Drammatico

IDENTIFICAZIONE DI UNA DONNA

NazioneItalia
Anno Produzione1982
Durata155'

TRAMA

Un regista s’innamora di un’aristocratica: un uomo lo minaccia e, sentendosi pedinati, i due fuggono in campagna.

RECENSIONI

Nonostante un finale "fantascientifico" che bara nel territorio del metacinema (il protagonista è un regista "A disagio quando non visualizza le persone", alla ricerca di un volto femminile e di una storia) e che si giustifica affermando che le inverosimiglianze non sono impossibili, questo film di Antonioni premiato a Cannes è vacuo, tortuoso, disfatto. Non si può condonare ogni goffaggine in nome dello straniamento brechtiano: l'opera, oltremodo greve, pessimista, riflessiva e lirica, si riempie la bocca di rusco (modeste recitazioni stanislavskiane) e brusco (la loro negazione in nome di Godard), tronfi aforismi (su Dio, la Natura Umana), improponibili paralleli e allegorie disarmanti ("I terroristi si amano veramente!"; mutandine mai tolte=impenetrabilità della donna; lesbismo=invalicabilità della vagina), frasi d'amore forzate ("Sei la mia festa, il mio capodanno, la mia cocaina"; "In primavera ho voglia di uomini") e banali simbolismi (la casa costruita sul vuoto, l'oggetto misterioso come la donna). Il tema prediletto dall'autore, quello dell'impotenza nell'esprimersi e nel farsi amare, permea debordante tutta la pellicola e l'ermetismo, voluto, è involuto (inganno del tempo filmico compreso: prima il minacciante poi l'oggetto della minaccia). I paesaggi dell'anima si fanno sempre più scarni e as(c)et(t)ici, altari di un moderno che brutalizza la natura, lapalissiani (i due amanti si cercano nella nebbia, la laguna di Venezia è la malinconia), fieri d'una figuratività trascurata che finisce con l'avvicinare gli stilemi televisivi (e Antonioni c'è arrivato dopo anni di ricerche estetiche!). La bellezza vive solo nei corpi nudi femminili e l'alienazione, l'incomunicabilità trovano sfogo attraverso dialoghi pacchiani (Tonino Guerra al rogo!) che rinnegano quei silenzi in cui il regista era maestro. Fra femmine misteriose e impossibilità del rapporto fra i generi (le donne preferiscono masturbarsi fra di loro), la mente corre nostalgica all'era di Monica Vitti, mentre il tiro al bersaglio sostituisce la borghesia con l'aristocrazia e qualunquismi indicibili. Pallida ombra del passato antonioniano, il protagonista ritrova l'amata attraverso una fotostatica, ma la didascalia che l'accompagna è sgrammaticata, irritante, senza capo né coda. Ad onor di cronaca sono da citare la splendida sequenza sotto il lenzuolo e le musiche dell'ex-Ultravox John Foxx e di Gianna Nannini (per cui Antonioni girerà il videoclip "Fotoromanza").