto)

4 novembre 2014: LA GRANDE STAGIONE LIVE & SPECIAL 2014-2015 – € 33.623 / 3.109 (8º posto)

4 novembre 2014: LA STORIA DELLA PRINCIPESSA SPLENDENTE – € 27.648 / 3.502 (10º posto)

5 novembre 2014: LA STORIA DELLA PRINCIPESSA SPLENDENTE – € 44.067 / 5.561 (6º posto)

10 novembre 2014: MUSEI VATICANI 3D – LA GRANDE ARTE AL CINEMA – € 20.410 / 2.099 (10º posto)

11 novembre 2014: MODA’ – COME IN UN FILM – € 125.311 / 12.759 (3º posto)

12 novembre 2014: MODA’ – COME IN UN FILM – € 125.475 / 12.765 (3º posto)

18 novembre 2014: GHOSTBUSTERS – € 75.123 / 10.028 (4º posto)

19 novembre 2014: GHOSTBUSTERS – € 86.293 / 11.609 (4º posto)

24 novembre 2014: LE NOTTI DEI SUPER ROBOT – PARTE I – € 182.238 / 18.962 (2º posto)

25 novembre 2014: MICHAEL JACKSON: LIFE, DEATH AND LEGACY – € 66.095 / 6.371 (6º posto)

25 novembre 2014: DAVID BOWIE IS – € 52.305 / 5.347 (7º posto)

25 novembre 2014: LA GRANDE STAGIONE LIVE & SPECIAL 2014-2015 – € 38.813 / 3.654 (8º posto)

26 novembre 2014: MICHAEL JACKSON: LIFE, DEATH AND LEGACY – € 66.183 / 6.297 (6º posto)

26 novembre 2014: DAVID BOWIE IS – € 46.089 / 4.774 (7º posto)

27 novembre 2014: MICHAEL JACKSON: LIFE, DEATH AND LEGACY – € 37.524 / 3.822 (9º posto)

2 dicembre 2014: LE NOTTI DEI SUPER ROBOT – PARTE II – € 219.773 / 23.242 (1º posto)

2 dicembre 2014: NICK CAVE: 20.000 DAYS ON EARTH – € 31.248 / 3.269 (10º posto)

3 dicembre 2014: NICK CAVE: 20.000 DAYS ON EARTH – € 44.871 / 4.591 (7º posto)

6 dicembre 2014: NARUTO – LA VIA DEI NINJA – € 65.654 / 7.646 (10º posto)

8 dicembre 2014: NARUTO – LA VIA DEI NINJA – € 97.592 / 11.354 (10º posto)

9 dicembre 2014: MATISSE – LA GRANDE ARTE AL CINEMA – € 49.873 / 5.707 (4º posto)

15 dicembre 2014: IL GRANDE LEBOWSKI – € 23.071 / 2.609 (6º posto)

16 dicembre 2014: ROYAL OPERA HOUSE 2014-2015 – € 38.825 / 3.135 (4º posto)

16 dicembre 2014: IL GRANDE LEBOWSKI – € 24.356 / 2.659 (8º posto)

17 dicembre 2014: IL GRANDE LEBOWSKI – € 22.682 / 2.536 (8º posto)

23 dicembre 2014: LA GRANDE STAGIONE LIVE & SPECIAL 2014-2015 – € 48.662 / 4.632 (8º posto)

26 gennaio 2015: CORRI RAGAZZO CORRI – € 56.756 / 9.218 (6º posto)

27 gennaio 2015: CORRI RAGAZZO CORRI – € 135.739 / 24.386 (1º posto)

27 gennaio 2015: L’UOMO PER BENE – LE LETTERE SEGRETE DI HEINRICH HIMMLER – € 53.602 / 6.991 (9º posto)

28 gennaio 2015: CORRI RAGAZZO CORRI – € 59.715 / 9.775 (9º posto)

28 gennaio 2015: L’UOMO PER BENE – LE LETTERE SEGRETE DI HEINRICH HIMMLER – € 40.264 / 4.572 (10º posto)


SCRIVETE

Per l’angolo della posta, in questo trimestre ho ricevuto una mail da Beatrice che ho passato direttamente a chi di competenza, ottenendo cortese risposta (non sempre accade).

Ecco, quindi, botta e risposta.

Buongiorno, mi chiamo Beatrice e volevo chiedere un parere. Martedì 27 gennaio sono andata al cinema per vedere L’uomo Per Bene – Le Lettere Segrete Di Heinrich Himmler (The Decent One) e mi sono trovata a dover pagare ben 11 euro. Sinceramente non capisco perché un costo del biglietto così alto, considerando anche che sul sito della Feltrinelli è già possibile prenotare il dvd del film nella collana Real Cinema + libro al prezzo scontato di € 8,41. Non è un controsenso? Comunque sono andata e il documentario mi è piaciuto, però mi sembra un rischio applicare una politica dei prezzi così penalizzante per lo spettatore. Grazie.

L’ufficio stampa della NEXO DIGITAL DIGITAL, che ha distribuito l’evento, ci ha così risposto:

“Per il film L’Uomo per bene. Le lettere segrete di Heinrich Himmler il prezzo concordato con le sale era di 10 euro per il biglietto intero e 8 per quello ridotto o per gli ingressi a prezzo convenzionato. Probabilmente gli 11 euro richiesti nel caso indicato comprendevano il diritto di prevendita che ogni sala può, autonomamente, applicare ai biglietti in prevendita. 

Per quanto riguarda in generale il prezzo dei biglietti degli eventi al cinema, va sottolineato che i costi alla base sono diversi e spesso alcuni dei titoli proposti, come appunto quello di Vanessa Lapa su Himmler, o quello su Hannah Arendt di Margarethe Von Trotta proposto lo scorso anno, non troverebbero distribuzione tradizionale se non con queste modalità di proiezione “concentrata” in pochi giornate e poi eventualmente riproposta dalla singole sale con programmazione individuale.

Lo Staff Nexo Digital”.


E anche per questo trimestre è tutto. Sperando che il terzo della stagione confermi il trend positivo e porti nuova linfa, cioè spettatori, alle sale, non posso che continuare ad augurarvi buone visioni. Che la forza del cinema sia ancora una volta con noi.

Ricordo che i precedenti SGUARDI DALLA SALA li potete trovare qui:

– I Trimestre stagione 2014 /2015: dal 01/08/2014 al 31/10/2014

Come sempre, per confronti, opinioni, chiacchiere, consigli, proposte, suggerimenti, (no! insulti no!), l’indirizzo è:

LUCA BARONCINI

Luca   Baroncini