Animazione, Commedia, Recensione, Sportivo

I PRIMITIVI

Titolo OriginaleEarly Man
NazioneGran Bretagna/Francia
Anno Produzione2018
Durata89'

TRAMA

Durante la Preistoria un asteroide cade sulla Terra causando l’estinzione dei dinosauri e la nascita del gioco del calcio tra i cavernicoli. Secoli dopo, quando la memoria di questo sport è andata perduta, Dug e i discendenti delle prime tribù vedono la loro tranquilla vita nella valle minacciata da misteriosi invasori. Unico modo per riscattare la loro libertà è giocare (e vincere) proprio una partita di calcio.

RECENSIONI

Qualche anno fa il celebre asteroide sterminatore di dinosauri era stato al centro di uno dei what if più strambi della filmografia pixariana (Il viaggio di Arlo); nel prologo de I Primitivi - nuovo film in stop motion della inglese Aardman Animation - è invece inconsapevole responsabile della nascita del football tra i primi uomini: lo sferico frammento prodottosi con l'impatto è troppo rovente per essere toccato con le mani, ma è possibile passarselo calciandolo. Come da prassi per lo studio britannico, per animare questo buffo universo si ricorre alla stop motion, tecnica ben più “primitiva” rispetto alla perfetta e dettagliatissima CGI de Il viaggio di Arlo; e sempre come da prassi, non vi sono novità particolari nel character design, che resta una variazione del classico modello Aardman sul quale spiccano grossi occhi tondeggianti, enormi bocche e denti sia per personaggi umani che animali. Al contrario dell' americana Laika (Kubo e la Spada Magica), che si aiuta con modelli e stampanti 3D, il ricorso al computer è minimo perchè si tende sempre a privilegiare ed esaltare la più grezza manualità, dove le visibili impronte sui puppet sono quasi un marchio di fabbrica. Tuttavia, le numerose problematiche indotte dalla storia hanno imposto qualche upgrade: molti personaggi sono dotati di peli e pellicce e l'interazione con la plastilina non facilitava la lavorazione; il corpo è stato quindi realizzato in silicone mentre la più malleabile ed espressiva plastilina è stata utilizzata solo per i volti. Tessuti e metalli impreziosiscono ancor più i costosissimi “pupazzi”.

Le citazioni, sia interne che esterne all'universo Aardman, si sprecano: il film è una lontana parodia di Fuga per la Vittoria e non poteva non aprirsi con una lotta tra un T- Rex e un triceratopo, chiaro omaggio a quel Ray Harryhausen padre e avo della stop motion, mentre Hognob, il cinghiale dalle attitudini profondamente canine e miglior amico del protagonista, non è altro che l'antenato spirituale di Gromit e Britzer, i due più famosi cani partoriti dalla studio, rispettivamente nella saga di Wallace e Gromit e in Shaun, Vita da Pecora. I cavernicoli vivono in perfetta armonia con la fauna del luogo che, un pò come nei Flintstones, viene usata nei modi più anacronistici possibili: coccodrillini per stendere la biancheria (rigorosamente di pelliccia), scarabei come rasoi elettrici eccetera… Ciò che resta incontaminato è lo humor puramente nonsense di cui gli inglesi (e la Aardman in primis) sono da sempre campioni imbattuti (si pensi a Lewis Carroll e ai Monthy Python): esilaranti e esemplari in tal senso sono le sequenze della caccia al coniglio, ricorrente guest-star del film, e gli skecth del piccione viaggiatore che, nel riportare i messaggi della regina Oofeefa al malvagio Lord Nooth (in versione originale un Tom Hiddleston dallo spassoso accento francese), interpreta in prima persona l'isterica sovrana. Ma tutto il film non è altro che un tributo al calcio, sport nazionale, e al genere della commedia sportiva britannica, dove un gruppo di underdogs guidati da un risoluto leader strampalato ma pieno di sogni, riesce a compiere l'impossibile grazie alla perseveranza e allo spirito di squadra. Nel personaggio di Goona si odono echi della commedia calcistica inglese al femminile Sognando Beckam (2002): dotata di grande talento, Goona non può giocare a causa delle sessiste regole del campionato e accetterà di allenare la disfunzionale squadra di cavernicoli guidandoli alla vittoria.
Al di là dello spunto geniale, a causa di un impianto e di uno sviluppo piuttosto convenzionali, il film non risulta ai livelli dei grandi capolavori Aardman (Galline in fuga, Wallace e Gromit e la maledizione del coniglio mannaro), eppure segna più di un goal: simpaticissimi personaggi, gag divertenti e travolgente slapstick elevano una non freschissima commedia sportiva in un divertissement di genere e di maniera, meticolosamente e brillantemente animato, che delizia un pubblico di tutte le età.