
TRAMA
Sei attori in declino, un tempo molto legati fra loro, vengono invitati da Alessio, (ex) amico e collega misteriosamente svanito quindici anni prima, in un favoloso castello. Lo scopo dichiarato è un compleanno da festeggiare, ma…
RECENSIONI
Il più sfortunato dei film di Alessandro Benvenuti - naufragio commerciale e origine del lungo (e ormai finito, sembrerebbe) esilio dal grande schermo del suo autore - è un'opera ambiziosa e involuta, piena di ottime premesse che portano a (ri)soluzioni per nulla entusiasmanti. Un prologo di babelica bellezza (i destini dei personaggi e le rispettive, esauste forze vitali e creative si sovrappongono in un dedalo di dissolvenze incrociate che insinuano molto e non proclamano nulla), dal passo non frettoloso ma svelto, elegante e crudelmente ironico (il funerale del VAMPIRO che ancora opprime Rossano e soprattutto Loretta), inaugura un film dai toni cangianti, in cui il sorriso si muta all'istante in un brivido di delizioso panico, in un sospiro malinconico quasi mai di maniera. A metà del percorso, purtroppo, la 'necessità' (incomprensibile, da tutti i punti di vista) di 'chiarire' (il) tutto, cancellando le oniriche zone d'ombra, porta a un ribaltamento di campo piuttosto usurato, alla morale(tta) di prammatica [teatro (= vita reale, benché ricostruita) > televisione (= vita fasulla, benché sequestrata)] e a un andamento da commedia 'pura e semplice', tutt'altro che disprezzabile ma a dir poco banale di fronte a una prima parte così felicemente eterogenea. Nonostante uno script spaccato in due, Benvenuti conferma un solido talento registico, nel découpage (oltre all'incipit sono da ricordare l'apparizione del castello e l'infiammata conclusione) e nella direzione d'attori: se si escludono Eva Robin's, sontuoso manichino, e il (come d'abitudine) superfluo Alessandro Gassman, il cast è ideale.
